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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Nel giugno del 1944 a Carmiano e nel Salento, la guerra sembrava lontana.

Dall’armistizio dell’8 settembre ’43 era passato quasi un anno. Certo giungeva la terribile notizia di quel che accadeva nel centro-nord d’Italia e negli altri teatri di guerra.

Ma a Carmiano si viveva tranquilli. C’era penuria di tutto ma non proprio miseria e al confronto con le popolazioni dell’Italia centro settentrionale,stavamo decisamente meglio.

A giugno però si avvertiva la presenza di una grave minaccia,si vedevano i primi effetti di una prolungata siccità. Non pioveva da mesi,la terra era arida,i pozzi di campagna completamente asciutti. Le foglie delle viti ingiallivano da un giorno all’altro e gli acini dell’uva cadevano secchi portati via dal vento.

A quei tempi,un’annata agricola negativa,voleva dire fame,malattia,miseria nera per molte famiglie. Nel paese c’era aria di grande pessimismo perché non si poteva aspettare aiuto da nessuno se non da Dio.

Per stornare gli effetti di quella che sarà ricordata a Carmiano per molti anni come la “malannata” si mosse anche la Chiesa. Si organizzarono incontri di preghiera, processioni e tutte le varie iniziative che da secoli, secondo tradizione, venivano prese per scongiurare calamità di tal genere.

Per sollevare un po’ l’umore della gente,giunse la notizia che in una domenica di giugno sarebbe venuta a Carmiano la squadra di calcio inglese per giocare una partita con la squadra del Carmiano.

Nel giugno del ’44 alcuni presìdi di truppe inglesi erano stanziati nel salento. Ce n’era uno a Brindisi. Molti carmianesi vi andavano ogni giorno chiamati a lavorare nella base militare britannica. Il trasporto avveniva con grossi camions che pasavano da Carmiano alle 7 e tornavano alle 19.

I lavoratori erano pagati con puntualità con la moneta d’occupazione, le celebri AM lire. Era un piccolo aiuto per tante famiglie di Carmiano . inoltre i lavoratori ricevevano giornalmente un’abbondante razione di pane fatto con farina bianchissima,la famosa farina americana croce e delizia delle massaie perché una volta impastata,diventava una colla elastica con cui fare maccheroni o lasagne era quasi impossibile. Con gli inglesi di Brindisi molti carmianesi avevano buoni e utili rapporti e si organizzavano partite di calcio sul nostro campo sportivo tra le rispettive squadre. Tali incontri avevano visto sempre vincere gli inglesi che in quel tempo erano considerati ed erano veramente i maestri del calcio. A Carmiano i giovani amavano il calcio e si appassionavano agli incontri nazionali e internazionali ascoltando alla radio le mitiche radiocronache di Niccolò Carosio e conoscevano i nomi dei più famosi calciatori inglesi come Mortensen, ala destra che segnava goal impossibili con tiri dalla linea di fondo.

Il campo sportivo di Carmiano non era un bel campo. Lunghezza e larghezza inferiori alle misure regolamentari. Il terreno di gioco durissimo con pietre che affioravano ovunque. Non era recintato ad eccezione del lato attiguo alla strada per Magliano. ( In quel lato il livello del terreno si era abbassato e con la pioggia il campo diventava inagibile. Tale cedimenti del terreno era stato causato da pesanti mezzi militari lì collocati quando a Carmiano dopo l’armistizio erano venuti reparti militari che erano alloggiati nell’edificio della scuola ).

Nel lato opposto del campo,tra il terreno di gioco e il fondo “Stampatore”, c’erano dei muretti paralleli tra loro e verticali rispetto alla linea laterale del campo. Erano gli ostacoli del percorso di guerra che la Gioventù fascista carmianese, Balila e Avanguardisti, doveva compiere nei saggi ginnici che si effettuavano periodicamente nel periodo fascista.

Non c’erano spogliatoi. I muri della fabbrica “Parisi” servivano allo scopo.

In queto campo arrivarono in un caldo pomeriggio di una domenica di giugno due grossi camions con a bordo i giocatori inglesi, molti soldati e alcuni ufficiali. Entrarono nel campo e si disposero accanto ai muretti sopra descritti.

Avevano portato il pallone di cuoio perché a Carmiano non c’erano palloni con cui giocare. I soldati inglesi si mostrarono molto gentili con i ragazzi,li fecero salire sui camions e regalarono “chewingum” e gallette militari. La squadra del Carmiano in quegli anni non giocava in nessuna divisione o categoria. Solo in estate si organizzavano incontri di calcio che,non so perché,si chiamavano partite di propaganda. Nella squadra del Carmiano giocavano tuttavia dei validi calciatori.

C’era Totò Caiaffa nel ruolo di terzino. Era buon colpitore,veloce e scattante,abile nel gioco di testa;Nuccio Pulli forte ala destra e all’occorrenza buon terzino; Mario Ciccarese ( classe ’19) ottimo attaccante,; Antonio Merli duro e valido difensore ; un certo Moretto e altri di cui non ricordo il nome. Venivano a giocare col Carmiano giovani di Veglie, Leverano, Monteroni. Il portiere veniva da Monteroni. Arbitrò quella partita il Prof. Nino Zecca allora studente universitario.

C’era poi un ragazzo carmianese che faceva il raccattapalle,correva a recuperare il pallone quando andava a finire tra le vigne del fondo “ Stampatore”. Lo chiamavano “Pistola” perché “sparava” su chiunque con il braccio teso e l’indice e il pollice della mano aperti. Il rumore dello sparo era un “bang bang” con la bocca. Gli inglesi scesero in campo con un’elegante casacca bianca. Il capitano portava in mano un pallone nuovo.

I giocatori del Carmiano indossavano maglie bianco-celesti. Iniziò la partita.

Gli inglesi si mostrarono subito squadra en organizzata,tecnicamente e fisicamente superiore. I carmianesi correvano e contrastavano come potevano l’azione degli avversari. L’arbitro sembrava tenere in pugno la partita. Gli ospiti andarono in vantaggio, mi par di ricordare verso la metà del tempo con un colpo di testa di un giocatore molto alto. Il tempo si chiuse 1-0 a loro favore. Iniziò il 2° tempo e si ebbe l’impressione che gli inglesi potessero segnare quando l’avessero voluto. Ma ci fu qualcosa che cambiò l’andamento della partita. l’arbitro,forse per un improvviso impulso patriottico,cominciò a fischiare falli contro gli inglesi.

I giocatori del Carmiano ebbero anch’essi un sussulto di orgoglio,correvano tutti su ogni palla tanto che a pochi minuti dalla fine in un’azione confusa in area inglese, riuscirono a segnare il gol del pareggio. Fu allora che un ufficiale inglese, perso il proverbiale autocontrollo britannico,entrò in campo,si avvicinò all’ arbitro e gli mollò uno schiaffo dicendo in cattivo italiano: “ arbitro non bono”.

Il povero Nino Zecca rimase lì impietrito per qualche secondo, continuò ad arbitrare ancora per pochi minuti e poi fischiò la fine della partita che terminò quindi in pareggio col risultato di 1 – 1.

A quel punto però avvenne qualcosa di inaspettato. Che fosse stato tutto organizzato o no non lo si seppe mai.

Al fischio di fine partita, un giocatore del Carmiano prese il pallone e con un calcio lo scagliò lontano nel vigneto del fondo “ stampatore “. Il Pistola corse a recuperarlo ma non fece più ritorno. Gli inglesi intanto incominciarono a salire sul camions pronti per la partenza ma aspettavano che fosse restituito il loro pallone. Mandarono alcuni soldati a cercarlo fra il vigneto ma il pallone non fu trovato.

Alla fine con evidente disappunto e senza salutare se ne andarono.

La cosa sembrava finita lì. Ma a sera inoltrata molti carmianesi che erano ancora in piazza, videro arrivare un camion con a bordo un reparto di polizia militare inglese in perfetto assetto di guerra con elmetti e mitra al braccio. Due ufficiali scesero e si fecero indicare l’ abitazione dell’ arbitro Nino Zecca. Bussarono con perentoria violenza e al povero Nino che si affacciò alla porta, intimarono senza mezzi termini, come egli stesso dopo raccontò, la restituzione del pallone altrimenti doveva seguirli a Brindisi. Bisogna ricordare che la legge di guerra per i furti alle forze occupanti non era da prendere alla leggera. A Nino Zecca non rimase che salire sul camion e portare tutti in casa del Pistola che, alla vista dei militari con i mitra spianati, capì che in quella circostanza la sua pistola non sarebbe servita a niente.

Corse a prendere il pallone che aveva nascosto sotto il suo letto e lo consegnò a un soldato. Gli inglesi risalirono sul camion che ripartì prendendo la via del ritorno. Non si seppe mai chi aveva organizzato quella bricconata. Si suppose, ragazzi affascinati da un pallone che, a quei tempi, potevano solo sognare. A molti sportivi carmianesi rimase a lungo l’orgoglio di aver finalmente pareggiato una partita con i calciatori più forti del mondo.

Gabriele Miglietta

Published in Sport
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