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Got: "gioco di trame per la conquista del trono"

Got: "gioco di trame per la conquista del trono"

La fine della serie sta arrivando, ci sarebbe da dire. Infatti, la quarta puntata (saranno in tutto 6) dell'ottava e ultima stagione de Il Trono di Spade è andata in onda lunedì 6 maggio alle 03.00, sempre su Sky Atlantic, in versione originale sottotitolata. La sua versione doppiata, invece, andrà in onda lunedì 13 maggio alle 21.15.

Se il terzo episodio, ha costituito uno dei momenti più discussi di sempre, perché ha spaccato letteralmente in due il pubblico (c’è chi addirittura, dato che si tratta di un fantasy, avrebbe preferito vedere un mondo inghiottito dai morti oppure si sarebbe aspettato una maggiore spettacolarizzazione della morte del Night King, etc.); il quarto, invece, è stato maggiormente apprezzato perchè considerato in linea con quel gioco di trame che tanto ci ha appassionato in questi otto anni.

In realtà, possiamo dire che i tempi della narrazione sono stati distribuiti in modo tale da alternare scene dialogate (ce ne sono alcune molto interessanti per lo sviluppo della trama) a colpi di scena (la morte di Rhaegal, ucciso dalle balestre di Euron Greyjoy in un’imboscata), così da rendere il ritmo del racconto più avvincente. I dialoghi hanno costituito l’elemento collante, quel trait d’union necessario per avviare gli eventi verso il loro compimento: Sansa che dice a Clagane di non essere più la fanciulla indifesa che lui aveva conosciuto; Daenerys che supplica Jon di non rivelare a nessuno di essere il vero erede al trono di spade; Tyrion e Varys che discutono sulla necessità di un tradimento; e poi Cersei ed Euron, e la storia di un figlio in arrivo e ancora Cersei e Tyrion prima della decapitazione di Melisandre. Trame, intrighi, abbandoni (Jaime che lascia Brienne a Grande Inverno, per tornare da Cersei, crea una forte aspettativa sull’evoluzione della storia del personaggio), tradimenti, doppio gioco fantasy per una storia che di fantastico ha proprio poco. La politica è il vero tema di questa serie ed è anche per questo che è stata così amata.

“Il potere logora chi non lo ha” tanto per citare uno degli uomini che in Italia è stato capace di mantenerlo per decenni. E il gioco del Trono altro non è che un atroce balletto, messo in scena per mostrare tutto ciò che l’uomo può fare proprio per il potere. Ma l’uomo è comunque un animale complesso, non può vivere da solo, la sua natura è la socialità, la comunità, e allora che cosa è più giusto nella politica per una gestione oculata della vita del popolo? Un governo giusto verso il popolo! Ed è Varys che in questo senso ci offre una risposta universale, dicendo, in breve, che nessun’uomo può governare meglio un regno di chi, battendosi per renderlo migliore, non ha nessun interesse a diventarne il re.

Dunque, sarà un piacere vedere come sarà sradicata la tirannia di Cersei. Ma, mi duole ammetterlo, credo che anche Daenaerys si trasformerà in un nuovo e temibilissimo ostacolo per la libertà dei popoli. Allora cosa accadrà? Si arriverà, come molti credono ad un governo oligarchico? In realtà ce ne sarebbero le premesse.

Intanto a molti è sfuggito un particolare “The last of the Starks” ovvero L’ultimo degli Stark, Jon, semmai dovesse morire, trascinerà con sé nella tomba la casata della sua famiglia, oltre a quella dei Targharyen. Dopo millenni di dominio sul Nord, gli Stark non esisteranno più per linea diretta. Forse questa è l’ultima sottigliezza, l’ultimo particolare che ci dice, aihmè, che la fine della serie sta definitivamente arrivando.

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