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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Boom di casi di scarlattina a scuola tra bambini e adolescenti, anche in Salento. Tra i sintomi più comuni, che stanno costringendo a letto gli under 15: febbre alta, mal di gola e cefalea. A questi si può aggiungere poi la comparsa di macchioline rosse sul corpo (esantema), un disturbo tipico della malattia.
L’allarme nazionale lanciato dal Ministero della Salute e pediatri sta “contagiando” anche la provincia di Lecce dove nell’ultimo mese si è registrato un sensibile aumento di infezioni tra i giovanissimi, causate dalla diffusione del batterio streptococco. A fornire un quadro dettagliato della situazione in Italia, e quindi anche nel nostro territorio, è stata una circolare del Ministero della Salute nella quale è evidenziato che “a livello nazionale si sta registrando un aumento dei casi di scarlattina a partire da gennaio 2023” e le persone maggiormente colpite sono soprattutto i bambini di età inferiore a 15 anni. Lo streptococco di gruppo A (GAS) è considerato la causa più comune di faringotonsillite batterica nei bambini in età scolare, ma può colpire anche bambini più piccoli», segnala il ministero. «In rari casi i batteri GAS possono causare un'infezione grave nota come malattia invasiva da GAS (iGAS)», sottolinea il ministero che segnala che «i bambini reduci da infezioni virali come la varicella o l'influenza sono a maggior rischio di sviluppare un'infezione da iGAS». La scarlattina che è conseguenza del batterio è facilmente curabile con antibiotici, e almeno per il momento, in Salento, a fronte di un elevato numero di casi non si registrano situazioni gravi che hanno richiesto l’ospedalizzazione. “Monitoriamo costantemente i numeri per aver un quadro chiaro della situazione – commenta Alberto Fedele, direttore del dipartimento di prevenzione della ASL Lecce - l’importante è quindi accorgersi presto dei sintomi per poter intervenire adeguatamente. Le cause della diffusione del batterio – aggiunge – possono ricercarsi nell’assenza di immunizzazione dei piccoli, anche a causa del periodo covid che con le varie restrizioni necessarie per contenere l’emergenza sanitaria ha limitato la circolazione di altri virus e batteri”. L’alert sanitario riguarda però le scuole, destinatarie nei giorni scorsi delle linee guida tracciate da Ministero e Ufficio Scolastico Regionale per la Puglia. “Non è opportuno allarmarsi – precisa Fedele - ma è necessario seguire ancora una volta le buone pratiche di igiene delle mani e delle vie respiratorie, un’adeguata areazione degli ambienti interni e soprattutto nelle scuole dell’infanzia fare attenzione alla pulizia e disinfezione di suppellettili, superfici e giochi per bambini”.
La trasmissione della scarlattina avviene infatti tramite il contatto con muco e saliva e il batterio ha un’incubazione compresa tra i 2 e i 5 giorni. I sintomi solitamente si manifestano entro una settimana con mal di gola, mal di testa e febbre alta. L’infezione si cura facilmente attraverso una terapia antibiotica prescritta dal pediatra alla quale si può accostare la somministrazione di paracetamolo (tachipirina) o ibuprofene. “I maggiori contagi gli abbiamo riscontrati nei bambini e adolescenti in età scolare, ma bisogna sempre fare attenzione per non diffondere il batterio tra i parenti, soprattutto se anziani e fragili – afferma Antonio Zecca, pediatra e responsabile della commissione "Prevenzione Primaria e tutela della età evolutiva" dell'OMCeO di Lecce. “Per avere certezza di aver contratto il batterio è necessario fare un tampone, ma solo in casi di sintomatologia è necessario seguire una terapia antibiotica. Non bisogna quindi spaventarsi in caso di comparsa dei sintomi – precisa Zecca - la scarlattina non è più pericolosa ma è importante trattarla entro 10 giorni dall’esordio, come da protocollo, per evitare complicazioni come malattia reumatica, miocardite e artrite post-streptococcica, che tuttavia possono dipendere da una predisposizione genetica dei soggetti”.

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Sport e salute. Un connubio legato alla figura del dottore Peppino Palaia, docente di Medicina dello Sport, specializzato in fisioterapia, anestesia e rianimazione. Oltre 40 anni di professione medica legata al mondo dello calcio e ai colori giallorossi dell’Unione sportiva Lecce.

E’ consuetudine affermare che l’attività fisica faccia bene alla salute. Purtroppo però, la cronaca ci impone di registrare ancora una volta il verificarsi di tragici eventi durante la pratica sportiva, anche a livello amatoriale.

“L’attività fisica deve essere fatta in modo regolare, in modo che l’organismo si alleni e sopporti quelli che sono i carichi di lavoro imposti dall’allenamento e dalla gara. Fare ad esempio una gara settimanale in un soggetto non allenato pone lo stesso al rischio di eventi patologici. La cosa importante quindi è effettuare un controllo periodico di base dal punto di vista cardiovascolare e respiratorio, da un cardiologo o dal medico sportivo, che attesti l’assenza di patologie soprattutto cardiache. E’ chiaro che ci possono essere dei casi limite, che purtroppo non sono evidenziabili dal normale controllo, e in tal caso entriamo in fattispecie di rarità dell’evento. Una buona attività fisica fa bene, supportata da un controllo medico periodico eseguito nei tanti centri di medicina dello sport presenti in zona. In Italia da questo punto di vista siamo all’avanguardia e questo può permettere di evidenziare e prevenire altrettante anomalie che possono poi predisporre a eventi drammatici come quelli verificatisi”.

Queste tragedie, molto spesso avvengono durante partite di calcio. Questo avviene perché l’organismo durante la gara è messo maggiormente sotto stress rispetto ad altri sport?

“No, ci sono degli sport anche più pesanti. Succede nel calcio perché è svolto, con maggiore frequenza, anche da gente impreparata atleticamente con delle patologie a volte misconosciute. Inoltre è utile evidenziare come il calcio rientri tra gli sport aritmogeni, al pari del tennis, dove si alternano le fasi aerobica e anaerobica, che possono creare le premesse per eventi cardiaci di particolare importanza. A tal proposito è importante la prevenzione e la conoscenza dei dispositivi medici. Negli impianti sportivi è fondamentale infatti la presenza del defibrillatore salva vita e di soggetti idonei all’utilizzo, che conoscano anche le prime manovre di rianimazione. La catena della sopravvivenza va affrontata anello dopo anello, partendo sin dall’immediato, per poi trovare rimedio nell’intervento della struttura medica del 118, che ha segnato una svolta epocale e fondamentale per la vita dei cittadini.

Quali sono gli accertamenti medici necessari per praticare sport in sicurezza?

In primis un elettrocardiogramma a riposo e sotto sforzo. Nei soggetti adulti anche l’ecocardiogramma, la spirometria e l’esame delle urine.

E nei bambini?

“I bambini dovrebbero divertirsi e non gareggiare. L’attività fisica dev’essere di tipo ludico-ricretiva. Premesso ciò, anche i piccoli atleti devono essere sottoposti ad un primo screening cardiovascolare e metabolico. I pediatri di base sono importanti, perché conoscono la storia clinica del bambino, e quindi l’elettrocardiogramma è il primo di una serie di controlli per svolgere l’attività sportiva in genere. A prescindere da quello che prescrive la norma, è buona regola fare sempre gli esami”.

L’aumento delle temperature in che termini può influire sulla pratica sportiva.

“Il nostro organismo è dotato di meccanismi di termoregolazione che permettono di mantenere costante la temperatura di base intorno ai 37°. Durante l’estate quindi è importante affrontare e risolvere l’aumento della temperatura esterna. Questo comporta che l’organismo, al fine di termoregolare la temperatura interna, elimina il calore in eccesso con la sudorazione. Se poi questa è eccessiva e non c’è il ripristino idroelettrolitico, cioè dell’acqua e dei sali minerali perduti, è chiaro che si può andare incontro al colpo di calore. Il riequilibrio dell’organismo è importante, pertanto bisogna bere prima, durante e dopo la gara”.

Quali consigli si possono dare per un corretto allenamento in estate?

“Bisogna essere equilibrati anche nell’allenamento. Preferibile quindi praticare sport in orari meno caldi, indossando abbigliamento consono alle temperature. Mai indossare il k-wai per ricercare soddisfazione nella bilancia al termine della pratica sportiva, perché si rischia di bloccare l’evaporazione dei liquidi, creando al contempo un accumulo di calore, che mette il soggetto a rischio di colpo di calore che può sfociare in arresto cardiaco”.

A.Taf.

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Sabato, 01 Giugno 2019 12:43

Raffaele PULLI "Top Doctors Awards"

Il dottore Raffaele Pulli, originario di Carmiano, specialista in Chirurgia Vascolare, è stato nominato tra i 50 migliori medici d’Italia, vincitori del “Top Doctors Awards 2018”, segnalati dagli stessi colleghi del network online di medici professionisti, centri e cliniche private di livello internazionale.

La piattaforma nata negli Usa, infatti, contatta periodicamente i quasi mille medici contattabili per consulti, chiedendo loro di indicare i colleghi a cui si affiderebbero in caso di necessità o che consiglierebbero a un familiare. E tra i 13 più votati nel sud Italia c’è proprio lo specialista salentino, direttore del reparto di Chirurgia Vascolare presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria Policlinico di Bari.

Il dottore Pulli, durante la sua attività ha partecipato a numerosi programmi di ricerca ministeriali, dei quali è anche responsabile. È insegnante nel Corso di Laurea in Scienze Infermieristiche e nelle Scuole di Specializzazione in Chirurgia Vascolare, Chirurgia Generale, Chirurgia Toracica, Chirurgia dell'Apparato digerente, Chirurgia Plastica presso l’Ateneo di Firenze. Inoltre ha partecipato a numerosi congressi e corsi di aggiornamento internazionali e nazionali, ed è autore di circa 100 lavori su riviste estere.

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La Proctologia è una branca della medicina e della chirurgia in particolare, che si occupa delle malattie dell’intestino retto e dell’ano tra le quali: Emorroidi, Ragadi Anali, Fistole Perianali e Tumori benigni e maligni dell’ano e del retto.

Per la rubrica “medicina” di ViviCitt@, sull’argomento abbiamo intervistato il dottor Riccardo Scarpa, primario di chirurgia viscerale presso l’ospedale regionale di Yverdon in Svizzera. Il chirurgo di origine carmianese, specializzato in colon-proctologia è stato allievo del luminare francese prof. Bruno Roche.

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Giornata dedicata alla proctoperineologia: dalla diagnosi del medico di base al trattamento del chirurgo, oggi presso il centro medico “Sant’Anna a Lizzanello.

E’ in corso di svolgimento il convegno per medici di base, gastroenterologi, chirurghi generali e tutti coloro che si interessano alla patologia proctologica. La prima parte del convegno, dopo il saluto del presidente dell’ordine dei medici di Lecce, Donato De Giorgi, si è aperto con un accenno alle nozioni fisiopatologiche, segue la diagnosi clinica e strumentale della patologia e del suo trattamento medico-chirurgico.

L’intervento del chirurgo carmianese Cosimo Riccardo Scarpa, responsabile scientifico dell’università di Ginevra(EHNV), specializzato in colo-proctologia, punta sull’esame proctologico, ecografia endoanale 3D e pelvica; punto di vista del chirurgo.

Sulle urgenze proctologiche interviene il dottor Sforza dell’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce, e sulla malattia emorroidaria il dottor Latino del nosocomio “San Giuseppe” da Copertino: “diagnosi e trattamenti chirurgici”.

La dottoressa Liguori del “Miulli” di Acquaviva delle Fonti si sofferma su: ragade anale, cisti pilonidali e il dottor Ianni sulle “fistole perianali: molte soluzioni per un problema complesso”.

Il convegno prosegue nel pomeriggio con l’intervento del professore svizzero Bruno Roche - unità di colon proctologia, università di Ginevra, sulle “algie perineali e l’incontinenza anale dalla diagnosi al trattamento neuromodulazione”. Segue il “prolasso del retto” a cura del chirurgo Scarpa, e chiude il prof. Roche con: “chirurgia dell’incontinenza anale: riparazione del muscolo puborettale e sfinteroplastica”.

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