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Venerdì, 22 Settembre 2023
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Abbiamo letto con molto interesse gli interventi degli illustri compaesani che ci hanno preceduto.

Da cittadini ci siamo sentiti coinvolti e in qualche modo chiamati a dar voce, come abbiamo sempre fatto con la nostra associazione in questi lunghi mesi su altre e diverse tematiche, a quanti di noi osservano e partecipano alla vita attiva del nostro splendido Comune.

Abbiamo deciso, pertanto, nello spirito del confronto e del dialogo, che da sempre contraddistingue la vita del nostro Comune, in tutte le sue variegate forme, di prendere la parola in primis per augurare buon lavoro a tutti i candidati, in secundis per valutare insieme a loro le criticità e i punti di forza di Carmiano, alla luce di quello che anche noi associazioni culturali possiamo fare e dare al Comune.

Pienamente condivisibile ed apprezzabile il pensiero dell’avvocato Erroi allorquando, giustamente, afferma che non vi sia alcuna sentenza passata in giudicato né, tanto meno, una inibizione ai membri della vecchia amministrazione per potersi ricandidare. Totalmente consapevoli che le sentenze, di certo, non si scrivono sui social, né quelle di assoluzione né quelle di condanna, si può anzi e si deve lavorare per il bene reale dell’intero Comune, scevro da personalistiche velleità.

Conveniamo altresì con l’ingegnere La Tegola, il quale ha giustamente sottolineato che il famoso e tanto paventato “vento del cambiamento” non si vede né si vedrà se continuiamo a rimanere ancorati al “vecchio modo di fare politica”, occorrerebbe, infatti, al nostro Comune, linfa nuova, volti giovani, ragazzi dinamici e desiderosi di contribuire alla vita del paese nell’esclusivo interesse dello stesso, con un occhio attento al passato, ma totalmente proiettati verso il futuro.

Infine, ma non meno importante, sposiamo appieno le parole del dott. Lauretti nel suo porre alla base di tutto: l’umiltà e la disponibilità al confronto costruttivo che devono essere cardini imprescindibili se si vuole amministrare bene una comunità, e quale Presidente di associazione culturale non posso non condividerne il senso e lo spirito e dare sin da subito piena disponibilità e appoggio a quanti vorranno ascoltare, collaborare e attivarsi per Carmiano e Magliano.

Inutile non riconoscere che il commissariamento del nostro Comune non ha giovato a nessuno, su questo credo che siamo tutti d’accordo. Dovremo anzi, dobbiamo lavorare tutti insieme affinchè questo non accada mai più, non è e non dev’essere un argomento tabù, del quale non bisogna parlarne, per timore o vergogna, anzi bisogna necessariamente affrontarlo proprio perché certe dinamiche non si ripresentino più.

Tante volte, sentendo le opinioni dei nostri concittadini si è sentito dire: “Ma quale mafia? Non c’entra niente la mafia”, ecco crediamo che non ci sia niente di più sbagliato. Purtroppo si ha, troppo spesso, la convinzione arcaica che il mafioso sia il criminale efferato che commetta i delitti più cruenti, dobbiamo uscire da questi schemi, perché mafioso non è solo chi nuoce fisicamente ad altri ma mafioso è anche chi adotta un modus fatto di clientelismo, sotterfugi, chi abbia un modo di pensare e agire che inevitabilmente sfociano nell’illecito, bisogna comprendere che, alle volte, il mafioso è amico nostro, e facciamo finta di non saperlo, per paura di perderne i vantaggi.

L’associazionismo che ci ha accompagnato in questi mesi è stata indubbiamente una delle realtà più belle che abbiamo vissuto, neo associazioni e altre che oramai operano da tempo sul territorio, hanno dato vita ad attività, progetti ed eventi, che hanno prodotto risultati entusiasmanti e il tutto all’insegna del rispetto, del dialogo e della comunicazione, la stessa che ci auguriamo adottino i nostri candidati.

Consci inoltre del lungo e difficile cammino da percorrere, poniamo alla base di tutto il dialogo, consapevoli che, in questa fase, la sua ricerca sia essenziale nella misura in cui risulti essere costruttivo e soprattutto producente per il paese.

In quest'ottica non si può ignorare il ruolo crescente e determinante che le associazioni presenti sul territorio hanno avuto e continuano ad avere in questi anni, raggiungendo importanti risultati poiché pongono alla base il cittadino che con la sua opera attiva trova voce in esse.

Ci sono realtà messe da parte, alle volte dimenticate, quasi umiliate, che per mezzo delle associazioni tornano ad avere voce, voce che anche la politica non può esimersi dall’ascoltare perché si possa parlare di buon governo della cosa pubblica in ogni ambito, attraverso, quindi la realizzazione concreta, e non solo frutto di propaganda elettorale, di un programma reale per i cittadini.

Si deve tornare a mettere al centro del dialogo, servendosi proprio delle associazioni presenti sul territorio, ricettacolo naturale di interessi e bisogni, chi per lungo tempo non lo è stato, bisogna tornare a interessarsi del vivere quotidiano dei cittadini di Magliano e Carmiano.

E allora a nome del direttivo di ACAM facciamo un grosso in bocca al lupo a tutte le candidate e ai candidati che si apprestano ad affrontare questa tornata elettorale, affinchè lavorino unidirezionalmente per il bene del nostro bellissimo Comune e della nostra beneamata frazione, che fino a qualche anno fa era un vanto per tutti e invidiato da tutti.

Direttivo Acam

Presidente Federico Spagnolo, Vicepresidente Marco Furia, Tesoriere Luca Tondi

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Cari cittadini e cittadine di Carmiano e Magliano.

La chiamata al voto per la data del 7 novembre 2021 è oramai fatto certo e noto. Del pari è noto che il sottoscritto ha fatto parte dell’Amministrazione Comunale ultima, la cui assise è stata sciolta “per sospetta infiltrazione della criminalità organizzata”. Certamente non posso esimermi dall’ammettere che la vicenda ha riverberato e riverbera ancora effetti molto negativi su tutta la nostra comunità, maglianese e carmianese. La moria del paese e delle varie attività commerciali è sotto gli occhi di tutti e non solo per il Covid 19. Non posso certamente conoscere i dettagli della vicenda dal punto di vista giudiziario, né le ragioni specifiche che ci hanno qui condotto, sicché, da uomo di legge, mi rendo conto di non poter dispensare giudizi senza conoscere gli atti. Posso solo dire che, come tutti, sono in attesa di conoscere la conclusione del provvedimento adottato, perché ogni procedimento che si avvia deve sempre giungere ad una conclusione, peraltro, motivata. Per ora posso solo rassicurare, come ho sempre fatto, che pur avendo probabilmente sbagliato su qualche scelta amministrativa (chi fa sbaglia), il sottoscritto, come tutti gli altri, ha operato solo e soltanto con onestà, diligenza e nella massima legalità.

Credo dunque di avere ancora diritto all’elettorato passivo, ovverosia di poter scegliere di candidarmi o meno.

Fatta questa doverosa premessa, ritengo di condividere il pensiero dell’amico Tonino Lauretti, espresso su questa stessa testata giornalistica qualche giorno fa, sull’identikit del candidato sindaco, da individuarsi in un moderatore di buona volontà, che conosca e sappia approfondire le tematiche amministrative, senza personalismi e senza voglia di vendetta, umile e che creda nel lavoro di squadra. Sembrano tante e rare le qualità richieste, ma in realtà sono quelle basilari e che, in tutta onestà, ritengo siano in tanti a possederle.

Concordo anche con l’amico Carlo La Tegola sull’invito ad aprire un dibattito, anche se con un poco di ritardo, atteso che, il medesimo invito è stato fatto qualche mese prima da Tonino Lauretti, ma senza seguito a parte il mio intervento. Non mi sono mai sottratto al dibattito ed al confronto e certamente non intendo farlo ora, anche su argomenti spinosi e delicati, purché gli argomenti si affrontino senza pregiudizi verso chiunque.

Si prosegua quindi nella discussione e nella scelta del programma elettorale su larga intesa e per il bene della comunità, ma in fretta, certi e consapevoli che il confronto ed il dibattito possono solo arricchire.

Pongo solo un paletto: no ai pregiudizi, personalismi e vendette!

Giovanni Erroi

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Giovedì, 16 Settembre 2021 14:05

Carmiano: beccato e multato sporcaccione

Beccato dalle fototrappole sporcaccione alla periferia di Carmiano. Individuato e multato dalla polizia locale.

E’ scattata questa mattina la prima sanzione antiabbandono rifiuti nelle campagne. I sistemi di videosorveglianza introdotti in questi giorni dalla Commissione prefettizia, hanno immortalato un cittadino, a bordo del suo camion in movimento, con una busta di spazzatura che da lì a poco sarebbe stata abbandonata sul ciglio di una strada alla periferia del paese. I controlli proseguiranno in diverse zone fra Carmiano e Magliano.

Published in Cronaca

Cari cittadini e cittadine di Carmiano,

Siamo chiamati il 7 novembre prossimo ad eleggere l’Amministrazione della nostra comunità. Come a Voi noto, veniamo da quasi due anni di Commissariamento Straordinario del nostro Comune a seguito di scioglimento del Consiglio Comunale “per sospetta infiltrazione della criminalità organizzata”.

Nutrivo qualche dubbio sul modo di amministrare la Nostra Comunità, che mi sembrava quasi privatistico, ma non immaginavo potesse accadere nell’illegalità. Mi chiedo come sia potuto succedere lo scioglimento dell’amministrazione comunale quando nell’amministrazione vi erano persone di un certo spessore morale e culturale. Se la condotta di qualcuno non è stata irreprensibile, come mai nessun amministratore lo ha fatto presente e ha preso le distanze?

Lo scioglimento del consiglio comunale con un’accusa così pesante mi sorprese e pensai che avrebbero fatto ricorso al Tar per dimostrare che quanto veniva loro imputato non rispondeva al vero. Se fosse capitato a me avrei strillato la mia innocenza ed estraneità ai fatti imputati. La questione, invece, è stata gestita più sottovoce del previsto. Ciò che è dato sapere è che c’è stata un’impugnazione del decreto di scioglimento che ha riguardato profili formali dello stesso e siamo stati anche informati quale illegittimità la vecchia amministrazione imputa a “livello centrale” e che il Tar ha stabilito il termine al 10 ottobre prossimo, per il deposito degli atti di quanto affermato e, per il prosieguo della valutazione del ricorso proposto ha fissato l’udienza del 3 novembre 2021. Non sappiamo se l’impugnazione sia anche nel merito dei fatti contestati e, in caso positivo, quali siano gli argomenti opposti per offrire una diversa lettura del merito.

Non so come andrà a finire questo ricorso, comunque rimarrà nella storia della nostra Carmiano una macchia indelebile: essere stata sciolta la massima espressione democratica, il Consiglio Comunale del paese, per sospetta infiltrazioni della criminalità organizzata.

Sono anche deluso dall’intenzione espressa da qualcuno di questi ex amministratori di ricandidarsi. Anche se la legge lo consente, non sarebbe più opportuno astenersi almeno fino a quando la questione non sarà chiusa e definita? Fino a quando non sarà allontanato ogni sospetto di infiltrazione mafiosa?

Invero, questo modo di fare denota proprio la mancanza di rispetto e di fiducia nelle Istituzioni, nella stessa pubblica amministrazione che si (ri)candidano a governare.

Questo è il punto. Ora siamo chiamati alle urne, si debbono formare delle liste, ogni cittadino che vuole candidarsi alla carica di sindaco o a quella di consigliere, in prima istanza si dovrà chiedere: cosa posso fare per la nostra comunità? quale identità dovrà avere? come si deve sviluppare? Cosa fare per allontanare dall’Istituzione i personalismi egoistici e rischi di “faide” familiari?

Alla base delle risposte a queste domande rimane preziosa un’occasione di riflessione, al fine di rendere effettiva la tutela di quel valore fondamentale che è la “buona amministrazione” che, secondo la nostra Costituzione, deve regolare l’organizzazione e la gestione dell’amministrazione pubblica, da garantire sempre nel rispetto dei diritti della persona e nell’interesse della collettività.

Apriamo subito un confronto su queste domande e su tutte le altre che ognuno di noi vorrà porre. Se qualcuno si vuole candidare per qualunque ruolo lo dica. Discutiamo insieme del programma elettorale, affinché venga sottoposto e valutato da tutta la cittadinanza e poi messo a disposizione della lista di candidati che vorrà adottarlo.

Chiediamo alla redazione di ViviCitt@ News di ospitare, in prima istanza, questo confronto, e nel rispetto delle ordinanze sul Covid, impegniamoci a programmare incontri in presenza per discutere insieme.

Carlo Rodolfo La Tegola

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Sabato, 11 Settembre 2021 18:25

Identikit del candidato: chi scegliere?

Amministrative, novembre 2021

Il COVID-19 può giustificare la mancanza di discussione sulla realtà politica locale prima delle prossime Amministrative? Io personalmente, senza con ciò volermi attribuire alcun merito, a suo tempo avevo buttato giù qualche riflessione, ovviamente "covid-free", nel tentativo di spronare i cittadini ad intraprendere un dibattito sul tema della politica locale, ma con scarso risultato. Un ragionamento terra terra, tuttavia, ci suggerisce che covid o non covid qualche riflessione si potrebbe ancora fare, anche perché oramai dal COVID siamo passati al DELTA e questa variante ci sta facendo sfociare inesorabilmente nel mare aperto al giudizio dei cittadini. Ora è evidente che non è più tempo di troppe parole e che ormai occorre solo adoperarsi per preparare liste da sottoporre agli elettori con un obiettivo da anteporre (ma non ad ogni costo) a tutti gli altri: vincere le elezioni!  Continuando a ragionare, tuttavia, almeno i protagonisti della politica locale degli ultimi anni, soprattuto se amministratori uscenti, potrebbero argomentare in maniera pubblica la loro eventuale decisione di candidarsi alla carica di Sindaco o comunque la volontà di promuovere o anche solo di appoggiare questa o quella lista. Si contribuirebbe senz'altro a rendere più consapevoli i cittadini al momento del voto, se non proprio ad arricchirli culturalmente. Ma può sorgere un dubbio: a chi gioverebbe? Aumentare il livello di consapevolezza degli elettori non gioverebbe certo a chi intende eventualmente restare "sotto coperta" limitandosi a dare direttive alla ciurma (la locuzione "sotto copertura" potrebbe essere fraintesa). Mi permetto di affermare, tuttavia, che l'elettorato non è mai del tutto inconsapevole, anche se appare dormiente (perché come minimo si tiene informato col "passaparola"). D'altro canto, dando credito al vecchio adagio "chi dorme non piglia pesci" per la gente è senza dubbio più conveniente far finta di dormire che mostrarsi sveglio e prendere pesci (in faccia?). Ma più semplicemente si potrebbe obiettare che se i cittadini dormono è solo perché si sono sempre sentiti e si sentono tuttora in buone mani.

Vengo al dunque, seppure in ritardo è ora di agire: ribadisco ancora una volta che come semplice elettore non ho pregiudizi nei confronti di alcun cittadino animato di buona volontà che voglia candidarsi alla carica di primo cittadino (eccezion fatta per chi intende farsi portavoce locale di un credo politico nazionale incompatibile con la mia "antiquata" formazione politica e culturale). Pertanto se il voto rimane solo un fatto strettamente locale, senza alcuna possibilità di risonanza nazionale, non solo durante la campagna elettorale, ma anche per tutta la durata della prossima consiliatura, dichiaro la disponibilità a mettere le mie modeste residue energie a disposizione di chiunque vorrà agire con la massima chiarezza e alla luce del sole. Ovviamente dovrebbe essere in possesso di requisiti minimi, ma per me fondamentali:

1) Volontà esplicita di ricercare sempre il BENE COMUNE.

2) Continuo approfondimento dei problemi amministrativi fino a SOLUZIONI OTTIMALI che nel salvaguardare la comunità non penalizzino, per quanto possibile, l'individuo, bene prezioso e fondamento di ogni comunità.

3) UMILTÀ e disponibilità al confronto costruttivo

4) Impegno a promuovere un efficace LAVORO DI SQUADRA in ambito amministrativo.

Tonino Lauretti

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Stanziati 441mila euro per l’intervento di manutenzione straordinaria delle strade a Carmiano e Magliano, al fine di consentire il transito veicolare e pedonale in sicurezza e scongiurare il verificarsi di incidenti con danni a persone e cose.

L’iter avviato con deliberazione n.34/2021 dai Commissari Straordinari a guida dell’Ente, con progetto definitivo/esecutivo denominato “Manutenzione straordinaria della viabilità comunale”, redatto in data 01.06.2021 dall’ing. Emanuele Rizzo e dal Geom. Fabio Caputo, su incarico dell’ufficio tecnico comunale, trova copertura economica nel corrente bilancio dell’Ente, dove sono assegnate le risorse stanziate dal Ministero dell’Interno a favore degli enti sciolti.

L’intervento di manutenzione di parte della viabilità comunale, necessario per sopperire quindi alle criticità rappresentate dal fondo in conglomerato bituminoso ammalorato in più punti, interesserà le seguenti 27 strade: via Montesanto, via Dei Messapi, via A. Volta, via Toscanini, via M. D’Ungheria, via Parini, via S.G. Bosco, via San Gaetano, via Della Pace, via P. Micca, via Novoli, via Solferino, via Riezzi, via Madonna di Magliano, via Pasubio, via Trappeto, via San Francesco, via Risorgimento, via Matteotti, via Don S. Carrozzo, via Pio X, via Paladini, via Manzoni, via Grassi, via San Giovanni, via Copertino, via F. Filzi.

Restano fuori al momento Via Roma e via XXIV maggio a Magliano.

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“Un giovane solare e sempre pronto ad aiutare il prossimo”. Questo il ricordo affranto di amici e familiari del 21enne di Carmiano, ritrovato morto a pochi metri dalla campagna di famiglia, a ridosso della provinciale che da Magliano conduce a Villa Convento e Arnesano, il pomeriggio del 4 giugno scorso.

Una tragedia improvvisa, che ha lasciato sgomenta un’intera comunità stretta attorno al dolore della famiglia del giovane. L’arresto cardiaco che ha stroncato il ragazzo, sarebbe sopraggiunto al termine di lunga giornata di lavoro all’interno di un terreno acquistato da un paio d’anni dal padre per realizzarci una residenza estiva. Il 21enne insieme allo zio si era prodigato per allestire una piccola piscina, per consentire al fratello disabile di trascorrere le belle giornate all’aria aperta. Il caldo e lo sforzo prolungato potrebbero quindi aver pesato sul tragico epilogo.

Il corpo del giovane si trova presso la camera mortuaria dell'ospedale “Vito Fazzi” dove il medico legale domattina effettuerà l'autopsia. Proseguono intanto le indagini condotte dai carabinieri di Carmiano, agli ordini del luogotenente Gabriele Luperto. Nell’inchiesta avviata dal pm Francesca Miglietta, si ipotizza l’accusa di morte come conseguenza di altro delitto al momento a carico di ignoti.

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Ho letto con interesse l’articolo dell’amico Gianni Erroi che ha trattato con competenza una materia così complessa quale la normativa che regola l’attività amministrativa degli enti locali. In detto articolo vi sono anche espliciti riferimenti a quanto pubblicato da me recentemente.

Un doppio ringraziamento a Gianni innanzitutto per avermi attribuito la volontà di suscitare “sani e giusti dibattiti” nel paese, ma anche perché mi dà la possibilità di approfondire il mio punto di vista su alcune questioni sollevate.

DELEGA assessorile. La “delega piena”, di cui onestamente sento parlare per la prima volta, a mio modestissimo avviso, non sarebbe proprio in linea con lo spirito della legge 81/1993 che, proprio in virtù di quanto Gianni Erroi faceva notare nel suo articolo, ha accentrato "nella figura del capo dell'amministrazione eletto direttamente i compiti di direzione e controllo dell'azione amministrativa”. Pertanto, ritengo scarsamente praticabile la via di una delega “piena” in merito ad alcuni compiti di "direzione e controllo" propri del Sindaco. Questa legge, lo ribadisco, ha di fatto limitato la funzione di Assessore relegandolo al ruolo di semplice componente di uno “staff” che agirebbe in maniera collegiale, quindi non con potere autonomo, e solo come supporto all'azione del Sindaco.

REVOCA degli incarichi. Per ciò che riguarda invece la possibilità di "revoca degli incarichi dirigenziali" operata dal Sindaco (o come sostiene Gianni anche da un Assessore con delega piena) nei confronti di Dirigenti "per inosservanza delle direttive" mi permetto di fare qualche riflessione su questo punto, cioè sul rapporto fra potere gestionale tecnico-dirigenziale degli uffici amministrativi e potere direttivo degli organi politici. Se è vero che può esserci sempre in agguato l'arroganza di un dirigente che col suo atteggiamento può intralciare l'attività dell'Amministrazione, d'altra parte è anche possibile che un Dirigente preparato, magari non completamente convinto della legittimità di una direttiva, sia più "suggestionabile" e quindi giocoforza reso più collaborativo di fronte alla prospettiva di revoca del suo incarico. A questo proposito mi piacerebbe approfondire i principi ispiratori delle già citate riforme degli enti pubblici promosse negli anni ’90. Esse avrebbero dovuto potenziare le risorse umane del pubblico impiego ponendole al servizio dei cittadini all’insegna dei tanto sbandierati criteri di economicità, efficienza ed efficacia, ma ciò non mi pare sia sempre e ovunque avvenuto. Le cause sono molteplici e se il dibattito continuerà, mi riservo di ritornare volentieri su questo punto.

MANAGERIALITA’. Con piacere mi soffermo anche sul concetto di “sindaco manager”. In verità, nel contesto di una più ampia riflessione, nel mio precedente articolo mi riferivo ad una "nuova classe di promettenti politici manager che si espandeva dai livelli superiori a quelli più periferici", senza alcun specifico riferimento alle vicende politiche locali. Confermo la personale convinzione che la decisione di alcuni imprenditori di scendere direttamente nell’agone elettorale ha contribuito, unitamente a tanti altri fattori, all'affermazione di un nuovo soggetto politico, non sempre illuminato, che ho ritenuto denominare "manager”, senza attribuire a questo termine una connotazione pregiudizialmente negativa, anzi tutt'altro. Considero la mentalità manageriale un valido modello per amministrare un Ente pubblico. Infatti, la capacità di un imprenditore di esprimere nello stesso tempo una visione lungimirante, ma anche pragmatica è importante sia per pianificare il futuro, che per saper cogliere le opportunità che via via si presentano nel corso della sua attività. Una visione lungimirante spinge un politico, proprio come fa un imprenditore privato, a mettere in relazione di continuo la portata delle proprie azioni, nonché la ricaduta delle medesime nel medio-lungo periodo, con tutti i portatori di interessi della comunità. Questo tipo di modello, se applicato in maniera ottimale, punta non solo al progresso economico e sociale del paese, ma anche ad un processo di formazione permanente delle risorse umane della macchina amministrativa.

Tuttavia, accanto alla suddetta mentalità lungimirante, nello stesso manager convive quella più pragmatica che, in determinate situazioni, può anche prendere il sopravvento sulla prima. L'atteggiamento pragmatico, senza un'adeguata visione programmatica di lungo respiro, è spesso costellato da visioni miopi, a volte incuranti degli effetti a lungo termine. Il prevalere di questo pragmatismo esasperato non promette nulla di buono, ma al contrario può aggiungere altri difetti ai tanti ancora presenti come retaggio della cosiddetta “prima repubblica (tipo le scelte clientelari), un esempio per tutti: l'affermarsi, in chi esercita il potere, di una mentalità autoreferenziale ed accentratrice sostenuta dalla propria abilità a costruire una rete di amicizie e conoscenze capaci di assicurare il raggiungimento “machiavellico” dei fini prefissati. Il prevalere dell’una o dell’altra mentalità nell'amministrare la cosa pubblica, a mio modesto avviso, può essere influenzato soprattutto dall’equipe che supporta il politico di turno, nella fattispecie del Sindaco. Collaboratori disimpegnati o comunque rinunciatari a dare il loro contributo critico non possono che far emergere la mentalità meno propositiva contribuendo all'affermarsi di un "management", quantomeno discutibile nel metodo.

Conclusioni. Nessun pregiudizio nei confronti dell'imprenditoria in generale e di quella locale in particolare. A questo proposito il mio concetto di base è semplice e può essere così sintetizzato: “Imprenditore” o “non Imprenditore”, qualunque personalità, anche la più volenterosa, carismatica e brillante, lasciata sola al comando e con possibilità di esercitare ampi poteri ha un considerevole rischio di smarrire la strada maestra e di imboccare percorsi meno lineari, dimenticando l'autentico significato della propria "mission". Solo la presenza vigile e costante di tutti i protagonisti dell’attività politico-amministrativa, elettori compresi, può garantire una corretta gestione della cosa pubblica.

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“Scongiurare condizionamenti o forme di ostruzionismo e perseguire una maggiore qualità ed efficacia dell’azione amministrativa, essendo ancora concreto il rischio di illecite interferenze della criminalità organizzata”.

Questa la motivazione contenuta nella relazione del Ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese sulla decisione di proroga di 6 mesi per la gestione straordinaria del Comune di Carmiano in seguito allo scioglimento del consiglio comunale per “riscontrati fenomeni di infiltrazione e condizionamento da parte della criminalità organizzata”. Un provvedimento avviato nel dicembre 2019 e che ha segnato la fine anticipata dell’amministrazione dell’ex sindaco Giancarlo Mazzotta, con il successivo insediamento a Palazzo di città dei tre commissari straordinari: i due viceprefetti Paolo D’Alessio e Daniela Buccoliero e il funzionario economico Michele Marcuccio.

La nota del Ministro, datata 15 marzo 2021, fa sua la relazione del Prefetto di Lecce, Maria Rosa Trio, del 5 marzo scorso, in cui è rapportata l’attività svolta e i risultati conseguiti dalla commissione straordinaria a Carmiano, “rappresentando tuttavia che l’avviata azione di riorganizzazione e riconduzione alla legalità dell’Ente non può ritenersi conclusa”.

L’organo commissariale a Carmiano – chiarisce la relazione – “ha svolto da subito attività improntata alla massima discontinuità rispetto al passato, al fine di dare inequivocabili segnali sulla forte presenza dello Stato con azioni rivolte a ripristinare la legalità dell’azione amministrativa”. A tal fine - si legge ancora – “ha avviato una generale azione di riorganizzazione degli uffici e dei servizi comunali al fine di razionalizzare le scarse risorse umane disponibili”.

L’attività dei commissari nel comune del nord Salento ha interessato tutti i settori. Evidenziate nel report: “l’attuazione di un piano specifico di razionalizzazioni con richiesta di finanziamento di 450mila euro in favore degli enti sciolti per infiltrazioni mafiosa”, nonché la “riorganizzazione con nomina di un nuovo amministratore unico e l’espletamento delle procedure per bandire nuovi concorsi pubblici d’assunzione” per la società in house providing “Carminio” che cura i servizi cimiteriali, pulizia immobili, mercato settimanale e gestione della farmacia comunale. Particolare rilevanza è stata data poi “alla complessiva opera di riordino e aggiornamento dei regolamenti comunali, tra i quali quello riferito alla contabilità, ai controlli e in materia di procedimenti amministrativi”. Approvato anche il piano anticorruzione e trasparenza.

La terna commissariale, subentrata allo scioglimento dell’amministrazione Mazzotta, ha effettuato inoltre interventi nel settore economico – finanziario ed implementato le verifiche antimafia per le pratiche pervenute allo sportello unico delle attività produttive (Suap). Occhio attento è stato rivolto anche alle strutture, con l’attivazione dell’iter per l’affidamento degli impianti sportivi comunali e per l’acquisizione al patrimonio comunale di un bene immobile confiscato alla mafia. Riflettori accesi sui lavori pubblici con l’adozione del piano triennale per le opere 2020/2022, con l’elenco degli interventi prioritari tra i quali “la realizzazione di una nuova caserma dei carabinieri, la valorizzazione del patrimonio artistico e storico del territorio, il miglioramento delle strutture comunali destinate all’attività sportiva e didattica”.

Il Ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, preso atto dell’analisi del Prefetto di Lecce con richiesta di estensione di altri 6 mesi dell’attività commissariale “per consolidare l’incisivo segnale di cambiamento nella gestione dell’Ente locale” ha ritenuto quindi esistenti le condizioni per la proroga. Provvedimento decretato lo scorso 24 marzo dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha prolungato così da 18 a 24 mesi la gestione straordinaria dell’Ente, con termine fissato al prossimo dicembre.

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“Ho letto con attenzione l’articolo apparso pochi giorni addietro su “ViviCittà” scritto dall’amico Tonino Lauretti, il quale non è nuovo ad iniziative proiettate a suscitare sani e giusti dibattiti su temi in ambito sociale, culturale e politico, come l’ultimo trattato. Se dunque lo scopo è stato quello di aprire un dibattito io sono qua a dire la mia.

Premetto che condivido per diversi tratti quanto sostenuto, anche se ritengo doverosa qualche precisazione. Sono d’accordo che a partire dagli anni “90” molto è cambiato in materia di legislazione degli Enti Locali, per esempio con l’elezione diretta del Sindaco, oppure con la c.d. “Legge Bassanini” che ha separato la funzione di indirizzo politico e controllo dalla funzione prettamente gestionale, la prima di competenza degli organi politi e la seconda di competenza dell’apparato burocratico e dirigenziale dell’Ente. Per quanto riguarda l’elezione diretta del Sindaco è del tutto vero che nell’attuale sistema elettorale egli acquisisce in maniera immediata la rappresentatività dell'ente locale, così apparendo spesso l’attore principale al quale attribuire il merito della vittoria, anche se in gran parte frutto dei singoli candidati che disseminano sul territorio impegno e risorse personali per ottenere consensi utili alla causa.

E’ altrettanto vero che una volta eletto il Sindaco, in virtù del potere che gli deriva dalla legge, nomina gli Assessori e può anche revocarli senza dover rendere conto a nessuno, né a partiti né all’elettorato. Condivido sin qui il pensiero dell’amico Tonino secondo cui oggi il Sindaco è più un Manager che altro, al quale spesso gli viene riconosciuto anche tutto il merito (o demerito) dell’azione amministrativa, spesso, però, frutto anche e soprattutto dell’impegno della Giunta e del Consiglio Comunale.

E’ un sistema quello attuale non perfetto, come tutti i sistemi e leggi, suscettibile di essere migliorato, ma mai perfetto. Non esiste la legge perfetta. Esiste però il buon senso di chi deve applicarla ed interpretarla a tutti i livelli.

Devo però riconoscere che anche il precedente sistema elettorale non era esente da imperfezioni e non proprio giusto e corretto. Infatti, nella precedente disciplina normativa il Sindaco era una sorta di primus inter pares, eletto dal Consiglio con gli Assessori, ed era, in sostanza, con l'intera Giunta, legato agli accordi della maggioranza consiliare, espressione di questa e, nelle forme degenerative che purtroppo negli anni si sono verificate, a volte schiavo della stessa. Le imboscate degli Assessori, appartenenti a correnti diverse da quella del Sindaco o a partiti di coalizione non del tutto in linea con la maggioranza, erano tutt'altro che infrequenti. E comunque il Sindaco doveva rispondere continuamente alla coalizione e alla Giunta, di tutta la sua azione quale capo dell'amministrazione.

La legge 81/1993, ha privilegiato la stabilità governativa, accentrando nella figura del capo dell'amministrazione eletto direttamente i compiti di direzione e controllo dell'azione amministrativa. Ecco perché è il Sindaco, e non più il Consiglio, che nomina gli Assessori, i quali formano una sorta di consiglio politico-amministrativo, uno staff che lo coadiuva, ma non può più tenere le redini del gioco.

Ciò detto, il successo o l’insuccesso dell’attuale sistema dipende comunque e sempre dalla volontà del Sindaco eletto di volta in volta, poiché la legge, da interpretarsi ritengo sempre in maniera elastica e democratica, gli permette ancora di attribuire alla Giunta e all’intero Consiglio Comunale lo spazio e l’importanza che meritano. Mediante l'Assessore per esempio, preposto ad un ramo amministrativo, il Sindaco può esercitare più agevolmente la funzione di indirizzo politico. La preposizione di un Assessore ad un certo ramo di competenze dovrebbe integrare un incarico di trade union, tra Sindaco e macchina amministrativa: ovvero, l'Assessore può e deve avere la funzione di agire (con delega piena) in prima persona per garantire l'indirizzo politico, esercitando il proprio potere di direttiva, controllando tempi e modalità di attuazione di piani e programmi della Giunta e nel rispetto di questi. Così come può e deve recepire istanze e suggerimenti della macchina amministrativa e proporli alla Giunta per l'elaborazione e definizione di nuovi progetti, per correggere il tiro dei programmi, per guardare ai nuovi obiettivi. E’ la legge stessa che attribuisce tale importanza all’Assessore, ove si prevede che gli incarichi dirigenziali possono addirittura essere revocati in caso di inosservanza da parte dei dirigenti delle direttive anche dall'Assessore. La norma in questione, quindi, implicitamente, attribuisce all'Assessore come soggetto autonomo e non più componente di un organo collegiale, un potere specifico, tipico del rapporto di direzione: la direttiva. Ed è un potere talmente forte che la deviazione del dirigente dalle linee proposte dall'Assessore può comportare addirittura una sanzione pesante come la revoca dell'incarico. Questo potere dell'Assessore va, comunque, inquadrato nel corretto piano dei rapporti istituzionali.

Ora, è vero che negli ultimi anni spesso i Sindaci (non mi riferisco solo a Carmiano) hanno interpretato il loro mandato in maniera autoritaria e, mi si consenta, poco partecipata da parte del resto della macchina politico amministrativa, Assessori compresi. Ma il successo o meno di una legge sta sempre nel buon senso di chi la applica e la fa valere. E’ vero che il Sindaco con l’attuale sistema elettorale ha un ruolo di primaria importanza, che lo affranca giustamente dai colpi bassi della maggioranza consiliare cui un tempo era assoggettato, ma è anche vero che esistono gli strumenti legali per attribuire la giusta importanza e competenza a tutto il sistema, Giunta e Consiglio Comunale; dipende solo dalla personalità del singolo e dall’impronta più o meno democratica e partecipata che si vuole dare ad una Amministrazione. Esiste per esempio la possibilità per il Sindaco di attribuire anche al singolo Consigliere Comunale studi su determinate materie, compiti di collaborazione circoscritti all'esame e alla cura di situazioni particolari. In questo senso si è espresso Il TAR Toscana con sentenza n. 1248/04 del 27 aprile 2004 che ha ritenuto che lo statuto (…)” possa prevedere la delegabilità da parte del Sindaco ad un Consigliere di alcune competenze, che non comportino l’adozione di atti a rilevanza esterna e compiti di amministrazione attiva, limitate ad approfondimenti collaborativi per l’esercizio diretto delle predette funzioni da parte del Sindaco che ne è titolare”. In definitiva, come si vede, gli strumenti legali per attribuire a tutti un compito di partecipazione effettiva alla gestione della cosa pubblica esistono, in attuazione di quello “spirito collaborativo” invocato dall’amico Tonino tra la maggioranza, minoranza e Sindaco.

Per rispondere poi sul riferimento alla figura del Sindaco Manager, che ha portato molti imprenditori ad ingerirsi personalmente e direttamente nella gestione della cosa pubblica, a differenza che nel passato in cui si sarebbero limitati a semplici finanziatori dei partiti, ritengo che il sistema della “vecchia repubblica” sia fallito proprio in questo, cioè nel ritenere “normale” il finanziamento ai partiti (illecito), ragion per cui si giunse a “mani pulite”. Certamente questo non andava bene prima e, forse, è più giusto che l’imprenditore si spenda in prima persona e ci metta la faccia. Magari è l’approccio che oggi non va bene e deve cambiare, non potendosi più pensare che la gestione della cosa pubblica sia e possa diventare una cosa da ricchi, una casta. Ciò può essere evitato solo con la onestà intellettuale e l’impegno di ciascuno di noi, singoli e forze sociali comprese, posto che, come innanzi ho detto, la legge pone già a disposizione gli strumenti per una gestione della cosa pubblica democratica e partecipata.

Tuttavia, sono d’accordo che l’argomento sia da approfondire, così, come, concordo che sia oramai giunto il momento che alcune questioni vengano affrontate, senza ingerenza sugli aspetti personali e senza ingerenza su questioni prettamente processuali che riguardano altre sedi. Sono anche d’accordo che sia giunto il momento per incominciare a parlare delle prossime elezioni amministrative, anche se non ritengo ancora sia giunto il momento per fare dei nomi di candidati ad ogni livello e, comunque, penso che si debba sempre dialogare senza pregiudizio e veti.

Raccolgo il monito dell’amico Tonino Lauretti che il futuro di Carmiano e Magliano, è nelle mani di tutti i cittadini, me compreso ovviamente”.

Gianni Erroi

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