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Sabato, 27 Aprile 2024
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Ho letto con interesse l’articolo dell’amico Gianni Erroi che ha trattato con competenza una materia così complessa quale la normativa che regola l’attività amministrativa degli enti locali. In detto articolo vi sono anche espliciti riferimenti a quanto pubblicato da me recentemente.

Un doppio ringraziamento a Gianni innanzitutto per avermi attribuito la volontà di suscitare “sani e giusti dibattiti” nel paese, ma anche perché mi dà la possibilità di approfondire il mio punto di vista su alcune questioni sollevate.

DELEGA assessorile. La “delega piena”, di cui onestamente sento parlare per la prima volta, a mio modestissimo avviso, non sarebbe proprio in linea con lo spirito della legge 81/1993 che, proprio in virtù di quanto Gianni Erroi faceva notare nel suo articolo, ha accentrato "nella figura del capo dell'amministrazione eletto direttamente i compiti di direzione e controllo dell'azione amministrativa”. Pertanto, ritengo scarsamente praticabile la via di una delega “piena” in merito ad alcuni compiti di "direzione e controllo" propri del Sindaco. Questa legge, lo ribadisco, ha di fatto limitato la funzione di Assessore relegandolo al ruolo di semplice componente di uno “staff” che agirebbe in maniera collegiale, quindi non con potere autonomo, e solo come supporto all'azione del Sindaco.

REVOCA degli incarichi. Per ciò che riguarda invece la possibilità di "revoca degli incarichi dirigenziali" operata dal Sindaco (o come sostiene Gianni anche da un Assessore con delega piena) nei confronti di Dirigenti "per inosservanza delle direttive" mi permetto di fare qualche riflessione su questo punto, cioè sul rapporto fra potere gestionale tecnico-dirigenziale degli uffici amministrativi e potere direttivo degli organi politici. Se è vero che può esserci sempre in agguato l'arroganza di un dirigente che col suo atteggiamento può intralciare l'attività dell'Amministrazione, d'altra parte è anche possibile che un Dirigente preparato, magari non completamente convinto della legittimità di una direttiva, sia più "suggestionabile" e quindi giocoforza reso più collaborativo di fronte alla prospettiva di revoca del suo incarico. A questo proposito mi piacerebbe approfondire i principi ispiratori delle già citate riforme degli enti pubblici promosse negli anni ’90. Esse avrebbero dovuto potenziare le risorse umane del pubblico impiego ponendole al servizio dei cittadini all’insegna dei tanto sbandierati criteri di economicità, efficienza ed efficacia, ma ciò non mi pare sia sempre e ovunque avvenuto. Le cause sono molteplici e se il dibattito continuerà, mi riservo di ritornare volentieri su questo punto.

MANAGERIALITA’. Con piacere mi soffermo anche sul concetto di “sindaco manager”. In verità, nel contesto di una più ampia riflessione, nel mio precedente articolo mi riferivo ad una "nuova classe di promettenti politici manager che si espandeva dai livelli superiori a quelli più periferici", senza alcun specifico riferimento alle vicende politiche locali. Confermo la personale convinzione che la decisione di alcuni imprenditori di scendere direttamente nell’agone elettorale ha contribuito, unitamente a tanti altri fattori, all'affermazione di un nuovo soggetto politico, non sempre illuminato, che ho ritenuto denominare "manager”, senza attribuire a questo termine una connotazione pregiudizialmente negativa, anzi tutt'altro. Considero la mentalità manageriale un valido modello per amministrare un Ente pubblico. Infatti, la capacità di un imprenditore di esprimere nello stesso tempo una visione lungimirante, ma anche pragmatica è importante sia per pianificare il futuro, che per saper cogliere le opportunità che via via si presentano nel corso della sua attività. Una visione lungimirante spinge un politico, proprio come fa un imprenditore privato, a mettere in relazione di continuo la portata delle proprie azioni, nonché la ricaduta delle medesime nel medio-lungo periodo, con tutti i portatori di interessi della comunità. Questo tipo di modello, se applicato in maniera ottimale, punta non solo al progresso economico e sociale del paese, ma anche ad un processo di formazione permanente delle risorse umane della macchina amministrativa.

Tuttavia, accanto alla suddetta mentalità lungimirante, nello stesso manager convive quella più pragmatica che, in determinate situazioni, può anche prendere il sopravvento sulla prima. L'atteggiamento pragmatico, senza un'adeguata visione programmatica di lungo respiro, è spesso costellato da visioni miopi, a volte incuranti degli effetti a lungo termine. Il prevalere di questo pragmatismo esasperato non promette nulla di buono, ma al contrario può aggiungere altri difetti ai tanti ancora presenti come retaggio della cosiddetta “prima repubblica (tipo le scelte clientelari), un esempio per tutti: l'affermarsi, in chi esercita il potere, di una mentalità autoreferenziale ed accentratrice sostenuta dalla propria abilità a costruire una rete di amicizie e conoscenze capaci di assicurare il raggiungimento “machiavellico” dei fini prefissati. Il prevalere dell’una o dell’altra mentalità nell'amministrare la cosa pubblica, a mio modesto avviso, può essere influenzato soprattutto dall’equipe che supporta il politico di turno, nella fattispecie del Sindaco. Collaboratori disimpegnati o comunque rinunciatari a dare il loro contributo critico non possono che far emergere la mentalità meno propositiva contribuendo all'affermarsi di un "management", quantomeno discutibile nel metodo.

Conclusioni. Nessun pregiudizio nei confronti dell'imprenditoria in generale e di quella locale in particolare. A questo proposito il mio concetto di base è semplice e può essere così sintetizzato: “Imprenditore” o “non Imprenditore”, qualunque personalità, anche la più volenterosa, carismatica e brillante, lasciata sola al comando e con possibilità di esercitare ampi poteri ha un considerevole rischio di smarrire la strada maestra e di imboccare percorsi meno lineari, dimenticando l'autentico significato della propria "mission". Solo la presenza vigile e costante di tutti i protagonisti dell’attività politico-amministrativa, elettori compresi, può garantire una corretta gestione della cosa pubblica.

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“Scongiurare condizionamenti o forme di ostruzionismo e perseguire una maggiore qualità ed efficacia dell’azione amministrativa, essendo ancora concreto il rischio di illecite interferenze della criminalità organizzata”.

Questa la motivazione contenuta nella relazione del Ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese sulla decisione di proroga di 6 mesi per la gestione straordinaria del Comune di Carmiano in seguito allo scioglimento del consiglio comunale per “riscontrati fenomeni di infiltrazione e condizionamento da parte della criminalità organizzata”. Un provvedimento avviato nel dicembre 2019 e che ha segnato la fine anticipata dell’amministrazione dell’ex sindaco Giancarlo Mazzotta, con il successivo insediamento a Palazzo di città dei tre commissari straordinari: i due viceprefetti Paolo D’Alessio e Daniela Buccoliero e il funzionario economico Michele Marcuccio.

La nota del Ministro, datata 15 marzo 2021, fa sua la relazione del Prefetto di Lecce, Maria Rosa Trio, del 5 marzo scorso, in cui è rapportata l’attività svolta e i risultati conseguiti dalla commissione straordinaria a Carmiano, “rappresentando tuttavia che l’avviata azione di riorganizzazione e riconduzione alla legalità dell’Ente non può ritenersi conclusa”.

L’organo commissariale a Carmiano – chiarisce la relazione – “ha svolto da subito attività improntata alla massima discontinuità rispetto al passato, al fine di dare inequivocabili segnali sulla forte presenza dello Stato con azioni rivolte a ripristinare la legalità dell’azione amministrativa”. A tal fine - si legge ancora – “ha avviato una generale azione di riorganizzazione degli uffici e dei servizi comunali al fine di razionalizzare le scarse risorse umane disponibili”.

L’attività dei commissari nel comune del nord Salento ha interessato tutti i settori. Evidenziate nel report: “l’attuazione di un piano specifico di razionalizzazioni con richiesta di finanziamento di 450mila euro in favore degli enti sciolti per infiltrazioni mafiosa”, nonché la “riorganizzazione con nomina di un nuovo amministratore unico e l’espletamento delle procedure per bandire nuovi concorsi pubblici d’assunzione” per la società in house providing “Carminio” che cura i servizi cimiteriali, pulizia immobili, mercato settimanale e gestione della farmacia comunale. Particolare rilevanza è stata data poi “alla complessiva opera di riordino e aggiornamento dei regolamenti comunali, tra i quali quello riferito alla contabilità, ai controlli e in materia di procedimenti amministrativi”. Approvato anche il piano anticorruzione e trasparenza.

La terna commissariale, subentrata allo scioglimento dell’amministrazione Mazzotta, ha effettuato inoltre interventi nel settore economico – finanziario ed implementato le verifiche antimafia per le pratiche pervenute allo sportello unico delle attività produttive (Suap). Occhio attento è stato rivolto anche alle strutture, con l’attivazione dell’iter per l’affidamento degli impianti sportivi comunali e per l’acquisizione al patrimonio comunale di un bene immobile confiscato alla mafia. Riflettori accesi sui lavori pubblici con l’adozione del piano triennale per le opere 2020/2022, con l’elenco degli interventi prioritari tra i quali “la realizzazione di una nuova caserma dei carabinieri, la valorizzazione del patrimonio artistico e storico del territorio, il miglioramento delle strutture comunali destinate all’attività sportiva e didattica”.

Il Ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, preso atto dell’analisi del Prefetto di Lecce con richiesta di estensione di altri 6 mesi dell’attività commissariale “per consolidare l’incisivo segnale di cambiamento nella gestione dell’Ente locale” ha ritenuto quindi esistenti le condizioni per la proroga. Provvedimento decretato lo scorso 24 marzo dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha prolungato così da 18 a 24 mesi la gestione straordinaria dell’Ente, con termine fissato al prossimo dicembre.

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“Ho letto con attenzione l’articolo apparso pochi giorni addietro su “ViviCittà” scritto dall’amico Tonino Lauretti, il quale non è nuovo ad iniziative proiettate a suscitare sani e giusti dibattiti su temi in ambito sociale, culturale e politico, come l’ultimo trattato. Se dunque lo scopo è stato quello di aprire un dibattito io sono qua a dire la mia.

Premetto che condivido per diversi tratti quanto sostenuto, anche se ritengo doverosa qualche precisazione. Sono d’accordo che a partire dagli anni “90” molto è cambiato in materia di legislazione degli Enti Locali, per esempio con l’elezione diretta del Sindaco, oppure con la c.d. “Legge Bassanini” che ha separato la funzione di indirizzo politico e controllo dalla funzione prettamente gestionale, la prima di competenza degli organi politi e la seconda di competenza dell’apparato burocratico e dirigenziale dell’Ente. Per quanto riguarda l’elezione diretta del Sindaco è del tutto vero che nell’attuale sistema elettorale egli acquisisce in maniera immediata la rappresentatività dell'ente locale, così apparendo spesso l’attore principale al quale attribuire il merito della vittoria, anche se in gran parte frutto dei singoli candidati che disseminano sul territorio impegno e risorse personali per ottenere consensi utili alla causa.

E’ altrettanto vero che una volta eletto il Sindaco, in virtù del potere che gli deriva dalla legge, nomina gli Assessori e può anche revocarli senza dover rendere conto a nessuno, né a partiti né all’elettorato. Condivido sin qui il pensiero dell’amico Tonino secondo cui oggi il Sindaco è più un Manager che altro, al quale spesso gli viene riconosciuto anche tutto il merito (o demerito) dell’azione amministrativa, spesso, però, frutto anche e soprattutto dell’impegno della Giunta e del Consiglio Comunale.

E’ un sistema quello attuale non perfetto, come tutti i sistemi e leggi, suscettibile di essere migliorato, ma mai perfetto. Non esiste la legge perfetta. Esiste però il buon senso di chi deve applicarla ed interpretarla a tutti i livelli.

Devo però riconoscere che anche il precedente sistema elettorale non era esente da imperfezioni e non proprio giusto e corretto. Infatti, nella precedente disciplina normativa il Sindaco era una sorta di primus inter pares, eletto dal Consiglio con gli Assessori, ed era, in sostanza, con l'intera Giunta, legato agli accordi della maggioranza consiliare, espressione di questa e, nelle forme degenerative che purtroppo negli anni si sono verificate, a volte schiavo della stessa. Le imboscate degli Assessori, appartenenti a correnti diverse da quella del Sindaco o a partiti di coalizione non del tutto in linea con la maggioranza, erano tutt'altro che infrequenti. E comunque il Sindaco doveva rispondere continuamente alla coalizione e alla Giunta, di tutta la sua azione quale capo dell'amministrazione.

La legge 81/1993, ha privilegiato la stabilità governativa, accentrando nella figura del capo dell'amministrazione eletto direttamente i compiti di direzione e controllo dell'azione amministrativa. Ecco perché è il Sindaco, e non più il Consiglio, che nomina gli Assessori, i quali formano una sorta di consiglio politico-amministrativo, uno staff che lo coadiuva, ma non può più tenere le redini del gioco.

Ciò detto, il successo o l’insuccesso dell’attuale sistema dipende comunque e sempre dalla volontà del Sindaco eletto di volta in volta, poiché la legge, da interpretarsi ritengo sempre in maniera elastica e democratica, gli permette ancora di attribuire alla Giunta e all’intero Consiglio Comunale lo spazio e l’importanza che meritano. Mediante l'Assessore per esempio, preposto ad un ramo amministrativo, il Sindaco può esercitare più agevolmente la funzione di indirizzo politico. La preposizione di un Assessore ad un certo ramo di competenze dovrebbe integrare un incarico di trade union, tra Sindaco e macchina amministrativa: ovvero, l'Assessore può e deve avere la funzione di agire (con delega piena) in prima persona per garantire l'indirizzo politico, esercitando il proprio potere di direttiva, controllando tempi e modalità di attuazione di piani e programmi della Giunta e nel rispetto di questi. Così come può e deve recepire istanze e suggerimenti della macchina amministrativa e proporli alla Giunta per l'elaborazione e definizione di nuovi progetti, per correggere il tiro dei programmi, per guardare ai nuovi obiettivi. E’ la legge stessa che attribuisce tale importanza all’Assessore, ove si prevede che gli incarichi dirigenziali possono addirittura essere revocati in caso di inosservanza da parte dei dirigenti delle direttive anche dall'Assessore. La norma in questione, quindi, implicitamente, attribuisce all'Assessore come soggetto autonomo e non più componente di un organo collegiale, un potere specifico, tipico del rapporto di direzione: la direttiva. Ed è un potere talmente forte che la deviazione del dirigente dalle linee proposte dall'Assessore può comportare addirittura una sanzione pesante come la revoca dell'incarico. Questo potere dell'Assessore va, comunque, inquadrato nel corretto piano dei rapporti istituzionali.

Ora, è vero che negli ultimi anni spesso i Sindaci (non mi riferisco solo a Carmiano) hanno interpretato il loro mandato in maniera autoritaria e, mi si consenta, poco partecipata da parte del resto della macchina politico amministrativa, Assessori compresi. Ma il successo o meno di una legge sta sempre nel buon senso di chi la applica e la fa valere. E’ vero che il Sindaco con l’attuale sistema elettorale ha un ruolo di primaria importanza, che lo affranca giustamente dai colpi bassi della maggioranza consiliare cui un tempo era assoggettato, ma è anche vero che esistono gli strumenti legali per attribuire la giusta importanza e competenza a tutto il sistema, Giunta e Consiglio Comunale; dipende solo dalla personalità del singolo e dall’impronta più o meno democratica e partecipata che si vuole dare ad una Amministrazione. Esiste per esempio la possibilità per il Sindaco di attribuire anche al singolo Consigliere Comunale studi su determinate materie, compiti di collaborazione circoscritti all'esame e alla cura di situazioni particolari. In questo senso si è espresso Il TAR Toscana con sentenza n. 1248/04 del 27 aprile 2004 che ha ritenuto che lo statuto (…)” possa prevedere la delegabilità da parte del Sindaco ad un Consigliere di alcune competenze, che non comportino l’adozione di atti a rilevanza esterna e compiti di amministrazione attiva, limitate ad approfondimenti collaborativi per l’esercizio diretto delle predette funzioni da parte del Sindaco che ne è titolare”. In definitiva, come si vede, gli strumenti legali per attribuire a tutti un compito di partecipazione effettiva alla gestione della cosa pubblica esistono, in attuazione di quello “spirito collaborativo” invocato dall’amico Tonino tra la maggioranza, minoranza e Sindaco.

Per rispondere poi sul riferimento alla figura del Sindaco Manager, che ha portato molti imprenditori ad ingerirsi personalmente e direttamente nella gestione della cosa pubblica, a differenza che nel passato in cui si sarebbero limitati a semplici finanziatori dei partiti, ritengo che il sistema della “vecchia repubblica” sia fallito proprio in questo, cioè nel ritenere “normale” il finanziamento ai partiti (illecito), ragion per cui si giunse a “mani pulite”. Certamente questo non andava bene prima e, forse, è più giusto che l’imprenditore si spenda in prima persona e ci metta la faccia. Magari è l’approccio che oggi non va bene e deve cambiare, non potendosi più pensare che la gestione della cosa pubblica sia e possa diventare una cosa da ricchi, una casta. Ciò può essere evitato solo con la onestà intellettuale e l’impegno di ciascuno di noi, singoli e forze sociali comprese, posto che, come innanzi ho detto, la legge pone già a disposizione gli strumenti per una gestione della cosa pubblica democratica e partecipata.

Tuttavia, sono d’accordo che l’argomento sia da approfondire, così, come, concordo che sia oramai giunto il momento che alcune questioni vengano affrontate, senza ingerenza sugli aspetti personali e senza ingerenza su questioni prettamente processuali che riguardano altre sedi. Sono anche d’accordo che sia giunto il momento per incominciare a parlare delle prossime elezioni amministrative, anche se non ritengo ancora sia giunto il momento per fare dei nomi di candidati ad ogni livello e, comunque, penso che si debba sempre dialogare senza pregiudizio e veti.

Raccolgo il monito dell’amico Tonino Lauretti che il futuro di Carmiano e Magliano, è nelle mani di tutti i cittadini, me compreso ovviamente”.

Gianni Erroi

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Amministrative Carmiano-Magliano: vogliamo iniziare a parlarne? Se sì allora bisogna armarsi di pazienza perché non sono stato capace di essere più sintetico di così. In verità avevo pensato di scriverlo a puntate, ma poi ho pensato che chi non intendere leggere non leggerà sia se il testo è breve sia se è piuttosto lungo.

Iniziamo. Nelle rare occasioni in cui mi sono trovato a discutere delle prossime votazioni amministrative di Carmiano-Magliano i dialoghi mi sono apparsi piuttosto sfumati, spesso privi di concretezza e quasi sempre basati solo su "nomi". Ogni considerazione appariva proiettata nel futuro senza alcun riferimento al passato. Capita a volte, senza volerlo, che una sorta di “pudore mediatico” limiti il classico “ragionamento”. Beh? Allora sragionamo”? Preciso da subito che prima ancora di inoltrarci nei vari sragionamenti occorre richiamare l’attenzione sui cambiamenti che negli ultimi decenni hanno contribuito a cambiare il volto delle Amministrazioni pubbliche. Ricordo che all'epoca in cui ero consigliere comunale, e precisamente nella prima metà degli anni '90, furono attuate grandi riforme nel campo delle pubbliche amministrazioni, in primis l’elezione diretta del Sindaco. Furono inoltre attribuite specifiche funzioni al Sindaco ed al Consiglio comunale e nello stesso tempo fu declassato il ruolo degli Assessori (nominati direttamente dal Sindaco in qualità di fiduciari tanto da poter essere destituiti in qualunque momento). Ciò avveniva nel contesto di una riforma elettorale maggioritaria in cui i partiti, nel tentativo di mantenersi ancorati al potere, facevano un passo indietro accontentandosi di sponsorizzare un cosiddetto candidato di "area" nel mentre prendeva sempre più piede l'aggregazione attorno a liste civiche eterogenee ove la figura del candidato sindaco esercitava un ruolo, non esclusivo, ma comunque assolutamente preminente. Tuttavia appariva già da subito evidente il rischio che i Sindaci, una volta eletti, avendo speso direttamente la propria faccia nei confronti dell'elettorato (e, “sragionando” in modo ancora più superficiale, forse anche tanti quattrini), avrebbero potuto attribuirsi il merito della vittoria minimizzando il contributo dei co-protagonisti della lista vincente che talvolta, paradossalmente, erano riusciti a strappare il consenso personale, malgrado proprio lo stesso candidato sindaco di quella Lista. Per di più non era difficile immaginare che una volta eletto, il Sindaco non sarebbe più stato dietro a legami di vecchio stampo che con estenuanti riunioni ed incalzanti richieste di verifica di fatto avrebbero potuto rallentare l'azione amministrativa. L’Elezione diretta del Sindaco, a mio modesto avviso, mise fuori gioco definitivamente, almeno localmente, i Partiti ormai agonizzanti dopo la stagione di “mani pulite”. Ciò aprì la strada a facili ribaltamenti della leadership locale di un determinato comune con gli innegabili vantaggi di facilitare l’alternanza nella gestione politico-amministrativa di quel paese. Accanto a tutto ciò vi è anche da considerare che molti finanziatori dei vecchi partiti (che spesso davano soldi a vari partiti per assicurarsi la presenza di più amici nei vari enti governativi) che fino a quel momento avevano operato dietro le quinte decisero di mettersi in proprio. Si legittimava quindi una nuova classe di promettenti “politici manager” che si espandeva dai livelli superiori a quelli più periferici. Tutto appariva come l’inizio di una nuova stagione all’insegna dell’efficientismo nella gestione della cosa pubblica. Tuttavia, probabilmente per evitare un eccesso di potere degli organi politici, il legislatore aveva immaginato dei contrappesi. È necessario rammentare, infatti, come le riforme di quegli anni introdussero anche il principio di separazione dei poteri di indirizzo e di controllo politico-amministrativo, di competenza degli organi di governo degli Enti locali, dai poteri di gestione amministrativa, finanziaria e contabile, di competenza dei Tecnici dirigenti. Quindi, a mio modestissimo parere, è come se il legislatore avesse deciso di spostare l’equilibrio decisionale in merito alle scelte politico-amministrative di una comunità dal confronto democratico tra maggioranza e minoranza, spesso “parolaio” e poco concludente, al confronto più concreto tra potere politico-manageriale del Sindaco e potere amministrativo-gestionale dei Dirigenti nel tentativo non solo di rendere più snella l’azione amministrativa, ma anche più trasparente. Ma col passare degli anni appariva sempre più evidente che nel nuovo assetto determinatosi all'interno dei rapporti di forza degli organi politici (Sindaco, Giunta e Consiglio) c'era qualcosa che non andava. Troppi poteri (e conseguenti responsabilità) al Sindaco, pochi ai suoi fiduciari (Assessori), molti teoricamente al Consiglio Comunale che di fatto contava invece poco o nulla, eccezion fatta per la possibilità di sfiduciare il sindaco sciogliendo in questo modo il consiglio stesso.

Nessuna legge elettorale può essere perfetta. Per renderla se non perfetta, almeno migliore, credo sia necessario non solo uno spirito collaborativo da parte della maggioranza, ma comunque anche della minoranza, nei confronti chi esercita il massimo potere politico, cioè del sindaco, ma soprattutto uno spirito critico supportato dalla conoscenza dei problemi e dal continuo impegno ad approfondirli e a seguirne l’iter fino alla loro soluzione ottimale. Come si può notare si tratta di considerazioni del tutto generiche sulle attuali leggi in vigore attinenti al "management" ed alla "governance" di un Ente.

A mio modesto avviso, dopo lo scioglimento del Consiglio Comunale non è stato mai avviato, colpa anche del sopraggiungere della pandemia ancora in corso, un sincero dibattito sul futuro di Carmiano-Magliano e sul ruolo dei singoli cittadini e soprattutto delle varie associazioni culturali operanti sul territorio. Tuttavia è possibile che mi sia perso qualcosa e che il dibattito sia in corso da tempo e magari anche in fase avanzata. In tal caso chiedo scusa. Se però non sono molto distante dalla realtà e tutto tace, vi è tempo forse per affrontare alcune questioni, fermo restando il rispetto per i provvedimenti messi in atto dai poteri dello Stato in via cautelare e senza nascondere il forte stupore frammisto ad altrettanta preoccupazione per quanto accaduto. Ciò deve essere di sprone a fare un'analisi che possa aiutarci a capire qualcosa del presente e proiettarci con un minimo di ottimismo nel futuro.

E a questo punto si può iniziare a “sragionare” su QUANDO, DOVE e COME discutere delle prossime elezioni amministrative a Carmiano-Magliano.

Punto1) QUANDO. Se per alcuni è troppo presto discuterne anche per evitare che si formi una lista di TOTOSINDACI "bruciandone” alcuni, magari persone valide, il sragionamento invece ci fa capire che se non si inizia ad aprire una discussione sui problemi senza necessariamente discutere dei nomi si corre il rischio di trovarsi poi di fronte a giochi già fatti.

Punto2) DOVE. Oggi come oggi non si possono organizzare incontri-dibattito per il rischio di contagio, ma il #sragionamento# ci suggerisce una qualche forma di discussione anche a distanza, magari utilizzando strumenti di comunicazione e divulgazione locali già operanti on line. Certo bisogna fare attenzione perché “scripta manent”. Ciò tuttavia non può diventare un alibi per non dire quello che si pensa, piuttosto deve essere un monito per usare un linguaggio franco, ma nello stesso tempo corretto ed improntato al massimo rispetto delle opinioni altrui.

Punto3) COME. Si può evitare di affrontare il problema dello scioglimento del consiglio comunale, ma un sano sragionamento invece suggerisce di non considerare questo accadimento alla stregua di un Tabù e di parlarne con la saggezza e la delicatezza che il caso richiede, senza pregiudizio alcuno.

Da qui a un anno il futuro di Carmiano-Magliano è nelle mani di tutti i cittadini, nessuno escluso.

Tonino Lauretti

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Il Consiglio dei Ministri riunitosi venerdì 19 marzo a Palazzo Chigi, sotto la presidenza del Presidente Mario Draghi, ha ufficializzato la decisione di proroga del commissariamento del Comune in vigore dal dicembre 2019. Provvedimento che porta da 18 a 24 i mesi di gestione straordinaria dell’Ente.

Nel comunicato diramato si legge -“Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell’interno Luciana Lamorgese, considerato che non si è ancora esaurita l’azione di recupero e risanamento delle istituzioni locali, ha deliberato la proroga per sei mesi dello scioglimento del Consiglio comunale di Carmiano, già disposto in esito ad accertati condizionamenti da parte della criminalità organizzata”.

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Giovedì, 18 Marzo 2021 15:10

Tre nuovi vigili urbani a Carmiano

I commissari straordinari assumono a Carmiano 3 vigili urbani a tempo indeterminato al 50 %. Oggi la firma del contratto per 18 ore settimanali per ogni agente. I nuovi vigili sono vincitori idonei nel concorso tenutosi a Galatone.

Attualmente dunque l'ufficio di polizia locale diretto dal comandante Vincenzo Rolli conta di 5 unità. Questi i nomi dei nuovi vigili: Tecla Papadia, Alessia Quartini e Giuseppe Sisinni.

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Sicurezza stradale, decoro urbano e ascolto dei cittadini, gli argomenti trattati nell’incontro che si è tenuto ieri fra il presidente della Pro Loco Carmiano-Magliano, Carlo La Tegola e i Commissari prefettizi del comune di Carmiano. Il resoconto in una nota pubblicata sui social dall’associazione. “L’incontro è stato propizio per affrontare diverse tematiche riguardanti la comunità e il territorio di Carmiano e Magliano a oltre un anno dallo scioglimento del consiglio comunale per presunte infiltrazioni mafiose. Si è fatto il punto su diverse criticità. E’ stata avanzata richiesta sulla sicurezza stradale per porre in essere tutte le misure necessarie a rendere più sicure le strade comunali in prossimità degli incroci con le provinciali per Copertino e Leverano, già teatro di numerosi incidenti stradali anche mortali. Nel corso dell’incontro – precisa la Pro Loco - i commissari hanno garantito adeguato interessamento per la pianificazione di un progetto atto alla realizzazione di 2 rotatorie sulle provinciali. Piano da inserire a finanziamento nella prossima progettualità della Provincia di Lecce.

Tra gli altri argomenti trattati con i Commissari, anche quello di riservare maggiore attenzione alle esigenze della comunità, fra cui l’apertura nel rispetto delle misure anticovid, degli uffici comunali al pubblico e il ripristino, con messa in sicurezza, di basoli e asfalto stradale attualmente pieno di buche”-conclude la nota della Pro Loco Carmiano Magliano.

Asfalto gruviera sempre più pericoloso, evidenziato dai cittadini in diverse zone del paese. Le ultime segnalazioni riguardano alcune arterie periferiche di Carmiano e a Magliano via XXIV maggio e l’intersezione tra via Fiume e via Giacomo Matteotti.

 

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L’iniziativa è dell’Associazione Culturale #73041 al fine di incentivare maggiormente gli acquisti nel territorio comunale, anche e soprattutto nel periodo natalizio. Tante le attività aderenti.

“Da sempre a sostegno delle economie locali di Carmiano e Magliano – dichiarano dal coordinamento di #73041 - abbiano deciso di dar vita ad un’iniziativa in cui i vincitori saranno sia il consumatore che ha acquistato il biglietto che l’attività commerciale che lo ha venduto. I biglietti venduti – perseguono- parteciperanno all’estrazione di 10 premi consistenti in buoni per l’acquisto di beni e servizi dal valore minimo di 100 euro e fino ad un valore massimo di euro 350 da spendere presso l’attività commerciale aderente all’iniziativa, identificata con il numero di serie, che ha distribuito il biglietto abbinato al possessore del relativo numero estratto”.

L’estrazione per l’assegnazione dei premi avverrà mercoledì 06/01/2021, alle ore 18 in forma pubblica e trasparente e sarà effettuata, nel rispetto della attuale normativa in materia di contrasto alla diffusione dell’epidemia da COVID-19, a mezzo diretta Facebook sulla pagina ufficiale di “Vivicittà”.

I premi saranno consegnati ai rispettivi possessori dei biglietti vincenti dal 09/01/2021 presso la sede sociale dell’associazione culturale #73041, la quale corrisponderà alle attività commerciali che hanno distribuito i biglietti vincenti il valore del Voucher oggetto della vincita nel momento in cui il premio sarà richiesto dal vincitore. Mentre i premi non richiesti entro la data dal 15/03/2021 saranno utilizzati dall’associazione per l’acquisto, sempre presso le attività commerciali che hanno distribuito i biglietti estratti, di beni e servizi da donare in beneficenza a soggetti svantaggiati residenti

Le attività commerciali di Carmiano e Magliano che vorranno aderire all’iniziativa possono contattare la pagina Facebook dell’associazione #73041. 

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La comunità di Carmiano e Magliano si prepara alle festività natalizie con le inaugurazioni delle due natività artistiche, in programma l’otto dicembre.
In piazza Assunta a Carmiano il presepe costruito dalla Pro Loco cittadina nel segno della tradizione con il richiamo all’attualità del covid, realizzato in muratura con statue in resina alte un metro, sarà contornato dall’installazione di un albero di natale che verrà decorato con disegni e lavoretti natalizi realizzati dal consiglio comunale dei ragazzi e dagli alunni delle scuole dell’infanzia e primaria dell’istituto comprensivo “Zimbalo”.
A Magliano invece la natività artistica realizzata in piazza degli Eroi dalle associazioni “ACAM” e “Amici del presepe” tra fede e tradizione, richiama nella sua opera gli ulivi colpiti dalla Xylella e la tenacia di una terra che nel Natale intravede la possibilità di una pronta rinascita. “Attraverso la realizzazione dei presepi, in questo tempo difficile – sottolineano gli organizzatori - abbiamo voluto dare un senso di vita e speranza a tutta la comunità di Carmiano e Magliano”.
La benedizione delle natività a Magliano sarà effettuata domani alle 18.30 da don Rodny Mencomo, sacerdote della parrocchia Maria SS Assunta e alle 19.30 a Carmiano, dal padre spirituale della chiesa della Madonna Immacolata, Pompilio Damiano. Entrambe, nel rispetto della normativa anticovid, saranno trasmesse in diretta social su "ViviCitt@".

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Prima l'incidente, poi l'arresto. Giovane nigeriano si rifiuta di esibire i documenti ai carabinieri intervenuti per un incidente stradale e finisce ai domiciliari per resistenza, aggressione e oltraggio alle forze dell'ordine. Ieri sera intorno alle 23, lo scontro su via don Alessandro Niccoli fra un'auto e uno scooter, guidato da un nigeriano rimasto ferito e trasportato dai sanitari del 118 in ospedale, di lì a poco ha avuto l'appendice dell'arresto dell ' amico 28enne andato in escandescenza dopo essere intervenuto sul luogo del sinistro stradale.
Paura e qualche lieve escoriazione per l'uomo alla guida della vettura. Sul posto intervenuta anche la protezione civile locale.
Published in Cronaca
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