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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Sport e salute. Un connubio legato alla figura del dottore Peppino Palaia, docente di Medicina dello Sport, specializzato in fisioterapia, anestesia e rianimazione. Oltre 40 anni di professione medica legata al mondo dello calcio e ai colori giallorossi dell’Unione sportiva Lecce.

E’ consuetudine affermare che l’attività fisica faccia bene alla salute. Purtroppo però, la cronaca ci impone di registrare ancora una volta il verificarsi di tragici eventi durante la pratica sportiva, anche a livello amatoriale.

“L’attività fisica deve essere fatta in modo regolare, in modo che l’organismo si alleni e sopporti quelli che sono i carichi di lavoro imposti dall’allenamento e dalla gara. Fare ad esempio una gara settimanale in un soggetto non allenato pone lo stesso al rischio di eventi patologici. La cosa importante quindi è effettuare un controllo periodico di base dal punto di vista cardiovascolare e respiratorio, da un cardiologo o dal medico sportivo, che attesti l’assenza di patologie soprattutto cardiache. E’ chiaro che ci possono essere dei casi limite, che purtroppo non sono evidenziabili dal normale controllo, e in tal caso entriamo in fattispecie di rarità dell’evento. Una buona attività fisica fa bene, supportata da un controllo medico periodico eseguito nei tanti centri di medicina dello sport presenti in zona. In Italia da questo punto di vista siamo all’avanguardia e questo può permettere di evidenziare e prevenire altrettante anomalie che possono poi predisporre a eventi drammatici come quelli verificatisi”.

Queste tragedie, molto spesso avvengono durante partite di calcio. Questo avviene perché l’organismo durante la gara è messo maggiormente sotto stress rispetto ad altri sport?

“No, ci sono degli sport anche più pesanti. Succede nel calcio perché è svolto, con maggiore frequenza, anche da gente impreparata atleticamente con delle patologie a volte misconosciute. Inoltre è utile evidenziare come il calcio rientri tra gli sport aritmogeni, al pari del tennis, dove si alternano le fasi aerobica e anaerobica, che possono creare le premesse per eventi cardiaci di particolare importanza. A tal proposito è importante la prevenzione e la conoscenza dei dispositivi medici. Negli impianti sportivi è fondamentale infatti la presenza del defibrillatore salva vita e di soggetti idonei all’utilizzo, che conoscano anche le prime manovre di rianimazione. La catena della sopravvivenza va affrontata anello dopo anello, partendo sin dall’immediato, per poi trovare rimedio nell’intervento della struttura medica del 118, che ha segnato una svolta epocale e fondamentale per la vita dei cittadini.

Quali sono gli accertamenti medici necessari per praticare sport in sicurezza?

In primis un elettrocardiogramma a riposo e sotto sforzo. Nei soggetti adulti anche l’ecocardiogramma, la spirometria e l’esame delle urine.

E nei bambini?

“I bambini dovrebbero divertirsi e non gareggiare. L’attività fisica dev’essere di tipo ludico-ricretiva. Premesso ciò, anche i piccoli atleti devono essere sottoposti ad un primo screening cardiovascolare e metabolico. I pediatri di base sono importanti, perché conoscono la storia clinica del bambino, e quindi l’elettrocardiogramma è il primo di una serie di controlli per svolgere l’attività sportiva in genere. A prescindere da quello che prescrive la norma, è buona regola fare sempre gli esami”.

L’aumento delle temperature in che termini può influire sulla pratica sportiva.

“Il nostro organismo è dotato di meccanismi di termoregolazione che permettono di mantenere costante la temperatura di base intorno ai 37°. Durante l’estate quindi è importante affrontare e risolvere l’aumento della temperatura esterna. Questo comporta che l’organismo, al fine di termoregolare la temperatura interna, elimina il calore in eccesso con la sudorazione. Se poi questa è eccessiva e non c’è il ripristino idroelettrolitico, cioè dell’acqua e dei sali minerali perduti, è chiaro che si può andare incontro al colpo di calore. Il riequilibrio dell’organismo è importante, pertanto bisogna bere prima, durante e dopo la gara”.

Quali consigli si possono dare per un corretto allenamento in estate?

“Bisogna essere equilibrati anche nell’allenamento. Preferibile quindi praticare sport in orari meno caldi, indossando abbigliamento consono alle temperature. Mai indossare il k-wai per ricercare soddisfazione nella bilancia al termine della pratica sportiva, perché si rischia di bloccare l’evaporazione dei liquidi, creando al contempo un accumulo di calore, che mette il soggetto a rischio di colpo di calore che può sfociare in arresto cardiaco”.

A.Taf.

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