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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Rischio beffa per il Mezzogiorno sui fondi del Recovery plan.

Rischio beffa per il Mezzogiorno sui fondi del Recovery plan.

Trentacinque i miliardi che sarebbero esplicitamente destinati al sud a fronte degli 82 ipotizzati in fase di progettazione del PNRR. A lanciare l’allarme l’economista Gianfranco Viesti sulla base del dossier elaborato dai Servizi studi delle Camere. L’analisi sul report pone in evidenza la carenza di investimenti chiari e parte dei fondi destinati su ferrovie e grandi reti in parte già finanziate con altre risorse, come la Napoli – Bari. Ciò non significa tuttavia che al Sud arriveranno solo 35 miliardi, ma al momento sono quelli garantiti attraverso linee d’intervento con precisa indicazione di localizzazione territoriale. Per gli altri si vedrà. Per ora quindi le certezze per il meridione restano poche, mettendo a rischio anche le stime di crescita previste dal Governo, pari ad un terzo dei 15 punti di Pil aggiuntivi a livello nazionale.

Analisi di Gianfranco Viesti che interessa la Puglia e apre alla riflessione del presidente di Confindustria Puglia, Sergio Fontana. “Condivido la preoccupazione e spero che il Governo Italiano non voglia tradire le aspettative dell’Europa, degli italiani e del sud. Con il recovery found, che destina il 40% delle risorse al sud a fronte del 34% della popolazione italiana, si vuole ridurre le distanze ed equiparare i livelli essenziali delle prestazioni tra sud e nord d’Italia. Auspico quindi che il governo Draghi comprenda l’importanza che riveste il sud per il rilancio dell’intero Paese. Non c’è futuro per l’Italia se non c’è un meridione forte, capace di fare un salto di qualità enorme rispetto alla condizione attuale. Sfruttiamo al meglio questa mano che ci tende l’Unione Europea. Lo sviluppo del Mezzogiorno, come ribadito dal presidente nazionale di Confindustria, Carlo Bonomi – sottolinea Fontana – è fondamentale per lo sviluppo dell’Italia. E l’obiettivo si può raggiungere tramite la riforma della pubblica amministrazione, necessaria per gestire e spendere bene e in tempi adeguati i fondi del Pnrr e il potenziamento delle infrastrutture materiali e immateriali. Potenziare quindi i porti pugliesi – prosegue Fontana - per diventare approdo per l’Europa delle merci in partenza del canale di Suez. E poi fondi mirati per sviluppare tecnologia, sanità, università e formazione. Il sud è ricco di capacità e talento, ha bisogno solo di risorse e opportunità”.

Binomio recovery plan – mondo del lavoro, affrontato invece nell’analisi del segretario generale della Cgil Puglia, Pino Gesmundo. “Ci aspettiamo che le risorse arrivino in una capacità congrua ed adeguata rispetto alle esigenze del territorio. Dal tema delle infrastrutture, all’occupazione, decarbonizzazione e transizione energetica, il mezzogiorno ha bisogno di colmare il gap che nel tempo si è accumulato rispetto al nord. La Puglia se messa in condizione di poter sfruttare al meglio le proprie potenzialità, quale turismo, agricoltura e posizione strategica nel mediterraneo, può essere volano per l’intero Paese. Se invece ci sarà riduzione delle risorse è chiaro che avremo grandi difficoltà e si rischierà il flop”. Un fallimento da scongiurare per la sopravvivenza di aziende e territorio. “I tempi di utilizzo delle risorse del Pnrr sono definiti e questo non gioca a favore del meridione rispetto ad altre parti del Paese che si trovano in condizioni migliori di poter utilizzare i fondi. per occupazioni e sviluppo. Dobbiamo fare in fretta e crescere per scongiurare

criticità di natura amministrativa piuttosto che problemi di nanismo d’impresa che ci impediscano di utilizzare per tempo le risorse. Inoltre, rispetto agli investimenti privati – continua il sindacalista Cgil - anche le grandi aziende pubbliche partecipate devono svolgere un ruolo fondamentale nel mezzogiorno per contribuire alla crescita complessiva del Paese”. Soluzioni da ricercare inoltre nel monitoraggio e nell’istituzione di una governance delle risorse a livello regionale. “Si deve creare un luogo decisionale, e in questa direzione può essere la Regione, per utilizzare opportunamente le risorse del recovery e dei nuovi fondi comunitari, che devono essere coordinati per avere una visione unica di sviluppo. Occorre quindi un luogo unico dove discutere e gestire le risorse per lo sviluppo del meridione, con una visione legata non solo al profitto – chiosa Gesmundo - ma indirizzata soprattutto alla buona occupazione”.

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