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Domenica, 05 Maggio 2024
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Storia di una gabbianella salvata e che ha ripreso a volare. Non si tratta del sequel del celebre romanzo “La gabbianella e il gatto” di Luis Sepúlveda, ma il racconto di un salvataggio in spiaggia, di cui si sono resi protagonisti una donna di Carmiano e due giovani turisti napoletani, che hanno tratto in salvo dall’acqua il piccolo uccello ferito. L’episodio si è verificato questa mattina, sul litorale ionico del Salento, nei pressi dell’approdo a Porto Cesareo. La gabbianella in difficoltà in mare è stata notata dai 2 turisti, che avvicinata e “raccolta” tra le mani l’hanno portata a riva. Presto, intorno ai due giovani si è creato un capannello di gente, tra cui anche la salentina Tiziana, per soccorrere la gabbianella che aveva un amo conficcato nel becco e il filo che le bloccava l’ala, impedendole di volare.
I tre bagnanti hanno quindi preso coraggio e con delicatezza, utilizzando delle forbici recuperate in spiaggia, hanno tagliato via filo e amo. La gabbianella ha garrito e poi libera è volata via, tra gli applausi di gioia dei bagnanti.
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Nuove tecnologie per rendere le immersioni scientifiche più sicure ed efficienti, questo è l’obiettivo del progetto europeo DiveSafe che è ormai nella fase conclusiva proprio con lo svolgimento in questi giorni di una campagna di sperimentazione nelle acque dell’Area Marina Protetta Porto Cesareo.

Il Progetto DiveSafe si propone di rispondere alle esigenze di chi conduce esplorazioni subacquee a scopo scientifico e ambientale, coadiuvando i sub nell’esecuzione, efficiente e sicura, di ispezioni e monitoraggi dei fondali marini, nell’ambito di attività come il visual census, la documentazione fotografica e fotogrammetrica, l’esplorazione di aree sconosciute, attività di ricerca e recupero, o anche per fini turistici come la visita di siti sommersi molto ampi.

La sperimentazione, in corso dal 7 al 13 novembre, riguarda due diversi prototipi di scooter subacquei, altamente tecnologici, in grado di supportare le esplorazioni subacquee fornendo ai sub importanti informazioni come la propria posizione sul fondale, i percorsi da seguire e i punti da esplorare. Ma sono soprattutto le funzioni volte a migliorare la sicurezza che rappresentano il punto caratterizzante del progetto. Grazie ad un sistema di comunicazione acustico, gli scooter sono infatti in grado di comunicare fra loro e con il supervisore che coordina le operazioni dalla superficie. Quest’ultimo può quindi scambiare messaggi con i sub, controllare i loro spostamenti e, soprattutto, monitorarne i parametri vitali più importanti come la frequenza cardiaca e la respirazione. In tal modo è possibile intervenire tempestivamente nel caso che si verifichi qualche imprevisto o incidente.

Il progetto è portato avanti da un partenariato internazionale che vede la partecipazione, per l’Italia, dell’Università Politecnica delle Marche, della 3D Research (Spin-Off dell’Università della Calabria) e dell’Istituto Centrale per l’Archeologia (ICA) del Ministero della Cultura. Il partenariato, coordinato dalla società Atlantis Consulting di Salonicco, include anche la società BURC di Istanbul, l’Autorità per le Antichità di Israele, l’Istituto greco per la ricerca archeologica subacquea KORSEAI e la DAN – Diver Alert Network con sede a Malta. Il progetto DiveSafe (www.divesafe.eu) è stato finanziato dall'agenzia esecutiva EASME che gestisce i programmi dell'UE per le piccole imprese, la ricerca, l'ambiente, l'energia e l'industria della pesca.

Nella fase sperimentale è stato coinvolto il personale della Stazione Zoologica Anton Dohrn ed il personale dell’Area Marina Protetta Porto Cesareo, ad iniziare dal Direttore, il Dott. Paolo d’Ambrosio, che ha effettuato alcune immersioni testando personalmente entrambi i prototipi e valutandone le potenzialità per un possibile impiego nell’ambito delle attività di mappatura e monitoraggio degli habitat marini. Al progetto partecipa anche la Dott.ssa Barbara Davidde come referente del progetto per conto dell’Istituto Centrale per l’Archeologia oltre che come Dirigente della Soprintendenza Nazionale per il Patrimonio Culturale Subacqueo con sede a Taranto e della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Brindisi e Lecce avendo competenza sui diversi relitti antichi presenti nei fondali dell’AMP.

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Eccezionale avvistamento nelle acque dell’Area Marina Protetta Porto Cesareo di un esemplare di foca monaca.

A realizzare le immagini è stato Omar De Benedittis, pescatore diportista sportivo, che si trovava con suo natante nella Zona A dell’Amp, praticamente il cuore della Riserva, in cui è vietata qualunque tipo di attività ad eccezione della ricerca scientifica. Emozionato ed incredulo, Omar dopo essersi accertato che si trattava proprio di uno splendido esemplare di mammifero, ha immediatamente avvertito ed allertato i biologi della Area Marina, che dopo un primo consulto ed un approfondimento sui comportamenti avuti dall’animale ed altresì osservando lo stile della sua nuotata, hanno appurato che effettivamente si trattava di uno splendido esemplare di foca monaca, ritornata a solcare le acque dello Jonio cesarino. 

Appena appresa l’ufficialità della notizia si è detto entusiasta il direttore della Riserva Nazionale marina, il dottor Paolo D’Ambrosio, che ha ringraziato Omar per aver offerto il materiale video e la sua collaborazione. “Siamo di fronte alla documentazione filmata e reale, di un ritorno atteso da anni e di importanza rilevate. La foca monaca, infatti era scomparsa da tempo in diverse zone dal Mediterraneo, l’ultimo avvistamento nelle acque di Porto Cesareo risale addirittura agli anni settanta. Un esemplare pescato in quel periodo e poi imbalsamato, fa mostra di se nel locale museo di Biologia Marina. Poi -continua D’Ambrosio- per tutta una serie di cause che vanno dall’antropizzazione del litorale costiero sino alla minaccia per questa specie rappresentata da predatori senza scrupoli ne ha decretato, l’allontanamento e la quasi estinzione. Oggi lo storico ritorno -sottolinea il biologo- testimoniato da incredibili immagini che ci riempiono di gioia e qualificano, qualora ve ne fosse ancora bisogno, l’eccellente lavoro che si sta svolgendo da anni nell’Amp Porto Cesareo.

L’importanza scientifica e naturalista dell’avvistamento è stata commentata anche dal professor Antonio Terlizzi, docente di zoologia e biologia marina presso l’Università di Trieste, e per 20 anni docente presso il Disteba di UniSalento oltre che responsabile per conto del Conisma di diversi progetti di gestione e valorizzazione dell’efficacia dell’Amp Porto Cesareo. 

“La foca monaca mediterranea è un mammifero pinnipede, unico rappresentante, in mediterraneo, della famiglia delle foche -spiega il docente-. Può raggiungere i 300 kg di peso. L’ultima segnalazione in Salento è di un cucciolo a Frigole che poi è morto a Torre San Gennaro”. Poi la raccomandazione importante del prof Terlizzi. “Qualora si dovesse avvistarla, non molestarla, non disturbarla, segnalare esclusivamente la presenza”.

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Domenica, 06 Dicembre 2020 14:33

Sbarco di migranti a Torre Castiglione

Sbarco di migranti all'alba sulla spiaggia di Lido degli Angeli, in località Torre Castiglione a Porto Cesareo. A bordo di una imbarcazione a vela sono giunti 57 cittadini, tutti di nazionalità egiziana, 26 dei quali minorenni. 
Ad intervenire intorno alle 5, in condizioni di burrasca di scirocco con mare mosso e pioggia, allertati dalla GPG Velialopol, sono stati i carabinieri della stazione di Porto Cesareo, guidati dal maresciallo Antonio Palamà che ha immediatamente allertato i soccorsi.

Sulla spiaggia di Riva degli Angeli sono giunti anche i carabinieri della compagnia di Campi Salentina, la polizia locale, la Protezione civile jonica ed altre associazioni di volontariato. I migranti erano infreddoliti ma stavano tutti apparentemente in buono stato di salute. Alle 7, dopo le procedure di sicurezza e controllo per il contagio da Covid-19, i migranti sono stati trasferiti nel centro di prima accoglienza di Otranto.

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Spiaggia libera occupata da ombrelloni e sdraio ma dei bagnanti neppure l’ombra.

Non si tratta di fantasmi che amano il mare, purtroppo è la strana situazione, opera di furbetti, che si ripete da alcune settimane sul litorale jonico in zona “Belvedere” a Porto Cesareo. Non una novità purtroppo. Ogni estate, soprattutto in agosto sono in tanti a lamentarsi del reiterato malcostume divenuto abitudine nel tempo su alcune spiagge del Salento, e a denunciare il tutto alle forze dell’ordine.

A lanciare l’allarme, questa volta sono stati alcuni cittadini che frequentano il tratto di arenile di libero accesso nelle vicinanze del lido privato “Goa”. Giunti in spiaggia alle prime ore del mattino e varcato il muretto che da accesso alla spiaggia, i bagnanti si sono ritrovati la prima fila tutta occupata da ombrelloni e sdraio aperte ma vuote, ben posizionate sin dalle prime ore, che magicamente iniziano a popolarsi a metà giornata. Nell’attesa però, il bagnante ha pensato bene di riprendere tutto e di inviare una prima segnalazione alla capitaneria di porto competente per territorio intorno alle 8,30 e successivamente un’altra alle 11. Video che è poi circolato anche sui social, riscuotendo diversi commenti di disapprovazione.

Ombrelloni dei furbetti non solo sullo jonio, ma anche sull’adriatico. Segnalazioni del mal costume che si ripete, sono arrivate nella giornata di ieri anche da Casalabate.

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Spara e purtroppo uccide, con un fucile subacqueo, una razza di oltre 80 chilogrammi nello specchio d’acqua antistante “Lido Canne”, spiaggia di Torre Lapillo situata nel cuore dell’Area Marina Protetta Porto Cesareo. Neppure il pronto intervento delle forze dell'ordine è servito a salvare la vita al grosso pesce che prima di morire ha partorito.

La battuta di pesca davvero infelice, è costata cara ad un sub salentino, originario di Carmiano, che si è beccato una denuncia perché avrebbe violato la norma che fa riferimento alle sanzioni amministrative e penali per le violazioni imposte sia agli strumenti di gestione delle aree che alle disposizioni emanate dagli organismi di gestione della Riserve marine nazionali. 

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Un boato e poi le fiamme. Ancora una bombola di gas esplosa a Porto Cesareo, in via Torre Lapillo, arteria dell'omonima frazione della marina jonica .

Il forte scoppio sarebbe avvenuto intorno alle 11, all'interno di una attività commerciale, la “Boutique della carne”, che oltre ad essere una macelleria prepara piatti pronti da asporto. Un uomo è rimasto gravemente ustionato, si tratta del 44enne, dipendente della macelleria, G.D.M. di Veglie, che è stato trasportato direttamente al centro grandi ustionati dell’ospedale “Perrino” di Brindisi.

Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco del distaccamento di Veglie, gli agenti della Polizia municipale e le autoambulanze del 118. Indagini avviate dai carabinieri della Compagnia di Campi.

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Spiaggia libera occupata da ombrelloni e lettini ma dei bagnanti neppure l’ombra.

Non si tratta di magia e neppure di finzione, purtroppo è la strana situazione che si verifica da alcune settimane sul litorale jonico in zona “Belvedere” a Porto Cesareo. A lanciare l’allarme, mortificati per la triste usanza divenuta abitudine nel tempo, sono alcuni cittadini che frequentano quel tratto di arenile e attraverso i social hanno postato alcune immagini dell’area di libero accesso, compresa tra le strutture private lido “bassamarea” e lido “bacino grande”, occupata in gran parte da bagnanti “fantasma” con ombrelloni chiusi e lettini ripiegati sin dalle prime ore del mattino, che magicamente iniziano a popolarsi a metà giornata.

“Vendo o affitto ombrelloni e lettini in prima fila su spiaggia libera” – il commento comparso su facebook, a firma di un giovane padre salentino, che ieri di buon ora si era recato sul litorale di Porto Cesareo con il proprio figlio sperando di trovare posto vicino la riva per godersi in tutta tranquillità, da pochi passi, lo spettacolo dell’acqua cristallina che offre il mare al mattino. Purtroppo però una volta varcato il muretto d’accesso che separa la strada dalla sabbia, la triste sorpresa. “Al mio arrivo in spiaggia intorno alle 9, la prima fila era già tutta occupata, ma sotto gli ombrelloni non c’era nessuno. Quindi mi sono dovuto accomodare dietro ed è potuto assistere un paio di ore dopo all’arrivo rilassato dei proprietari. Ho fotografato volutamente la circostanza, per pubblicare uno spiacevole costume, che nel tempo sta diventando abitudine qui a Porto Cesareo – commenta il giovane. Anch’io ho una residenza estiva in zona che utilizzo di frequente, ma capita anche di fare su e giù da Carmiano per motivi di lavoro, quindi a prescindere dal mio orario di arrivo in spiaggia la situazione è sempre la stessa e nessuno fa nulla per porre rimedio. In passato – prosegue l’uomo - ho anche litigato con gli autori del gesto e appena comunicavo l’intenzione di chiamare carabinieri e capitaneria di porto, smontavano il tutto e andavano via. Giusto qualche ora però, perché nel pomeriggio o l’indomani ombrelloni, sdraio, materassini e giochi per bambini erano nuovamente piazzati in riva al mare quasi fosse un lido privato”.

Stessa prassi che il giovane carmianese, pare aver riscontrato anche con degli ignari turisti, villeggianti nelle marina jonica. “Ne ho discusso anche con alcuni vacanzieri, ma alcuni di loro, soprattutto stranieri, per mia grande sorpresa, mi rispondevano che l’ombrellone in prima fila era un loro diritto, come da accordo con i proprietari che gli avevano affittato la casa vacanza. Spero di sbagliarmi, ma qui si rischia di trasformare un illecito in un diritto”.

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Domenica, 24 Febbraio 2019 12:13

Delfino morto in riva al mare

Triste risveglio in riva al mare di Porto Cesareo. Un delfino è stato ritrovato morto piaggiato in località “scalo di forno” a pochi metri dallo stabilimento “Le Dune”.

A ritrovare questa mattina il mammifero, razza “stenella”, sono stati alcuni signori intenti a fare una passeggiata in spiaggia e il personale dello stabilimento, che hanno allertato prontamente gli uomini della capitaneria di porto di Torre Cesarea, ma per il povero delfino era ormai troppo tardi.

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Maxi sequestro di frutti di mare a Porto Cesareo, effettuato dagli ispettori ASL di Lecce. Al controllo dei veterinari, gli oltre 60 kg di cozze nere, 20 kg di cozze noci e 30 kg di vongole, sono risultati privi dei documenti che ne attestano la provenienza e la tracciabilità.

I frutti di mare che erano appesi in alcune reti lungo una banchina del porto, a pochi metri da un distributore di carburante, sono stati sequestrati e distrutti. Le indagini degli ispettori proseguono per risalire ai proprietari delle reti e dei prodotti ittici privi dei necessari requisiti igienico sanitari.

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