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Truffa da 16 milioni con gli F24

Truffa da 16 milioni con gli F24

“Professionisti nel commettere reati contro l'Erario e nel reinvestirne i profitti illeciti”: così il gip Anna Calabi ha definito le tre persone finite agli arresti domiciliari ieri, nell'ambito di una seconda tranche dell'operazione “New Job” che vede indagate, nel complesso 43 persone fisiche e 17 persone giuridiche e che riguarda una truffa da 16 milioni di euro commessa tramite il modello di versamento di imposte e contributi F24. Nei guai, ieri, sono finiti due imprenditori lombardi e un 45enne di Carmiano, segretario generale di Federaziende.
Il meccanismo della truffa, definito dagli stessi investigatori innovativo, funzionava così: alcune società non operative - create ad hoc dai tre attraverso complici e prestanome, poco prima di mettere in atto la truffa - chiedevano all'Agenzia delle Entrate, tramite F24, versamenti a ignari fondi pensione e enti bilaterali con sede su tutto il territorio nazionale. Il tutto avveniva senza esborso di denaro, ma utilizzando in compensazione crediti di natura tributaria e previdenziale inesistenti, tra cui ad esempio il credito per famiglie numerose, il cosiddetto bonus Renzi. A questo punto, secondo quanto ipotizzato dagli inquirenti, le stesse società chiedevano il rimborso delle somme - circa 16 milioni di euro, provento della frode - agli stessi fondi pensione ed enti bilaterali, sostenendo di aver commesso degli errori nella domanda di accredito in loro favore. Infine, per ottenere il visto di conformità sui modelli F24 necessario all'utilizzo dei crediti di compensazione, secondo quanto emerso dalle indagini, il sodalizio usava codici fiscali di ignari professionisti, alcuni dei quali erano anche deceduti.