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Giovedì, 02 Maggio 2024
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Rabbia, smarrimento e confusione sono le sensazioni più gettonate a Carmiano in attesa di conoscere le motivazioni contenute nel dispositivo di scioglimento del Consiglio Comunale emesso lunedì sera dal Consiglio dei Ministri, per accertato rischio di infiltrazioni mafiose. Intanto oggi dovrebbero arrivare i commissari in Comune.

A parlare tra gli amministratori di maggioranza è Daniele Carrozzo. Il presidente dell’assise investita dal provvedimento, figurerebbe infatti nella relazione di oltre 100 pagine redatta dalla commissione d’accesso, poi avallata dal Prefetto di Lecce Maria Teresa Cucinotta e inviata al Viminale. “Ero arrabbiato e deluso prima, ed ora lo sono ancora di più. Nel governo Mazzotta non esiste legame con la malavita. Sulla mia vicenda – chiarisce Carrozzo – si sono dette diverse inesattezze. Le descrizioni fatte sono errate. Innanzitutto sul caso cartellonistica e tribuna del campo da calcio – precisa l’amministratore – risponde un’azienda non di mia proprietà, ma si tratta comunque di canoni di concessione, e non appalto, convertiti in opere pubbliche secondo quanto stabilito da una delibera di consiglio comunale risalente al 2007, quindi a precedenti amministrazioni. Inoltre le autorizzazioni per gli impianti sono state date nel 2004. Ma tutta la situazione chiaramente amministrativa – aggiunge Carrozzo - a questo punto è grottesca, perché di evidenza pubblica e già ampiamente chiarita in consiglio comunale. Attendiamo quindi le motivazioni e poi faremo le necessarie riflessioni, ma non c’è nulla che ha a che fare con la mafia”.

Bocca cucita invece da parte dell’assessore Emanuela Bruno, anche lei finita sotto la lente d’ingrandimento dei commissari.

Tra le opposizioni, che inevitabilmente sono state colpite dal provvedimento di scioglimento, a parlare invece è l’esponente di minoranza Stefania Carrozzo Magli. “In questi anni sono state tante le segnalazioni in ambito politico-amministrativo portate avanti dal gruppo di opposizione e inascoltate dalla maggioranza. Purtroppo – prosegue la consigliera di minoranza - questa è una decisione che rammarica, ma noi consiglieri di LiberAzione siamo tranquilli, abbiamo rispetto e piena fiducia nel lavoro svolto dalle istituzioni. L’auspicio è che i prossimi 18 mesi servano per un rinnovamento che possa far ripartire il paese”.

Intanto anche sui social e nei luoghi di ritrovo cittadino, tra favorevoli e contrari si alimenta il dibattito. Alle dichiarazioni del primo cittadino Giancarlo Mazzotta, replica Camillo Villani Miglietta, ex consigliere Bcc Terra d’Otranto e figlio dell’onorevole Achille Villani Miglietta. “Mi sento in dovere di rompere il silenzio ed intervenire per una questione di correttezza nei confronti della cittadinanza prima ancora che della mia famiglia – scrive Villani Miglietta. Ho condannato fin da subito spiacevoli festeggiamenti in quanto Carmiano merita una profonda pausa di riflessione e non di atti che rendano l’aria ancor più irrespirabile. Allo stesso modo non posso accettare che l’unica giustificazione che venga data dal Mazzotta alla cittadinanza sia la versione del complotto ordito nemmeno fossimo ai tempi della guerra fredda, come se un unico soggetto possa influenzare il lavoro di encomiabili funzionari di Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza, Prefetto e addirittura dipendenti del Comune stesso – aggiunge l’ex consigliere BCC. Sarebbe la trama di un film da premio oscar. Dubito infatti che l’ex Sindaco si sia difeso nelle sedi opportune, sia per la vicenda BCC che per la questione comunale, semplicemente additando responsabilità ad un solo uomo o ad una scelta di partito sbagliata, se così fosse ecco spiegato il motivo del procedimento penale e del commissariamento, i quali non sono una scelta politica ma un obbligo di legge al quale sottostare. Auspico che tutti i consiglieri possano difendersi con coscienza ed attenzione sposando tesi difensive differenti da quelle utilizzate dal Mazzotta, troppo poco rispettose nei confronti di un paese che pretende verità ed è stanco di chiacchiere e giustificazioni da bar. La comunità, così come il Consiglio dei Ministri non abbocca – conclude Camillo Villani Miglietta”.

Nel tessuto sociale ferito che prova a rialzarsi e nelle ultime ore vive anche il giallo dello “smontaggio” del presepe in Piazza Assunta, le associazioni giovanili prendono posizione. “Siamo consapevoli che la legge sia una garanzia del bene comune, ma non si può essere felici di tale accaduto, che ha conseguenze in primis sull’immagine della nostra comunità – scrive il direttivo di Giovani InFormazione. Crediamo che Carmiano abbia anche tanto da vantare, tra cui le numerose persone come noi che ogni giorno svolgono attività sociale per migliorare il mondo che ci circonda. Non ci fermeremo e crediamo che quanto accaduto debba spronare a fare sempre di più e meglio per rendere Carmiano un paese migliore”.

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Lo scioglimento del consiglio comunale a Carmiano coinvolge anche i cinque consiglieri di minoranza. In attesa della notifica del provvedimento, che decreterà la fine anticipata del mandato per gli amministratori, tra i primi a parlare, seppur cautamente, è Gigi Bruno, esponente del gruppo di opposizione “LiberAzione”.

“Una decisione che in paese purtroppo ci si attendeva da tempo. In cinque anni di amministrazione sono state innumerevoli le interrogazioni e le interpellanze su diverse scelte politiche, avanzate all’indirizzo della maggioranza che ha ritenuto tuttavia di poter fare da sola – commenta il consigliere di minoranza. Questo è il risultato, Carmiano si ritrova a dover subire l’onta di un provvedimento che non merita”.

Decreto di scioglimento che inevitabilmente manda a casa tutti i consiglieri comunali. “Attendiamo di conoscere le motivazioni del provvedimento prima di esprimere ulteriori considerazioni. Inutile sollevare clamore che può solo danneggiare la comunità – prosegue Gigi Bruno. Ora si ripartirà dai tre commissari inviati dal Governo, che sapranno lavorare al meglio per bonificare quanto di negativo è stato riscontrato all’interno dell’Ente dalla commissione d’inchiesta e dal Prefetto di Lecce”.

Sulla stessa lunghezza d’onda la dichiarazione del consigliere Mino Bruno. “Tanto è stato detto e denunciato nei consigli comunali. Abbiamo anche proposto due assise monotematiche per le dimissioni collettive a cui è stato dato parere negativo dalla maggioranza. Sul resto ci sarà tempo per esprimersi – chiarisce Bruno - attendiamo prima di conoscere il decreto del Consiglio dei Ministri”. Deluso dallo scioglimento per l’accertato rischio d’infiltrazioni mafiose si dice anche il consigliere Gerardo Mazzotta, presente in assise dal 1993. “Un duro colpo, che oggi fa male, ma servirà per spazzare via i responsabili e partire col rinnovamento”.

Intanto in paese i cittadini sono sgomenti. Sui social invece si creano le fazioni tra favorevoli e contrari, per un provvedimento che colpisce tutti e spinge l’onorevole Achille Villani Miglietta ad un breve commento: “Un disonore che nessun comune dovrebbe vivere. Un duro colpo per la nostra comunità, che dopo il commissariamento della banca cittadina – sottolinea l’ex sindaco - si trova a dover fare i conti con lo stesso provvedimento per l’Ente pubblico”.

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“Ambizioni di politica nazionale, interessi locali e il caso BCC, hanno innescato la macchina del fango che mi ha tagliato le gambe. La mafia è altrove ed io in questi anni ho subito e sempre denunciato minacce e atti intimidatori. Con questo provvedimento si segna la morte della democrazia”. A parlare è Giancarlo Mazzotta, raggiunto telefonicamente in viaggio a Medjugorje, città della Bosnia celebre nel culto cattolico per le apparizioni della Madonna, a poche ore dal provvedimento di scioglimento dell’assise comunale di Carmiano deciso dal Consiglio dei Ministri per accertati sospetti di infiltrazioni mafiose nella gestione dell’Ente ai sensi dell’art. 143 del TUEL.

Da poche ore non è più sindaco di Carmiano, cosa prova?

“Tanta rabbia per un provvedimento assurdo e ingiusto. Provo grande delusione, perché in questa vicenda sono io la vittima di gravi atti intimidatori frutto della cattiveria umana. Sono amareggiato, ma resto una persona perbene e andrò avanti a testa alta”.

Un’esperienza politica la sua, durata quasi 10 anni, in rapida ascesa, ma segnata anche da numerosi gravi fatti di cronaca.

“Un’esperienza kafkiana. Sono sempre stato una persona educata e rispettosa del prossimo. Prima di entrare in politica mi occupavo solo delle mie aziende turistiche e della mia famiglia. Poi la discesa in campo ha creato gelosie, sollevato interessi altrui e tutti i problemi che ne sono derivati”.

Si spieghi meglio

“Eletto sindaco nel 2010, da subito ho dovuto fare i conti con le vicende “Palazzo dei Celestini” e “Lodo spazzatura” da oltre 2milioni di euro. Inoltre, qualche mese dopo uno strano soggetto mi avvicinò per propormi l’acquisto per le mie attività imprenditoriali di un terreno “vincolato” sulla litoranea Nardò-Avetrana. Una proposta assurda e fuori legge che andai subito a denunciare al comando provinciale dei carabinieri di Lecce. Credevo che tutto fosse finito li, invece nell’agosto del 2011 sul cancello di casa mi è stata recapitata la testa di un maiale mozzato, con all’interno un bigliettino di minacce che recitava “lascia stare i santi in paradiso, altrimenti tu e tuo figlio grande morirete”. Come posso essere trattato da carnefice davanti ad evidenze simili, in cui ho contrastato il metodo mafioso. Ora non sta a me giudicare ed ho fiducia in chi ha condotto le indagini, ma vorrei finalmente delle risposte per accertare la verità e dimostrare che forse alcuni atti, erano strumentali a questo epilogo”.

Al “messaggio” del maiale sono seguiti poi altri atti intimidatori, mentre la sua amministrazione cittadina, perdeva pezzi e cambiava volti.

“Altra situazione paradossale è l’impianto biogas che nel 2013 alcuni soggetti volevano realizzare nel territorio di Carmiano. Io mi opposi e chiesi la fiducia sulla mia persona per bloccarne la costruzione. La mia scelta portò alla rottura con l’allora assessore, l’ex onorevole di An, Achille Villani Miglietta. Contemporaneamente indossai la casacca politica di Ncd al fianco di Angelino Alfano, per intraprendere un nuovo progetto politico nazionale ad ampio respiro. Scelte col senno di poi che analizzo e comprendo che forse da quel periodo è iniziata la macchina del fango nei miei confronti”.

Oltre la politica che nel 2014 segna il suo passaggio in Forza Italia, un ulteriore step è segnato dall’intricata vicenda BCC con le votazione per il rinnovo del cda dell’istituto di credito Terra d’Otranto, che videro suo fratello Dino eletto alla carica di presidente.

“Fallito il progetto Ncd entrai nel partito di Berlusconi, con mio figlio Paride che dopo pochi mesi divenne coordinatore provinciale di Lecce. Ma in quel periodo i “consigli” e i suggerimenti di lasciar perdere erano tanti, forse la nostra affermazione su più livelli stava disturbando e creando invidia”.

Nel successivo biennio 2016-17 ritornano gli attentati.

“Si. Tra banca e la quasi certa candidatura in Parlamento, gli interessi nazionali si mischiano con quelli locali e qualcuno ha deciso di alzare il tiro nei miei confronti. Prima una lettera di minacce e poi due bombe molotov lanciate nel cortile di casa. Ma sono tutti fatti che ho denunciato, sperando di ottenere giustizia”.

Nonostante continui a professarsi innocente, nel marzo 2018 però le arriva l’avviso di conclusione delle indagini con rinvio a giudizio per la vicenda Bcc.

“Il colpo per spezzarmi le gambe. L’ennesima polpetta avvelenata, come le storie sul pentito che non ho mai incontrato e non conosco, e il parente, solo per l’anagrafe, affiliato alla Scu. La verità verrà a galla. Tempo al tempo, il prossimo 9 dicembre saremo in aula con prove certe e circostanziate, sperando che la giustizia faccia il suo corso”.

Il resto è attualità, con lo scioglimento del consiglio comunale e il commissariamento per i prossimi 18 mesi.

“E’ un momento di lutto che vivo, ma vado fiero della mia onestà e del mio operato al servizio della comunità e nel rispetto della legge. I miei cittadini sono gente perbene, e i pochi che sparano fuochi per festeggiare dimostrano povertà umana. Ora attendiamo le motivazioni del provvedimento, poi faremo appello. La strada è irta, ma la mia coscienza di uomo chiede giustizia. L’amministrazione Mazzotta non è mafiosa”.

Si chiude qui la sua carriera politica?

“Era già finita, non mi sarei ricandidato. Anche mio figlio Paride lascerà il ruolo in Forza Italia. Si facciano avanti gli altri, il mio impegno politico termina qui, sono orgoglioso di quanto realizzato con la consapevolezza che ho dato tutto me stesso anteponendo il bene della comunità a quello personale”.

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