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Venerdì, 19 Aprile 2024
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In via di guarigione il medico di Copertino contagiato. "Giorni duri, ma ora sto bene".

In via di guarigione il medico di Copertino contagiato. "Giorni duri, ma ora sto bene".

Respira da solo e si avvia a guarire dalla positività al virus “covid-19” che in questi 10 giorni di cure ospedaliere ne ha fiaccato corpo e mente, isolandolo dalla realtà. E dal suo impiego di medico. Da professionista in prima linea a paziente del reparto infettivi, il passo è stato breve quanto beffardo, sofferto, per il dottore in servizio all’ospedale “San Giuseppe da Copertino”, tra i primi in Salento ad essere colpito dal coronavirus. Dopo 7 giorni nel reparto di infettivi del “Vito Fazzi” di Lecce, da circa 48 ore, il cinquantenne è stato trasferito nel polo riabilitativo di San Cesario, convertito appositamente dalla Regione Puglia per curare l’emergenza sanitaria in atto.

Giorni difficili alle spalle, che lentamente lasciano spazio alla speranza e alle terapie, ritemprando il fisico dell’uomo e inibendo febbre e polmonite da Coronavirus.

Il medico, resta comunque isolato nella sua stanza, collegato col mondo esterno solo attraverso il suo cellulare, con cui alterna qualche chiamata in famiglia, messaggi con amici e news da leggere. Nessuno contatto è concesso in reparto. Al mattino un saluto fugace dagli infermieri che passano avvolti nei grossi “tutoni” per la terapia e poi pasti leggeri a scandire la sua giornata sino al riposo. Ma l’ottimismo all’uomo non manca, l’ossigeno in corpo pian piano è risalito su buoni parametri, e la sua voce non più affannosa, è in grado di raccontare sensazioni ed impressioni sul suo stato di salute. “Ora va meglio, la mia esperienza sta evolvendo in positivo – racconta il medico - ma non è ancora finita la battaglia contro il virus”.

Dal primo giorno di febbre accusata dal dottore sono trascorse due settimane. “Sono stati giorni duri. Il virus colpisce a livello polmonare – sottolinea l’uomo - debilitando notevolmente il fisico. Nel mio caso non è stata un’infezione aggressiva e la cura medica che sta facendo effetto, dopo aver smaltito tosse e febbre, gradualmente mi sta permettendo di recuperare anche le forze”.

Terapia che lo stesso medico spiega basarsi su un mix di farmaci antivirali e anti-artrite. “Al momento la cura consiste nell’utilizzo connesso di farmaci mutuati dal trattamento della Hiv e di un medicinale, sperimentato già ai tempi della Sars, solitamente usato come prima terapia contro l’artrite”. Poi il pensiero ai prossimi step da compiere sino alla definitiva guarigione. “Occorre pazienza in queste situazioni. La mascherina per l’ossigeno la utilizzo raramente e spero non ce ne sia più la necessità – aggiunge l’uomo - ma sono consapevole di dover restare ricoverato ancora per alcuni giorni. Farò una tac di controllo e sino a quando i valori non torneranno negativi, non potrò ritenermi guarito. Il rischio del contagio si combatte con l’isolamento e la piena fiducia nel lavoro che tutti gli operatori sanitari stanno svolgendo senza sosta”.

Periodo di degenza in ospedale che ha comunque permesso al dottore di analizzare da paziente contagiato quanto sta accadendo. “Ho un po’ di paura sui numeri che verranno fuori. Ad infettivi sono tanti i ricoveri, anche precedenti al mio – rivela il dottore. Mi auguro che i cittadini pugliesi siano stati responsabili nel rispettare i divieti anti contagio. Le criticità sono numerose e le previsioni, basate anche sui dati delle altre regioni, non mi lasciano tranquillo. Ma spero di sbagliarmi”. Un caso, quello del medico di Copertino, definito come il contagio numero 2 in provincia di Lecce, e che più di altri ha fatto discutere. “E’ bene che si sappia che a richiedere il tampone di controllo sono stato io e da subito mi sono messo in autoisolamento. La ferita più grande di questo periodo – conclude il medico - sono state le cattive parole di quanti hanno giudicato la mia persona senza sapere”.

Andrea Tafuro

Fonte: NuovoQuotidianodiPuglia

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