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Fase2: il lavoro riparte. Come si può garantire la sicurezza negli studi professionali?

Fase2: il lavoro riparte. Come si può garantire la sicurezza negli studi professionali?

Gli studi professionali e, in modo specifico, le attività di ingegneria e architettura dovranno assicurare un’attività lavorativa sicura, sia all’interno del proprio studio che durante le attività di sopralluogo.  
Si dovrà riorganizzare il lavoro, dalle modalità di ingresso in studio ai dispositivi di protezione individuale alla gestione degli spazi comuni fino ad arrivare alla sanificazione. Per l’accesso al luogo di lavoro, si deve rilevare la temperatura corporea dei dipendenti e qualora la temperatura risulti superiore ai 37,5, non sarà consentito l'accesso. Cambiano anche le modalità di accesso di clienti, fornitori e visitatori esterni. Sarà, quindi, utile ricevere sempre per appuntamento, richiedere l’utilizzo di mascherine chirurgiche e guanti monouso e ridurre il tempo di attesa nelle sale di aspetto.
L’accesso agli spazi comuni deve essere contingentato, con la previsione di una ventilazione continua dei locali, di un tempo ridotto di sosta all’interno di tali spazi e con il mantenimento della distanza di sicurezza di 1 metro tra le persone che li occupano.
Nello studio si deve assicurare la pulizia giornaliera degli ambienti, delle postazioni di lavoro e delle aree comuni, invitando ad utilizzare detergenti a base di alcool , si deve garantire la pulizia a fine giornata/turno e la sanificazione periodica di tastiere, schermi touch, mouse con adeguati detergenti. Inoltre dovranno essere introdotti detergenti a base di alcool per le mani che devono essere accessibili a tutti i lavoratori e ai soggetti esterni anche grazie a specifici dispenser. Tutti in ufficio hanno l’obbligo di indossare la mascherina chirurgica per prevenire il contagio.

Inarsind ricorda che gli studi professionali, pur non essendo ambienti soggetti a rischio biologico, possono essere inquinati da fattori esterni; per questo il DVR dovrà essere implementato da un’appendice delle procedure Covid19 che si intendono adottare. Inoltre, specifica che il lavoratore o datore di lavoro che deve recarsi fuori studio per mansioni inerenti l’attività (DL, CSE, sopralluoghi, visite ai clienti, uffici pubblici ecc.) dovrà essere dotato di DPI adeguati alle situazioni nelle quali potrà venirsi a trovare (minimo una mascherina FFP2 e due paia di guanti).
Per gli strumenti utilizzati durante le attività in campo si consiglia di evitare l’uso promiscuo, fornendo, nei limiti del possibile, dotazioni personali per gli addetti (cartelle di rilievo o di cantiere, metri ecc.). Le ulteriori strumentazioni (disto, livelli laser, stazioni totali, ecc) dovranno preferibilmente essere utilizzate da un unico operatore, avendo cura di indossare guanti idonei e provvedendo all’igienizzazione degli attrezzi prima e dopo l’utilizzo.
Ulteriori obblighi che riguardano invece il coordinatore per l'esecuzione dei lavori sono inerenti l’integrazione del Piano di sicurezza e di coordinamento e la relativa stima dei costi con tutti i dispositivi ritenuti necessari.  Il coordinatore per la sicurezza in fase di progettazione, con il coinvolgimento del Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza (RLS), adegua la progettazione del cantiere alle misure contenute nel protocollo, assicurandone la concreta attuazione. Infine, nell'integrare e proporre tutte le misure di regolamentazione legate al COVID-19 è necessaria la piena collaborazione tra medico competente, RLS, direttore di cantiere e coordinatore per l'esecuzione dei lavori.

Giulia Centonze

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