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Carmiano e la Madonna Immacolata endiadi indissolubili

Carmiano e la Madonna Immacolata endiadi indissolubili

L’Immacolata è un rito religioso importante per Carmiano, che gode di questa protezione da diversi secoli, tanti quanti cristallizzati dalla chiesa omonima (la cui apertura al culto risale al 1654) e alla devozione mariana esplosa nel paese dal ritrovamento casuale dell'immagine sacra alla fine del 1500 (che adorna ancora l'altare maggiore).

La chiesa dell'Immacolata è il più antico edificio sacro che Carmiano è riuscito a conservare. E' certamente un bene architettonico di grande valore, ma è anche un luogo di pellegrinaggio mariano che ha interessato tutti i paesi del circondario. Numerosi fatti straordinari sono attestati nel corso del 1600, fatti che hanno spinto l'amministrazione comunale a chiedere l'adozione del patronato civico.

L'Immacolata è diventata protettrice del paese ufficialmente tra la fine del 1600 e l'inizio del 1700, confermata da un documento ufficiale nel 1736 accluso al catasto onciario del 1748, ma ci sono fondati indizi che il protettorato civico sia contemporaneo alla costruzione della stessa chiesa, avvenuta con il concorso economico di tutta la popolazione. Da allora la Madonna dell'Immacolata e Carmiano sono diventati endiadi indissolubili, un simbolo identitario incancellabile, che ha segnato le vicende cittadine sino ai nostri giorni. Nel 1800, in seguito alla nascita della confraternita omonima e alla lotta scatenata per una statua privata (quella dei Lecciso), è nato l'appellativo di "Madonna Nostra", che è poi rimasto nel lessico popolare. Quella statua (deì Lecciso) è andata distrutta per un incendio avvenuto nella chiesa madre nel 1931, spingendo gli amministratori a commissionare una nuova statua, che è poi quella che ancora oggi onoriamo. La situazione è da tempo cambiata rispetto alle clausole compromissorie firmate nel 1864 con la costruzione della cappelletta dei Lecciso. In presenza di questa novità (finora oscurata) il simulacro dell'Immacolata confezionato nel 1932 può trovare permanente ricovero nella sua chiesa elettiva ed essere oggetto di devozione popolare senza condizionamenti logistici e limiti temporali.

Don Bruno Spagnolo

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