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Copertino: erette santurari le chiese della Grottella e di  San Giuseppe

Copertino: erette santurari le chiese della Grottella e di San Giuseppe

La chiesa di Santa Maria della Grottella e quella di San Giuseppe da Copertino erette santuari diocesani. Un atto ufficiale con decreto del vescovo della diocesi Nardò-Gallipoli, Monsignor Fernando Filograna, che di fatto formalizza ciò che tra i fedeli e nella comunità di Copertino era già riconosciuto vox populi. La città infatti custodisce, oltre la viva devozione per il Santo, anche i luoghi della sua nascita, della sua infanzia e giovinezza e della sua vocazione, tra questi le due chiese.

Prima per antichità, la chiesa di Santa Maria della Grottella, edificata nel 1577 dal vescovo di Nardò, Cesare Bovio, passata nel 1613 per volontà del vescovo Luigi De Franchis, ai Frati minori conventuali che costruirono l’annesso convento dove San Giuseppe visse per 17 anni, e dove si riconduce il verificarsi del fenomeno della levitazione. Successiva invece la chiesa dedicata al santo, costruita sui siti di un’antica cappella e della casa natale di Giuseppe Desa, tra il 1753, anno della beatificazione, e il 1758. Oggi, a distanza di diversi secoli il riconoscimento a santuari diocesani. “La nostra chiesa locale si onora di annoverare tra i suoi figli il copertinese Giuseppe Desa, in tutto il mondo conosciuto come San Giuseppe da Copertino – scrive nel decreto vescovile Mons. Filograna. Egli è l’unico santo canonizzato della diocesi. Auspico che questo doveroso atto ufficiale possa essere un ulteriore motivo di riqualificazione di questi santi luoghi”. Poi l'esortazione del Vescovo rivolta ai frati conventuali custodi delle due chiese, al clero e ai fedeli, riprendendo le parole di Papa Francesco. “I nostri santuari sono insostituibili perché mantengono viva la pietà popolare, arricchendola di una formazione catechetica che sostiene e rafforza la fede. I santuari – sottolinea il vescovo - siano luogo di accoglienza e incontro non solo del pellegrino con Dio, ma anche di noi pastori con il nostro popolo. Siano quindi luogo di promozione della preghiera e anche del silenzio del cuore, e infine – conclude mons. Filograna - luogo privilegiato della misericordia senza confini”.

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