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Martedì, 14 Maggio 2024
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“Il caso ha voluto che l’inizio del servizio cominciasse proprio il 1 maggio. È un momento in cui si crea lavoro buono, positivo, stabile, non ricattabile, non sfruttato, con i contributi. È un momento che festeggia nella sostanza la Festa del Lavoro, senza fronzoli e senza chiacchiere. Buon 1 maggio a tutti”. 

Lo ha detto il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano partecipando questa mattina nel “Vito Fazzi” di Lecce alla presentazione del percorso di internalizzazione del Servizio di Emergenza Urgenza 118 da parte di Sanitaservice ASL Le, società a totale capitale pubblico di ASL Lecce. Il servizio è partito oggi anche nella Asl di Taranto che ha internalizzato 380 operatori del 118 e venerdì 5 maggio è previsto un incontro proprio a Taranto, alla presenza del presidente Emiliano, per l’avvio delle attività. 

 

“Il Direttore Generale mi ha chiesto di indossare la giubba degli operatori del 118, non l’avevo mai fatto e l’ho considerato un grande onore - ha aggiunto il presidente Emiliano - Queste ragazze e questi ragazzi, che da oggi cominciano a lavorare in modo stabile e professionale per il 118, sono stati una delle mie principali preoccupazioni perché prima lavoravano come finti volontari. Ed era un’ipocrisia che non consentiva loro la tranquillità di costruire una famiglia o di richiedere un mutuo in banca. Le stesse ragazze e gli stessi ragazzi che a tutte le ore del giorno e della notte assicurano assistenza a ciascuno di noi, persino qualche volta rischiando di essere maltrattati. L’accesso al sistema sanitario che il 118 assicura, deve crescere di livello e di serenità. Abbiamo rinnovato in tutta la Puglia, non solo a Lecce, tutto il 118: le ambulanze sono nuove di zecca, sono le più moderne. La stabilità del posto di lavoro consentirà agli operatori di professionalizzarsi ulteriormente. Un 118 professionale era necessario. E questo processo è stato anche fortemente contrastato. Una forza lavoro precaria, soggetta a pressioni di ogni tipo, anche elettorali e politiche, era una situazione assolutamente inaccettabile”.

Alla presentazione hanno partecipato anche l’Assessore alla Salute della Regione Puglia Rocco Palese, l’Amministratore unico della società in house Francesco Massaro, il Direttore del Seus 118 Maurizio Scardia, il Direttore amministrativo Yanko Tedeschi, il Direttore sanitario Antonio Bray e il Direttore generale Stefano Rossi. Presenti anche il Sindaco di Lecce Carlo Salvemini e l’Assessore allo Sviluppo Economico della Regione Puglia Alessandro Delli Noci.

Per l’assessore alla Sanità Rocco Palese “è un grande passo in avanti, con un grande intervento che offre stabilità al personale e lo qualifica sempre di più. È un grande passo in avanti anche per il sistema di emergenza-urgenza di tutta la regione. A breve, ci sarà un ulteriore rafforzamento con la telemedicina e la digitalizzazione e si apriranno grandi prospettive per gli interventi di emergenza in tutta la Puglia”.

 

Il percorso di internalizzazione del Servizio Seus 118 prevede l’assunzione da parte di Sanitaservice ASL Le, per la clausola sociale applicata, di 165 lavoratori del Seus 118 no profit, di cui 120 a partire da oggi primo maggio (42 soccorritori e 78 autisti soccorritori) e 45 dal primo giugno (16 soccorritori e 29 autisti soccorritori). 

Sono 13 le postazioni coinvolte nel primo passaggio della gestione del Servizio dalle associazioni no profit a Sanitaservice: Ambulanza Vecchio Fazzi, Ambulanza Campi, Ambulanza Veglie, Ambulanza Martano, Ambulanza Vito Fazzi, 2 Ambulanze Nardò, Automedica Vecchio Fazzi, Automedica Casarano, Automedica Vito Fazzi, Automedica Galatina, Automedica Gagliano del Capo, Automedica Scorrano. 

Il completamento del passaggio di gestione delle postazioni dalle associazioni no profit a Sanitaservice avverrà il primo giugno. 

La flotta dei nuovi mezzi, in parte già operativa e in parte in consegna, si compone di 9 auto mediche e 22 ambulanze.

  

“È un passaggio importante quello di oggi perché il Servizio del 118 è un ganglio vitale del servizio sanitario che, in Puglia, è partito grazie alle associazioni di volontariato a cui va il mio ringraziamento per quanto fatto in questi anni - ha commentato il Direttore generale di ASL Lecce Stefano Rossi - da oggi il 118 viene gestito da Sanitaservice con una cinghia di trasmissione più serrata e strutturata con la ASL. Assume rilievo che questo evento accada il Giorno della Festa del Lavoro perché con l’internalizzazione valorizziamo competenze ed esperienze di chi, da anni, opera nel settore di soccorso e di emergenza - urgenza. Ringrazio la struttura di Sanitaservice che ha reso possibile tutto questo, i sindacati che ci hanno accompagnato in questo delicato percorso di passaggio, e i lavoratori e le lavoratrici per quanto fanno ogni giorno per salvare vite umane”.

“Siamo soddisfatti per il compimento di questo percorso articolato e complesso in cui la Società in house Sanitaservice ha risposto agli input della Regione Puglia e di ASL Lecce. Parliamo dell’internalizzazione di tante realtà diverse per cui ereditiamo tante buone prassi a cui auguriamo di unire lo spirito del volontariato e, con l’internalizzazione, la cornice dei diritti di un contratto di lavoro. Puntiamo a rendere il servizio più efficiente e a potenziare alcune postazioni, anche in vista del periodo estivo”, ha commentato l’Amministratore unico della società in house Francesco Massaro.

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Lunedì, 31 Gennaio 2022 18:59

Un giorno tra Pronto soccorso e 118

Il suono delle sirene delle ambulanze in arrivo in ospedale si unisce a quello dei telefoni del 118 che squillano ripetutamente. E' un sabato mattina, la quiete che si percepisce all’esterno del “Vito Fazzi” di Lecce è solo apparente. Basta fare un passo all’interno per accorgersene. Nel pronto soccorso covid e nella centrale operativa del 118, non c’è tregua. Si corre. Si cerca una soluzione per liberare un’ambulanza o trovare un posto letto disponibile. Omicron continua ad avanzare, la diffusione dei contagi non si arresta e le richieste d’intervento si susseguono durante tutto l’arco della giornata. Intorno alle 12, l’orario di punta. I 36 mezzi di soccorso, tra ambulanze e auto mediche sono già tutte fuori per attività, ma i terminali continuano a squillare, oltre 20 le persone in attesa di soccorso. Il sistema soffre, il personale è in affanno. Le soluzioni non sempre sono immediate. A volte si deve ricorrere anche all’intervento dei vigili del fuoco per dare supporto ai sanitari in difficoltà per completare un ricovero di soggetti fragili.

Pochi metri separano la centrale operativa del 118 dal pronto soccorso. I due presidi, in prima linea nelle emergenze urgenze, messi sotto pressione dalla quarta ondata covid, che toglie il fiato e complica anche le richieste di cura dei malati cronici e dei casi oncologici. Il passaggio obbligato per tutti è l’area del triage. Qui si svolge il tampone di verifica e lo smistamento dei pazienti. In base all’esito, se il test è negativo arriva l’ok per l’area pulita, da raggiungere attraverso un lungo corridoio sul lato destro. A metà strada una stanzetta di pochi metri destinata da alcuni giorni ai codici rossi. Più avanti, i casi bianchi, verdi e gialli. Se invece l’esisto del tampone è positivo si svolta a sinistra, per la zona covid. Un cartello sulla porta serve a ricordare la distinzione e avvertire i più distratti. In pronto soccorso si continua a lavorare a ritmi elevati, medici e infermieri si danno il cambio sui pazienti in osservazione. A volte qualche incomprensione, la stanchezza sopraggiunge e si rischia l’errore. Nel corridoio un’anziana sulla barella attende il suo turno e l’esito del tampone.

“L’insufficienza di personale si riflette sull’attività quotidiana – osserva un medico. Siamo in difficoltà da tempo, ma ora è tutto più evidente perché il covid ha messo a nudo le carenze del sistema sanitario. Purtroppo il virus corre anche in corsia e circa il 20% della forza lavoro è costretta in quarantena. In questa cornice – aggiunge il dottore - i reparti covid sono quasi saturi e i pazienti restano in pronto soccorso o in ambulanza ad attendere il loro turno”. Il numero dei ricoveri registrati ieri al “Fazzi”, infatti, non lasciano tempo per rifiatare: 137 i positivi nei reparti a fronte di 5 decessi. Area medica covid (medicina e pneumologia) sold out, mentre l’area critica ha ancora pochi posti disponibili nel reparto di rianimazione. Mentre in attesa di un posto letto, da 24/36 ore, ci sono ancora 12 pazienti.

Qualche passo indietro e fuori dall’area off-limits per il covid, la tensione tra i sanitari diminuisce e i movimenti sono meno frenetici. Nell’area pulita del pronto soccorso alcuni anziani prendono posto sulle sedie, non sono in tanti, ma aspettano il loro turno in compagnia dei familiari e ogni barella che passa è guardata con sospetto. “Speriamo bene – sussurra un anziano – siamo qui per curarci ma il rischio contagio spaventa e non lascia esenti neppure gli ambienti ospedalieri”. Contemporaneamente le ambulanze continuano ad entrare ed uscire dal presidio ospedaliero leccese. In sosta, davanti all’ingresso del pronto soccorso, ce ne sono ancora quattro. La prima ad avere l’opportunità di “sbarellare” il paziente è ferma da circa 2 ore. L’autista, avvolto nella tuta bianca da inizio turno, è esausto. “Lavoriamo senza sosta – chiarisce l’operatore – la situazione a bordo delle ambulanze è difficilissima. Le richieste d’intervento ogni giorno sono numerose, ma le nostre forze sono al limite. La presa in carico e la consegna dei casi covid poi richiede una procedura particolare. In ospedale purtroppo i posti letto sono saturi e per questo all’esterno dei pronto soccorso si creano lunghe code che ci obbligano ad attese interminabili, che mettono a rischio anche la nostra salute. Ma non finisce qui – aggiunte l’autista - una volta consegnato il paziente, è il turno della sanificazione del mezzo. Se l’apparecchiatura del “Fazzi” è libera, occorrono ulteriori 20 minuti, altrimenti siamo costretti ad andare a Galatina, sprecando tempo ed energie che potrebbero essere utili sul territorio per altri interventi”.

Il tempo scorre e le richieste di soccorso si accavallano. Si è fatta sera, ma il circuito d’intervento non si ferma. La luce artificiale dell’illuminazione pubblica si riflette su quella delle sirene dei mezzi di soccorso, ancora una volta lanciati in interventi tra emergenze e pandemia.

A.T.

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È stato consegnato oggi al Vito Fazzi di Lecce il robot chirurgico "da Vinci Xi", l’ultima evoluzione della chirurgia mininvasiva, successiva alla laparoscopia, che consente di eseguire interventi chirurgici complessi con una tecnica sicura e poco invasiva.

Il robot viene manovrato a distanza dal chirurgo che, seduto da una console,"traduce" i suoi movimenti sul piano operatorio. Il sistema computerizzato trasforma il movimento delle mani in impulsi che vengono convogliati alle braccia robotiche: urologia, ginecologia e chirurgia generale le principali branche di applicazione del robot, riconosciuto come la migliore apparecchiatura per la chirurgica robotica assistita.

"Il sistema robotico da Vinci porta il nostro Ospedale ai massimi livelli consentiti dalla tecnologia per l'assistenza chirurgica e per la ricerca di nuovi approcci terapeutici in settori di grande importanza che sono la chirurgia generale, l'urologia e la ginecologia. Questi strumenti, che già sono in mani esperte grazie ai nostri Direttori di Unità operativa, costituiranno un validissimo strumento per la formazione di tanti giovani medici che in questo periodo abbiamo reclutato nelle singole specialità. Ed è questo il motivo per cui abbiamo voluto due console chirurgiche in maniera da poter rendere concretamente fruibile lo strumento da parte degli studenti, sotto il controllo diretto del personale esperto. È un passo che abbiamo voluto fare avvalendoci dell'ausilio dell'Università del Salento e in particolare del Dipartimento di Ingegneria e Robotica proprio perché il da Vinci sarà un ulteriore strumento per la didattica ai futuri medici e ai futuri specialisti. Per tutti ringrazio il Rettore" ha dichiarato il Direttore generale della ASL Lecce Rodolfo Rollo.

Il Robot da Vinci è stato installato nel blocco operatorio del Dea Vito Fazzi e sarà utilizzato, dopo le necessarie procedure di training applicativo, dalle Unità operative complesse di Chirurgia, Ginecologia e Urologia.

"Questo macchinario rappresenta un grande passo per l’azienda, a beneficio di tutta la comunità salentina. Ormai a Lecce possiamo garantire un percorso di cura all’avanguardia. Infatti, assieme ad altri importanti investimenti, l’acquisizione della piattaforma robotica da Vinci di ultima generazione pone la dotazione tecnologica dell’Urologia del Vito Fazzi sullo stesso piano dei migliori centri a livello nazionale ed internazionale. Nella nostra disciplina i vantaggi sono evidenti sopratutto nella chirurgia per il tumore della prostata, del rene e della vescica; però è bene ricordare che l’uso del da Vinci deve avvenire sempre nel rispetto delle indicazioni e della sostenibilità economica" ha dichiarato il Direttore della Uoc Urologia del Vito Fazzi Vincenzo Pagliaruolo.

"L'arrivo del sistema robotico da Vinci Xi, garantisce l'implementazione e il completamento dell'assetto tecnologico e biomedico del polo ospedaliero Vito Fazzi-DEA, in linea con i migliori standard chirurgici mondiali, a testimonianza del fatto che il percorso di sviluppo dell'ASL Lecce è in continua evoluzione. Il sofisticato sistema robotico permette un approccio mini-invasivo per una vasta e articolata gamma di procedure chirurgiche complesse, offrendo al chirurgo che lo governa una visione di campo magnificata in 3D, la possibilità di utilizzo di ferri chirurgici con un’ampiezza di movimento a 360°, simulando i movimenti del polso umano (la cosiddetta “wristed technology”) per una manipolazione fine dei tessuti. Tutto questo si traduce in vantaggi per il paziente - riduzione dei tempi di ospedalizzazione, riduzione dei tempi di recupero della normale attività, migliori outcomes funzionali ed oncologici - e vantaggi per l’operatore come una minore fatica operatoria, miglior visione chirurgica, maggior facilità di apprendimento con riduzione netta della learning-curve. Ci sono anche vantaggi istituzionali come la riduzione della mobilità passiva anche extraregionale. Il Robot da Vinci sarà pertanto di indiscutibile beneficio per ottimizzare gli interventi di chirurgia addominale oncologica maggiore, già eseguiti quotidianamente al Fazzi, tra cui i complessi interventi di chirurgia di fegato e pancreas, esofago-gastrica e colo-rettale ed urologica. Ciò permetterà ai nostri pazienti di ottenere le migliori cure possibili senza doversi spostare del loro territorio", ha commentato Marcello Spampinato, Direttore Dipartimento Chirurgia generale e specialistica.

“La chirurgia robotica rappresenta decisamente il futuro e un grande Ospedale come il nostro, destinato a diventare centro universitario, deve necessariamente appropriarsi del futuro, stando a passo con il progresso tecnico e tecnologico per offrire all'utenza locale il meglio ed evitare la migrazione verso altri centri in Italia e in Europa. L'arrivo della chirurgia robotica al Fazzi rappresenta una delle novità più belle e di buon auspicio degli ultimi dieci anni per il livello assistenziale del nostro territorio" ha dichiarato il dott. Antonio Perrone, Direttore del Dipartimento Ostetrico Ginecologico.

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In provincia di Lecce sono 49 gli hub scolastici, più il museo Sigismondo Castromediano che accoglieranno dal prossimo 16 dicembre la vaccinazione pediatrica. Presente anche la scuola di Carmiano.
Nel capoluogo i punti vaccinali scolastici attivi sino al 5 gennaio 2022, sono il comprensivo “Castromediano”, “Tempesta”, “Stomeo – Zimbalo”. In provincia: il “San Pompilio Maria Pirrotti” di Campi Salentina, il comprensivo “De Amicis” di Squinzano, il “Peppino Impastato” di Veglie, lo “Zimbalo” di Carmiano, il polo 2 di Trepuzzi, a Galatina il polo 1 e il polo 3, il “Geremia Re” di Leverano, il comprensivo di Porto Cesareo, Ic "Falcone" di Copertino, il “Bodini” di Monteroni, Lequile, San Cesario e Lizzanello, che coprirà anche Cavallino, la scuola di piazza croce rossa a Nardò, il comprensivo di Aradeo, il “Don Bosco” di Cutrofiano, l’Ic di Vernole, Melendugno, Poggiardo, Andrano, Uggiano, Minervino e Botrugno.
Ed ancora, a Gallipoli doppio hub con l’istituto Giannelli e il comprensivo, Ic di Salve, Ic di Taviano, la scuola di via Spagna e il Polo 2 a Casarano, Ic di Ruffano, Collepasso, Ugento, Melissano, Presicce-Acquarica, Racale, Melpignano, Scorrano, Muro Leccese, Otranto, Corigliano. A Maglie inseriti tra gli hub pediatrici il dipartimento di prevenzione di via Sante Cezze e le scuole di via Diaz Manzoni e via Principe di Piemonte. A Tricase scelto il Pvt, ex Acait, mentre a Martano il poliambulatorio Sisp.
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“Il Ministero della Salute ha comunicato che la Regione ha superato brillantemente, come ogni anno negli ultimi anni, il tavolo adempimenti LEA (livelli essenziali di assistenza) per gli anni 2018 e 2019.

Il Dipartimento Salute e le Aziende Sanitarie hanno dimostrato numeri alla mano il grande balzo in avanti cosi ottenuto.

Il risultato conseguito dalla Puglia rappresenta l’esito di un lungo processo di miglioramento strutturale della capacita di erogazione dei LEA in tutti i macrolivelli assistenziali, che, durante il Governo Emiliano, ha portato il risultato della Griglia LEA (indice sintetico della qualità della assistenza sanitaria erogata da una regione) dai 155 punti del 2015 ai 193 punti del 2019 dei quali 21 accumulati negli ultimi due anni. La certificazione di oggi mostra i notevoli miglioramenti raggiunti dalla Puglia nella appropriatezza dei ricoveri, nella riorganizzazione della assistenza territoriale e nella prevenzione, in particolare nel settore delle vaccinazioni.
Eravamo in passato tra le ultime in classifica e inadempienti, adesso siamo pienamente adempienti e nella parte alta della classifica”.

Lo comunica il direttore del Dipartimento Salute Vito Montanaro.
“La Regione Puglia ha inoltre superato positivamente il Tavolo di Verifica Ministeriale in materia di Conto Economico consolidato 2020 garantendo l’equilibrio dei conti e la copertura di tutti i costi sostenuti nonostante la gestione della pandemia Covid-19. La verifica assumeva rilevante importanza - spiega Montanaro - preso atto che, in caso di squilibrio di bilancio ed in mancanza di idonee coperture, la regione sarebbe stata obbligata ad un nuovo piano di rientro.
Il risultato è stato possibile attraverso l’utilizzo delle risorse autonome del bilancio regionale e delle riserve dei bilanci aziendali, le risorse statali di cui al comma 1, art. 24 del D.L. 41/2021 ed in ultimo attraverso la flessibilità delle risorse covid ai sensi dell’art. 26, co. 4, DL n. 73/2021.
In particolare in materia di flessibilità il Ministero della Salute ha richiesto ulteriori integrazioni descrittive e certificative sull’utilizzo delle risorse previste dai DL sanità per la gestione dell’emergenza Covid-19, che saranno inviate nei prossimi giorni.
Il tavolo ha confermato anche per il 2020, nonostante le complessità derivanti dalla pandemia, che la media ponderata dei tempi di pagamento dei fornitori delle aziende sanitarie è in linea con la direttiva comunitaria, registrando un ulteriore miglioramento”.

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L’assessore alla Sanità Pier Luigi Lopalco comunica che in Puglia è stata completata una seconda rilevazione rapida per stimare la prevalenza della cosiddetta “variante inglese” di SARS-CoV 2 tra la popolazione.

La “Quick Survey” era stata richiesta dal Ministero della Salute e dall’Istituto Superiore di Sanità alle Regioni dotate dei sistemi diagnostici.

La Puglia è tra queste e oggi sono stati resi noti i risultati della seconda rilevazione da parte dalla prof.ssa Maria Chironna, coordinatore della rete regionale dei laboratori SARS Cov-2 U.O.C. Igiene – laboratorio di epidemiologia molecolare e sanità pubblica dell’ AOUC Policlinico di Bari e dal dott Antonio Parisi, direttore sanitario vicario IZS della Puglia e Basilicata.

Analizzando un campione di tamponi positivi prelevati il 12 febbraio, la percentuale per la Puglia di “variante inglese” del Sars Cov-2 risulta del 38,6%. Sono infatti 245 su 634 i positivi con la nuova variante tracciati nelle sei province.

A  Bari su 323 campioni ci sono 124 casi, pari al 38.4%; nella BAT su 50 campioni ce ne sono 6, pari al 12.0%; a Brindisi su 129 campioni ce ne sono 72, pari al 55.8%; a Foggia su 62 campioni ce ne sono 18, pari al 29.0%; a Lecce su 20 campioni ce ne sono 3, pari al 15.0% a  Taranto su 48 campioni ce ne sono 22, pari al 45.8%. “Occorrerà – spiega l’assessore Lopalco – alzare il livello di attenzione sulla diffusione delle varianti del virus: questi dati impongono di programmare ulteriori azioni di contenimento”.

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