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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Furto nella Chiesa dell’Immacolata a Carmiano. Trafugato dalla sacrestia un televisore da 22 pollici.

Un colpo fulmineo, avvenuto presumibilmente in mattinata, durante il forte acquazzone. Il ladro, forse aiutato da un complice, sfruttando l’assenza del padre spirituale si è introdotto nella sacrestia, passando dalla chiesa rimasta aperta come ogni mattina per la preghiera dei fedeli. Con destrezza il furfante si è impossessato della televisione, senza tuttavia interessarsi alle possibili offerte presenti nelle cassette votive.

La scoperta del furto è stata fatta intorno alle 13, da alcuni responsabili della confraternita “Immacolata” che si erano recati in chiesa per chiuderne il portone. Sull’accaduto indagano i carabinieri della locale stazione.

Published in Cronaca

“Tra le mie carte, conservo con cura, dei bollettini, inviati a molti cittadini di Carmiano negli anni dal 1937 al 1939. Avevano lo scopo di spronare i carmianesi a dare il loro contributo in denaro per la costruzione della nuova chiesa parrocchiale di Carmiano,iniziata il 12 marzo del 1913 per volontà dell'allora parroco di Carmiano Don Salvatore Ciccarese. I bollettini erano redatti da Monsignor Luigi Paladini al tempo rettore del Seminario Vescovile di Lecce. Carmianese, uomo molto erudito,conoscitore della storia di Carmiano e delle lingue classiche, greco e latino. Scriveva in un italiano perfetto, piacevole da leggere. Ma ciò che più interessa, sono le notizie su Carmiano che i bollettini contengono.

Monsignor Paladini scrive della storia,degli uomini,delle famiglie carmianesi del suo tempo. Ricorda cittadini di Carmiano che vissero il momento più bello della nostra storia: il periodo del Risorgimento, i fatti che avvennero a Carmiano al tempo del plebiscito che doveva decidere l'unione al Regno d'Italia. Poi scrive della chiesa dell'Immacolata che pare sia la più antica perché conservata come fu costruita. Dice che la chiesa ha avuto grande importanza nella vita religiosa di Carmiano ed è stata considerata sempre e da tutti un piccolo santuario mariano. Voglio soffermarmi brevemente su questo argomento. La chiesa dell'Immacolata è stata considerata per culto, devozione, affluenza di popolo a messe,processioni, novene,feste popolari, miracoli che molti fedeli hanno implorato e forse ottenuto,un santuario e questo si è verificato specialmente dopo la definizione del dogma dell'Immacolato concepimento definito l'otto dicembre del 1854. Preciso inoltre che tutte le notizie sulla Chiesa,le ho apprese dalla lettura dei bollettini di Monsignor Paladini e che quindi torna a lui il merito di aver fatto conoscere ai carmianesi tali notizie. Sopra l'altare maggiore era scritto un distico latino. I distici sono brevi componimenti di due versi. Il primo verso è un esametro (nella metrica latina,verso di sei piedi),il secondo è un pentametro(verso di cinque piedi). Il distico della Chiesa è il seguente: “1- Eva fave tu pacis seps dis errat ut evae; 2- Tu terres id spes si caput Eva favet”. Il distico ha una metrica perfetta. Il secondo verso è formato dalle stesse lettere del primo messe in ordine inverso. Per secoli molti latinisti hanno cercato il significato di quei due versi senza riuscirci. Si pensa che l'autore dei versi, sia stato Don Donato Franco. Monsignor Paladini offre una traduzione che è questa: "Tu nuova Eva siepe,muro,fortezza,propugnacolo di pace,ci proteggi affinchè il demonio tentatore fugga via." Il distico quindi è una preghiera con cui si invoca la protezione di Maria contro il demonio.

Sull'arco che chiude l'abside sono scritte inoltre parole di fede nel dogma dell'Immacolata definito come già detto,l'8 dicembre 1854 da Pio IX. Le trascrivo: "Ave virgo Maria Immacolatae Conceptionis Tu Carmiano meo civica mea Vigil esse patrona". Traduzione: "Ave o Vergine Maria dell'Immacolata Concezione. Tu mia Patrona,sei per la mia Carmiano la vigile protettrice".

Dietro l'altare maggiore,in una nicchia c'era dipinta l'effige della madonna. Per secoli è stata oggetto di venerazione di molti fedeli. La leggenda narra che l’effige dipinta su pila di pietra sarebbe stata trovata da una vecchietta accanto a un pozzo. L'effige fu poi portata sul luogo dove fu poi eretta la Chiesa. Il trasporto si rese difficile perché la pila divenne sempre più pesante e molti uomini non riuscivano a sollevarla. Pare fosse stata portata a Carmiano dall'oriente al tempo della caduta di Costantinopoli o al tempo delle incursioni dei Turchi. Molto altro ancora si potrebbe raccontare della nostra Chiesa. Ma quanto detto spero possa bastare per considerarla un vero gioiello,uno scrigno in cui sono racchiuse vera fede e forte culto in un alone di mistero e leggenda”.

Gabriele B. Miglietta

Published in Cultura
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