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Mercoledì, 01 Maggio 2024
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Il contesto storico                                                       
Il culto dell’Immacolata a Carmiano è legato alla fondazione di una chiesetta fuori dal centro abitato eretta molto verosimilmente nell’ultimo decennio del XVI secolo in seguito al ritrovamento di un’immagine mariana ritrovata nel territorio circostante. Una circostanza -che nel Salento e nel Mezzogiorno d’Italia si ripete in più parti, lasciando una scia miracolistica sull’evento- tramandata per diversi anni per via orale e solo dalla metà del XVII secolo riportata nei documenti canonici in occasione dell’inaugurazione della nuova chiesa mariana (quella attuale) progettata e realizzata dall’architetto Giuseppe Zimbalo prima di lasciare Carmiano per trasferirsi stabilmente a Lecce.
L’antefatto
Il racconto segue un canovaccio noto e consolidato nella letteratura religiosa. Il ritrovamento in pozzi, cunicoli, terreni abbandonati di un’immagine mariana si situa sul crinale temporale del Concilio di Trento, quando l’intero Salento passa sotto il diretto controllo romano dopo un passato in cui lo legava strettamente alla chiesa di Bisanzio. Il ritrovamento risponde ad un cliché usato e abusato che ricorda le lotte iconoclaste contro le immagini sacre nel periodo bizantino. Una risposta plateale alla tradizione ellenofona che si vuole cancellare con il recupero e lo svelamento di tante tele gelosamente nascoste per evitare la loro distruzione. L’avvenuta e irreversibile obbedienza alla chiesa romana si celebra anche con l’esposizione di queste immagini mariane che non avevano trovato nel periodo precedente accoglienza in alcun luogo sacro. Da qui la necessità di fornire una chiesa, un’edicola o una “chiesucola” che possa ospitare queste immagini sacre per alimentare la devozione dei fedeli. Tutto parte da una leggenda dal sapore miracolistico. Si racconta che a Carmiano il trasporto della effigie mariana, ritrovata in un pozzo della campagna limitrofa, avviene su un carretto trainato da due buoi con destinazione la chiesa madre intitolata a Maria SS. Assunta (demolita colpevolmente nel 1961 per trasformare lo spazio sacro nell’attuale sede del Comune e di una Banca), chiesa aperta al culto nel 1560. A poche centinaia di metri dal paese, sulla via che porta a Villa Convento, il carretto trainato dai due buoi si impantana dentro una melma di fango, accumulatosi dopo diversi giorni di pioggia, da impedire il cammino. Le ripetute frustrate ai due buoi non sortiscono gli effetti desiderati, anzi finiscono per spezzare i legamenti con il carretto che rimane bloccato, senza andare né avanti né indietro, cadendo dentro una vera e propria sabbia mobile. L’impossibilità di proseguire il percorso e di raggiungere la meta prefissata vengono interpretati dalla pietà popolare come un segno divino e considerare quel sito come quello prescelto dalla stessa Vergine Maria per ricevere una degna accoglienza. Contro il parere del clero della parrocchia, ostile alla nascita di una devozione fuori dal recinto sacro di sua pertinenza, il reperto mariano resta custodito dove temporaneamente si è impantanato. Nei mesi successivi per iniziativa popolare si pone mano alla costruzione di un piccolo edifico sacro, una sorta di “chiesucola”, dove viene collocata l’immagine mariana ritrovata per essere esposta alla devozione dei fedeli. Nel giro però di pochi decenni la “chiesucola” si rivela piccola e inadeguata per contenere il flusso crescente dei pellegrini e per assicurare le principali funzioni liturgiche. Si decide così di costruire a ridosso del primitivo edificio sacro una nuova chiesa mariana, quella oggi esistente, aperta ufficialmente al culto nel 1654.
L’esplosione devozionale e l’adozione del patronato civico
La piena funzionalità della nuova chiesa mariana alimenta produce un’esplosione devozionale inaspettata a largo raggio. Il culto dell’Immacolata non solo coinvolge l’intera comunità di Carmiano, ma tocca estesamente anche i centri limitrofi, divenendo nella seconda metà del Seicento il più attrattivo e partecipato della zona. La chiesa extraurbana dell’Immacolata si pone nei circuiti del sacro come un polo di pellegrinaggio locale di primaria importanza. L’immagine mariana gelosamente custodita sull’altare barocco dello Zimbalo diventa una meta agognata e ricercata con una frequenza impressionante da fedeli di diverso ceto sociale e di diversa provenienza geografica. Si registrano numerosi fatti straordinari (ritenuti veri e propri miracoli), attribuiti alle qualità taumaturgiche dell’immagine mariana. L’intenso fervore devozionale favorito e accresciuto da improvvise guarigioni spinge il popolo a chiedere l’adozione del protettorato civico, prima riconosciuto in forma solo ufficiosa alla Vergine dell’Assunta, titolare della chiesa matrice. Il clero parrocchiale però si mostra ostile a questo passo, non solo per non perdere la centralità acquisita nella promozione cultuale, ma anche perché escluso dalla gestione della chiesa mariana, affidata sempre dal vescovo leccese a preti forestieri, che risiedono permanentemente nella casa-canonica della chiesa appositamente costruita. Ma i tempi si rivelano maturi per dare rapido approdo alla richiesta di protezione celeste. Sotto la forte pressione popolare gli amministratori decidono di accogliere la petizione popolare e di avviare le operazioni per l’adozione del patronato civico. Convocano all’inizio del XVIII secolo” in un pubblico parlamento” tutti i capo-famiglia del paese e con il loro esplicito assenso portano all’approvazione, senza alcuna riserva, dell’Immacolata a protettrice della comunità carmianese. L’atto (con l’annesso articolato delle spese a totale carico del Comune per i festeggiamenti patronali fissati nella seconda domenica di agosto) viene trasmesso al clero capitolare della chiesa madre per essere inoltrato al vescovo per le opportune vidimazioni canoniche, di acquisire cioè la piena ufficialità religiosa prima di essere trasmesso alla Sacra Congregazione dei Riti, organo della Curia romana autorizzato a concedere la conferma definitiva.
Nulla di tutto questo avviene. Il clero parrocchiale non si mostra collaborativo, i vescovi della diocesi, seppure informati, non danno seguito al percorso istruttorio, nessuna carta arriva a Roma per l’approvazione finale. Il protettorato dell’Immacolata sopravvive per inerzia, per volontà esclusiva della pietà popolare che rimane attaccata al culto mariano senza attendere ulteriori riscontri dalle autorità religiose. Da parte sua il clero parrocchiale si prende la sua rivincita qualche decennio dopo, formalizzando a fine Settecento il patronato civico di san Vito martire, contrapposto a quello mariano ormai predominante, al fine di recuperare spazi nella gestione del sacro irrimediabilmente perduti. 
Il dogma dell’Immacolata e la nascita della confraternita
Il culto dell’Immacolata si consolida con il dogma della Concezione emanato da papa Pio IX nel 1854, ma a Carmiano riceve un ulteriore impulso per l’entrata in scena di una nuova associazione religiosa. Due anni prima, nel 1852, presso la chiesa mariana viene istituita l’omonima confraternita per iniziativa di un gruppo di devoti che già da tempo si occupano dell’organizzazione della solenne processione della seconda domenica di agosto. Una ricorrenza devozionale quest’ultima legata al patronato civico assunto nel primo Settecento, ma parzialmente oscurata dopo la promulgazione del dogma, quando la tradizionale processione mariana viene spostata in via definitiva all’8 dicembre di ogni anno, festività dell’Immacolata Concezione. Questa data resta fondamentale nella vita della confraternita, a cui viene delegato il compito liturgico di assicurare la novena, la predicazione del triduo e di organizzare la solenne processione nel paese. Come primo priore della confraternita mariana viene eletto Felice Lecciso, che risulta anche proprietario della statua utilizzata per le processioni. Il Lecciso riesce abilmente a far assumere al suo simulacro un valore taumaturgico, a cui l’intera comunità carmianese tende progressivamente a riconoscersi, affezionandosi in maniera morbosa e passionale. Approfittando di questo ampio riscontro popolare il titolare della statua incorre in diversi atti disdicevoli, scantonando spesso in ricatti e soprusi che alla lunga esplodono in aspri e interminabili conflitti. L’uso privato del simulacro mariano tra il 1854 e 1855 non conosce limiti, con esagerazioni intollerabili, legate ad indebite appropriazioni di denaro. La statua viene strumentalmente portata in processione di casa in casa dei malati e dei devoti che ne fanno richiesta. Con maldicenze inevitabili che corrono di bocca in bocca. Il Lecciso, in qualità di priore, raccoglie offerte e doni in metallo prezioso senza mai dare conto agli altri “ufficiali” della confraternita. Una situazione insostenibile che ben presto porta ad un redde rationem all’interno dell’associazione laicale con la decisione unanime dei confratelli di togliergli la fiducia e di privarlo della responsabilità gestionale.
Un conflitto che dura dieci anni
Allontanato dalla confraternita il Lecciso si vendica negando la statua di sua proprietà per le processioni mariane, concedendola eccezionalmente solo per la festività dell’8 dicembre. La confraternita non accetta il ricatto e commissiona una nuova statua in cartapesta dell’Immacolata ad una bottega leccese. La nuova statua confraternale fa il suo ingresso pubblico nel paese in occasione della processione dell’Immacolata dell’8 dicembre 1857, scatenando un putiferio, una vera rivolta popolare. Al grido “abbasso la congrega, vogliamo la Madonna Nostra” (con riferimento alla statua di proprietà del Lecciso) un consistente gruppo di facinorosi blocca la processione, chiudendo anzitempo il rito religioso. La sollevazione popolare si ripete puntualmente in ogni ricorrenza liturgica di carattere mariano, spingendo il sindaco ad imporre al priore della confraternita, Luigi De Monte, il ritiro del simulacro sacro. Ma neppure questo basta per riappacificare gli animi se il 29 novembre del 1858, data di inizio della novena, una marea di gente si riversa sulle strade del paese per contestare la nuova statua della confraternita. La folla si muove minacciosa verso la chiesa extraurbana dell’Immacolata, chiedendo espressamente la soppressione della congrega mariana. La situazione rischia di precipitare in una rivolta permanente, costringendo l’Intendente della provincia ad inviare per sedarla una nutrita guarnigione militare. L’ordine pubblico nel paese è messo a dura prova. Carmiano diventa teatro di un conflitto religioso difficile da spegnere. Il sindaco del tempo Gaetano Gustapane propone un compromesso, quello di una nuova statua mariana commissionata dal Comune in sostituzione di quelle del Lecciso e della confraternita, soluzione che non trova però l’approvazione delle fazioni in lotta. Il contenzioso si allarga su altri aspetti, quali quelli sul ruolo gestionale esercitato dalla confraternita e sul diritto di patronato della chiesa, con esiti che restano incerti fino al 1864, quando per iniziativa del prefetto di Lecce Enrico Lupinacci e del sindaco di Carmiano si decide di concedere al Lecciso in comodato d’uso un “tratto di suolo per costruire una cappella come ricovero della sua statua” per la cui utilizzazione si prescrive l’osservanza di precisi adempimenti. Da parte sua il vescovo di Lecce tramite il vicario capitolare Carmelo Cosma firma l’interdizione canonica delle due statue, quella del Lecciso e della confraternita, approvando quella dell’amministrazione civica, atto che riconosce in via definitiva la chiesa dell’Immacolata di patronato comunale e la facoltà della parrocchia locale di esprimere il rettore spirituale.
Una disposizione che non trova però una puntuale e duratura applicazione. La statua del Lecciso per quieto vivere continua ad essere utilizzata nelle processioni mariane anche nei decenni successivi, ma il simulacro originale (quello appellato dalla folla inferocita nel 1857 come “Madonna Nostra”) che aveva generato un conflitto interminabile scompare dall’orizzonte religioso locale, cancellato da un incendio divampato di notte per la caduta di una candela. L’attuale statua dell’Immacolata, che sostituisce la prima, risale al 1931 allestita sulle sembianze della vecchia da una bottega leccese, ma adornata di abiti sempre cangianti che negli ultimi anni sono apparsi di raro pregio. 
 
Mario Spedicato
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Entrano nel vivo i festeggiamenti per la Madonna Immacolata a Carmiano. E come tradizione la comunità locale si prepara a vivere i riti solenni a devozione della Patrona del paese. Rito religioso con l’arcivescovo di Lecce, monsignor Michele Seccia. Eventi civili a cura del comitato festa, confraternita dell'Immacolta, gruppo "Fabbrica dell'Immacolata", in collaborazione con gruppo Scout Carmiano 1 e Comune di Carmiano. Ecco il programma delle tre giornate clou: 6-7-8 dicembre.
 
MERCOLEDÌ 6 DICEMBRE
Solenne Novenario presso la Chiesa dell’Immacolata.
Ore 20.00 presso il giardino dell’Immacolata: Inaugurazione del “villaggio di San Nicola”. Arrivo di San Nicola a cavallo, consegna dei doni ai bambini, magia, giocoleria e clown.
 
GIOVEDÌ 7 DICEMBRE
Solenne Novenario presso la Chiesa dell’Immacolata.
Dalle ore 10.00 alle ore 12.00 consegna della tradizionale “Puccia Benedetta” ai fedeli presso la Chiesa dell’Immacolata. Al termine della celebrazione eucaristica serale in apertura dei festeggiamenti artistica bengalata in Largo Immacolata.
Dalle ore 18.00 su Via Immacolata Mercatini di Natale.
Dalle ore 20.00 nel giardino dell’Immacolata Sagra te “La Puccia te la Matonna” con pittule, vino e allegria a cura del gruppo volontari “La Fabbrica dell’Immacolata” e gruppo Scout “Agesci Carmiano 1”.
Ore 20.30 i “Tamburellisti di Otranto” in concerto.
 
VENERDÌ 8 DICEMBRE: Festa dell’Immacolata
Il suono festoso delle Campane e lo scoppio di una fragorosa salve mattutina saluterà il giorno della Festa Patronale.
Ore 7.00/ Ore 8.00: Solenni celebrazioni eucaristiche presso la Chiesa dell’Immacolata.
Ore 9.00: Solenne processione mattutina per le vie del paese con la partecipazione delle Autorità Civili, Militari, Religiose e del Concerto Bandistico di Trepuzzi. Itinerario: partenza dalla Chiesa dell’Immacolata, via Villafranca, via Novoli, via della Pace, via G. Parini, via don Donato Franco, via Veglie, via Damiano Chiesa, via Quasimodo, via Leverano, via N. Machiavelli, Via G. Ferraris, via Firenze, via don Alessandro Niccoli, via Montenero, via piazza A. Diaz, via XXV luglio, via Cesare Battisti, piazza Assunta, via immacolata. Al rientro della processione sul sagrato della Chiesa dell’Immacolata: Solenne Celebrazione eucaristica presieduta da Monsignor Michele Seccia, arcivescovo di Lecce. Al termine omaggio floreale da parte del Sindaco alla Santa Patrona e omaggio in canto con la soprano Elena Mignone.
Ore 16.00: Omaggio dei rioni di Carmiano e Magliano alla Vergine Immacolata. Corteo storico rievocativo del ritrovamento del miracoloso affresco della Madonna da piazza Armando Diaz a Largo Immacolata con cavalli, traini e figuranti in abiti d’epoca in collaborazione con il circolo Ippico di Carmiano “Crazy Horse” la partecipazione di Sbandieratori e Musici della Deputazione di San Vito Martire di Lequile.
Ore 18.00: Solenne Celebrazione Eucaristica del Patrocinio e Atto di affidamento alla Madonna del popolo di Carmiano. Ore 20.00 in Zona “Casello della Cupa” Spettacolo di fuochi d’artificio.
Ore 20.30 in Largo Immacolata Spettacolo di cabaret con i “Malfattori”.
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Tutto pronto a Carmiano per l’inizio del rito religioso a devozione della Madonna Immacolata. L’Arciconfraternita “Maria SS.ma Immacolata”, la Fabbrica dell’Immacolata, il Comitato Festa “Maria SS. Immacolata” con il Patrocinio e la collaborazione del Comune di Carmiano, in collaborazione con Pugliarmonica. Il programma religioso parte oggi con la traslazione della statua della Madonna, che farà rientro nell’antica Chiesa dell’Immacolata. A seguire il rito civile che vivrà i giorni clou della festa il 6, 7 e 8 dicembre.
 
Programma Religioso
 MARTEDÌ 28 NOVEMBRE
Solenne apertura del Novenario.
Ore 19.30: traslazione e solenne intronizzazione della venerata immagine dell’Immacolata nella Chiesa dell’Immacolata
Itinerario: partenza dalla Chiesa di S. Antonio Abate, via don Donato Franco, via Gagliardina, via Pietra Grossa, via Roma, piazza Assunta, via Immacolata, Chiesa dell’immacolata.
 
DAL 29 NOVEMBRE AL 7 DICEMBRE
Solenne Novenario, ogni giorno presso la Chiesa dell’Immacolata.
 
VENERDÌ 8 DICEMBRE
Festa dell’Immacolata Patrona di Carmiano
Il suono festoso delle Campane e lo scoppio di una fragorosa salve mattutina saluterà il giorno della Festa Patronale.
 
Ore 7.00/ Ore 8.00: Solenni Celebrazioni eucaristiche presso la Chiesa dell’Immacolata.
Ore 9.00: Solenne processione mattutina per le vie del paese con la partecipazione delle Autorità Civili, Militari, Religiose e del Concerto Bandistico
 
Itinerario: partenza dalla Chiesa dell’Immacolata, via Villafranca, via Novoli, via della Pace, via G. Parini, via don Donato Franco, via Veglie, via Damiano Chiesa, via Quasimodo, via Leverano, via N. Machiavelli, Via G. Ferraris, via Firenze, via don Alessandro Niccoli, via Montenero, via piazza A. Diaz, via XXV luglio, via Cesare Battisti, piazza Assunta, via immacolata.
 
Al rientro della processione sul sagrato della Chiesa dell’Immacolata Solenne Celebrazione eucaristica presieduta da S.E. Mons. MICHELE SECCIA – Arcivescovo Metropolita di Lecce.
 
Al termine omaggio floreale da parte del Sindaco alla Santa Patrona e omaggio in canto con la soprano Elena Mignone.
 
Ore 18.00: Solenne Celebrazione Eucaristica del Patrocinio e Atto di affidamento alla Madonna del popolo di Carmiano.
 
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Programma Civile
 
Dal 29 NOVEMBRE AL 3 DICEMBRE
Concorso di disegno per ragazzi in collaborazione con la Biblioteca Comunale “Salvatore Paolo”:
L’Immacolata: La Mamma di Tutti.
 
GIOVEDÌ 30 NOVEMBRE
Ore 19.30: presso la Chiesa dell’Immacolata, Lettera a Maria.Voce narrante: Alessio del Vecchio. Interventi musicali : Luigi Smurro e Erika K. Martina
 
VENERDÌ 1 DICEMBRE
Ore 9.30: presso il cineteatro Lumiere in collaborazione con l’Istituto comprensivo “G. Zimbalo” ad indirizzo musicale di Carmiano, Seminario CYBERBULLISMO, NUOVE DIPENDENZE E INSIDIE SOCIAL.
Ore 19.30: presso il cineteatro Lumiere in ricordo del dottore Raffaele Caione già direttore S.C. Anestesia e Rianimazione dell’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce, serata all’insegna della cultura e della beneficenza.
 
SABATO 2 DICEMBRE
Al termine della celebrazione eucaristica serale, presso il giardino della Chiesa dell’Immacolata: Inaugurazione del Mercatino della Solidarietà “A casa di Maria” curato dal coro dell’Arciconfraternita.
Il mercatino sarà aperto dal 2 al 9 dicembre. Il ricavato verrà usato per la creazione di borse di studio per gli studenti del nostro paese e per interventi nell’ambito socio-culturale.
Ore 19.30: presso la Chiesa dell’Immacolata INSPIRATION Concerto de LE 13. Alla chitarra Silvia Boccadamo, Maria Luisa Petrelli e Carla Canitano.
 
DOMENICA 3 DICEMBRE
Ore 20.00 presso il cineteatro Lumiere: MUJER, spettacolo tra musica e parole sulla violenza contro le donne. (Ingresso libero su prenotazione).
 
MARTEDÌ 5 DICEMBRE
Ore 19.30, presso la Chiesa dell’Immacolata: “TOTA PULCHRA EST MARIA” Saggi di Storia, Arte e Cultura di Carmiano e Magliano. Presentazione del secondo volume della collana dedicata alla devozione mariana del nostro paese a cura del Dott. Maria Spedicato, studioso di arte e religione.
 
MERCOLEDÌ 6 DICEMBRE
 
Ore 20.00 presso il giardino dell’Immacolata, INAUGURAZIONE DEL VILLAGGIO DI SAN NICOLA. Arrivo di San Nicola a cavallo, consegna dei doni ai bambini, magia, giocoleria, bolle giganti e clown.
 
GIOVEDÌ 7 DICEMBRE
 
Dalle ore 10.00 alle ore 12.00 consegna della tradizionale “Puccia Benedetta” ai fedeli presso la Chiesa dell’Immacolata. Al termine della celebrazione eucaristica serale in apertura dei festeggiamenti artistica bengalata in largo Immacolata.
Dalla ore 18.00 su Via Immacolata Mercatini di Natale.
Dalle ore 20.00 nel giardino dell’Immacolata Sagra te “La Puccia te la Matonna” con pittulata, vino e allegria a cura del Gruppo Scout “Agesci Carmiano 1” e del gruppo volontari “La Fabbrica dell’Immacolata.
Ore 20.30 i “Tamburellisti di Otranto” in concerto.
 
VENERDÌ 8 DICEMBRE
Festa dell’Immacolata Patrona di Carmiano.
Omaggio dei rioni di Carmiano e Magliano alla Vergine Immacolata. Corteo storico rievocativo del ritrovamento del miracoloso affresco della Madonna da piazza Armando Diaz a Largo Immacolata con cavalli, traini e figuranti in abiti d’epoca in collaborazione con il circolo Ippico di Carmiano “Crazy Horse” la partecipazione di Sbandieratori e Musici della Deputazione di San Vito Martire di Lequile.
Ore 20.00 in Zona “Cesello della Cupa” Spettacolo Pirotecnico.
Ore 20.30 in Largo Immacolata Spettacolo dei “Malfattori”.
 
SABATO 9 DICEMBRE
Ore 19.30 presso la Chiesa Matrice: “Armonie Celesti”, concerto mariano per organo del maestro Antonio Rizzato, con la partecipazione del coro “Valle della Cupa” diretto dal maestro Biagio Putignano.
 
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Il giorno 28 novembre e 8 dicembre gran Concerto Bandistico Città di Trepuzzi, diretto dal maestro concertatore Prof. Giovanni Cananà.
Il giorno 8 dicembre sarà presente Telerama per uno speciale sulla festa a cura della giornalista Lory Larva.
Ufficio stampa Vivicitt@ News.
Luminarie a cura della ditta “Illumina” di Rocco Micolani – Giurdignano, a devozione della ditta “IdroVelox” di Mario Petrelli.
Addobbo interno della Chiesa dell’Immacolata a cura della ditta “Aventaggiato Antonio & Figli” Castrignano dei Greci, a devozione della BBC Terra d’Otranto di Carmiano.
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Carmiano è nata e cresciuta come una comunità povera e raccogliticcia, ibridata da fenomeni migratori costanti e da forestieri che hanno trovato sempre accoglienza per la convenienza dei padroni del feudo, I padri Celestini di Santa Croce di Lecce, ma anche per ragioni umanitarie in quanto un paese abitato da poveri non ha mai rifiutato di dividere (e condividere) quel poco che aveva con altri delle stesse condizioni sociali. Nel corso della sua storia plurisecolare Carmiano non ha conosciuto il formarsi di una schiera di ricchi, di famiglie cioè che hanno vissuto permanentemente di rendita perché dotate di consistenti patrimoni immobiliari, ma solo di famiglie che si sono riscattate con il duro lavoro quotidiano per assicurare i loro bisogni primari, per poter insomma sopravvivere alla miseria. Alcune di queste famiglie, una minoranza, riescono a raggiungere una relativa agiatezza economica con l’acquisizione di piccoli appezzamenti di terra, che le distinguono solo formalmente dalla stragrande maggioranza delle famiglie nullatenenti, ma con ricadute sociali di poco conto se le differenze si annullano di fronte alle congiunture negative che segnano frequentemente le stagioni agrarie. In quelle drammatiche occasioni le famiglie si scoprono tutte povere. I nuclei domestici però che ambiscono a civilizzarsi scelgono quasi sempre la strada del sacerdozio, una via che consente una minimale elevazione culturale e nello stesso tempo un facile accesso all’esenzione fiscale. Almeno fino alle riforme avviate nel periodo dell’Illuminismo quando i beni della chiesa per la prima volta vengono assoggettati, sia pure parzialmente, alla tassazione.
Dentro questo quadro di riferimento parlare di distribuzione della ricchezza a Carmiano appare un ossimoro, un discorso cioè senza senso. Nei vari censimenti fiscali che si ripetono dal XVI secolo in poi si assiste a richieste di esenzione persino del testatico (la tassa obbligatoria sul capofamiglia) per la dilagante miseria che soffre la popolazione. La presenza di tante famiglie indigenti spinge il governo spagnolo a rinunciare ad esercitare l’imposizione fiscale diretta e a rivalersi con quella indiretta attraverso l’inasprimento delle gabelle sui beni di prima necessità, tra cui il sale e i prodotti alimentari. In una comunità in cui predomina un’economia autarchica, come quella carmianese, lo scambio in natura si rivela meno pesante e comunque più alla portata delle effettive risorse materiali disponibili, in una realtà arcaica in cui si sconta una circolazione quasi inesistente della moneta corrente. Quello che serve per assicurare la sopravvivenza dell’intera popolazione viene dalle provviste dei raccolti agricoli annuali e dalla loro diversa accumulazione. Il baratto diventa l’unico strumento di riserva per l’approvvigionamento alimentare, un’espediente nel lungo periodo ben collaudato per far “sbarcare il lunario” ai più, alle famiglie povere e a quelle meno povere. Per questa ragione la terra resta l’unica vera ricchezza possibile, il possesso a cui tendere in via prioritaria, quello che mette parzialmente al riparo dalle cicliche emergenze epidemiche con annesse carestie, in quanto considerata la risorsa produttiva irrinunciabile, la sola che può sorreggere a lungo l’intera vita comunitaria.
Ancora a metà del XVIII secolo dentro una struttura socio-professionale bloccata a Carmiano emerge una larga schiera di piccoli proprietari che sembrano aver raggiunto l’obiettivo tanto agognato del possesso fondiario. Nel censimento fiscale del 1748 vengono riportati 194 fuochi (famiglie soggette a tassazione) formate prevalentemente da addetti all’agricoltura, pari a circa il 62%, mentre gli artigiani qualificati come tali risultano meno del 10%, i merciari quasi il 6%, i professionisti appena il 5%, i vedovi, le vedove e le vergini in capillis (nubili) insieme si avvicinano al 18% del totale. La maggioranza dei fuochi censiti dichiara il possesso di piccoli fazzoletti di terra che coltivano in proprio. Un dato certamente significativo che non deve però trarre in inganno, in quanto in non pochi casi tale possesso risulta irrilevante ai fini del miglioramento delle condizioni materiali delle famiglie. Messi da parte i 50 fuochi (il 26% dei censiti) che dichiarano di essere in possesso solo delle loro braccia (cioè di essere nullatenenti), gli altri risultano proprietari di appezzamenti di terra di dimensioni insignificanti che non possono da soli assicurare una piena autonomia alimentare all’azienda domestica se i membri della famiglia sono costretti a lavorare “a giornata” su terreni altrui. Qualche dato rende meglio la situazione. Dei 136 fuochi di proprietari 49 sono detentori di due-tre stoppelli di terra (uno stoppello equivale a 8 are, un tomolo è formato da  8 stoppelli), altri 39 fuochi dichiarano mediamente 7-8 stoppelli, altri 30 superano di poco i 10 stoppelli, solo 18 fuochi vantano il possesso di beni fondiari che oscillano dai 21 a 50 stoppelli.
Le eccezioni, in buona sostanza, si riducono però a pochi casi, coinvolgendo appena 6 fuochi la cui proprietà si attesta tra i 51 e i 100 stoppelli, a cui si aggiungono altri 2 fuochi che si distinguono su tutti possessori di una proprietà agraria che supera di poco i 100 stoppelli. In base a calcoli oggettivi oltre la metà dei piccoli proprietari destinano i loro fazzoletti di terra all’autoconsumo senza tuttavia soddisfarlo pienamente e permanentemente; un obiettivo quest’ultimo più alla portata dei 18 fuochi detentori di oltre 20 stoppelli, ma non sempre raggiungibile senza la disponibilità di altre entrate. Non è un caso se tra questi possessori si ritrovano 6 bracciali che vivono anche “a giornata”, un vaticale, un maestro muratore, un molinaro, un maestro legnaiuolo, un barbiere, un merciaro, un dottore fisico, un chierico, ecc. che considerano la terra un bene-rifugio potendo contare su altre risorse economiche provenienti dalla loro quotidiana attività professionale. Tra i 6 fuochi che denunciano una proprietà fondiaria superiore ai 50 stoppelli vi sono 2 bracciali, un chierico coniugato, un negoziante, un civile “vivente del suo” e un nobile assente che vive a Lecce, mentre i due fuochi che vantano il possesso di oltre 100 stoppelli sono esponenti del ceto dei civili. 
La ricchezza del paese va quindi ricercata in antico regime in una proprietà agraria frantumata che non prospetta alcuna mobilità sociale, pur dentro potenzialità economiche diversificate. Anche all’interno della categoria socio-professionale dei bracciali si rintraccia una casistica del possesso non appiattita nelle dimensioni fondiarie, ma proiettata unicamente verso la monocoltura. Sia il piccolo possidente sia il meno piccolo coltivano i loro fazzoletti di terra prevalentemente a seminativo con poche eccezioni. Si segue una regola condivisa da tutta la comunità: per soddisfare le esigenze alimentari quotidiane prima di tutto non deve mancare il pane e poi, se trova posto, anche l’olio e il vino.  Per questa ragione il seminativo resta la coltura predominante. Diventa persino invasiva nei fondi di oliveto, segno appunto della necessità inderogabile di garantire il fabbisogno di cereali necessario al sostentamento della propria famiglia. Il lavoro dei campi non riguarda solo gli addetti all’agricoltura, quelli appunto classificati come bracciali, ma tutti i ceti professionali, artigiani e merciari compresi, che alternano il loro mestiere con quello proprio del contadino. Carmiano in antico regime è un paese di contadini, strutturato sullo sfruttamento intensivo della risorsa agraria che coinvolge tutta la comunità, senza distinzione cetuale e professionale. Un paese insomma, come tanti altri del Salento, che esprime nel possesso della terra l’unica ricchezza possibile, quella che consente di sopravvivere alla diffusa miseria.                    
 
Mario Spedicato
Published in Attualità

Fiamme all’interno del panificio “La Rosa d’oro” su via Veglie a Carmiano. Sul posto si è reso necessario l’intervento dei vigili del fuoco del distaccamento di Veglie, per domare l’incendio e mettere in sicurezza l’area. Secondo i primi rilievi le fiamme sarebbero scaturite da un cortocircuito all’impianto di raffreddamento di un banco frigo presente nell’attività. L’incendio in corso è stato notato in strada dai vicini e da alcuni passanti, solo quando fumo e fiamme hanno oltrepassato la porta del panificio. In breve sul posto è arrivato anche il proprietario per l’apertura pomeridiana, trovandosi davanti le alte lingue di fuoco che avvolgevano l’insegna. Immediato è scattato quindi l’allarme alla centrale operativa dei vigili del fuoco, intervenuti per domare il rogo, evitando così ulteriori danni ai macchinari presenti nel retro locale, abitazioni vicine e persone. Diversi i danni invece registrati all’interno del reparto vendita del forno.

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Si conclude con la condanna a 2 anni e 6 mesi di reclusione per tentata concussione il processo in primo grado a carico di Giancarlo Mazzotta, ex sindaco di Carmiano, finito sul banco degli imputati a seguito della vicenda del 2014 sul rinnovo del consiglio di amministrazione della Bcc Terra d’Otranto, a Lecce. I giudici in composizione collegiale (Presidente Roberto Tanisi, relatore Elena Coppola, a latere Giovanna Piazzalunga) hanno ridimensionato l’impianto accusatorio: esclusa l’aggravante mafiosa per Mazzotta. Assoluzione per Giovanni Mazzotta (Conad) e Saulle Politi. Prosciolti anche Ennio Capozza, Maria Grazia Taurino, Luciano Gallo e Giovanni Mazzotta dall’ipotesi di estorsione.

Rigettata la richesta di risarcimento formulata dalle parti civili, Achille Villani Miglietta e Giulio Ferrieri Caputi.

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Celebrazione ieri nella chiesa di San Giovanni Battista a Carmiano, in via Don Alessandro Niccoli, in ricordo del primo anniversario di canonizzazione di San Giovanni Battista Scalabrini, fondatore dei missionari per i migranti, per diversi anni presenti nella nostra comunità a “Li Sala”.

Scalabrini nasce nel 1839 in provincia di Como, sacerdote nel 1863, vescovo di Piacenza nel 1876. La sua pastorale fu rivolta ai poveri e ai sofferenti. Nel 1887, l'incontro dei migranti alla stazione ferroviaria di Milano che si recavano a Genova, per imbarcarsi per gli Stati Uniti e Brasile, fece nascere in Scalabrini il desiderio di assistere i migranti.  Fonda la congregazione per i migranti il 28 novembre 1887 con l'invio dei primi due missionari negli Stati Uniti. L'opera dei missionari scalabriniani oggi continua in tutti i cinque continenti.

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Due salentini in finale alla settima edizione di “Mastro panettone”, il concorso organizzato da Goloasi.it che premia i panettoni e pandori artigianali più buoni dell’anno. Ben 42 i lievitati che si contenderanno la finale di martedì 7 novembre a Bari. Sede della degustazione finale sarà l’Hotel Parco dei Principi, che nell’occasione ospiterà gli artigiani in concorso e gli addetti ai lavori. A partire dalle ore 9 la giuria si riunirà ancora una volta per riassaggiare i lievitati arrivati in finale per poi nel pomeriggio, a termine degli assaggi, premiare i podi delle categorie "Miglior panettone artigianale tradizionale", "Miglior panettone artigianale al cioccolato creativo" e "Miglior pandoro artigianale".
Tra i finalisti due partecipanti arrivano dalla provincia di Lecce: Federico Perrone della pasticceria Giuri'ss di Salice Salentino concorrerà nella sezione "Miglior panettone artigianale tradizionale"; mentre Deme Bakary di "Fra.Grante" con sede a Carmiano parteciperà per il "Miglior panettone artigianale al cioccolato creativo". 
 
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Due ori e un argento per la società sportiva “Centro Fitness Carmiano” di Gianfranco Solazzo. Una selezione di atleti ha partecipato lo scorso 22 Ottobre, alla gara regionale "Coppa Italia di Distensione su panca piana", organizzata dalla FIPE, (Federazione Italiana Pesistica).
Accompagnati dai preparatori Visconti Luca e Manca Giacomo, hanno gareggiato gli atleti: Vetrugno Maria Teresa, Categoria -50 Kg, medaglia oro sollevando 50 Kg, Scazzi Leonardo, Categoria -59 Kg, oro sollevando 65 Kg, Vetrugno Gabriele, Categoria -88 Kg, medaglia argento sollevando 140Kg.
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È tutto pronto a Carmiano per i festeggiamenti in onore di San Vito Martire e per la prima edizione di “Carmiano Mediterranea”.
La manifestazione, che si svolgerà sabato 21 e domenica 22 ottobre, nasce per accendere i riflettori su una realtà ricca di storia come Carmiano e, più in generale, sul Gal Terra d’Arneo, zona dalla bellezza senza tempo, dall’innegabile patrimonio artistico, oltre che paesaggistico, che merita un palcoscenico privilegiato.
Arte, musica, enogastronomia, spettacoli, momenti conviviali e spazi dedicati all’attualità e all’approfondimento,  con un sguardo rivolto alla destagionalizzazione, scandiranno le due giornate che animeranno il cuore della città, Piazza Assunta e Via Roma, agorà perfetta per creare una situazione di incontro e socializzazione in cui il territorio e la sua comunità ospitante saranno protagonisti assoluti.
 La cassa armonica nel centro della piazza, sarà il cuore pulsante dei vari appuntamenti artistico-musicali che si alterneranno a quelli di carattere più squisitamente conviviale.
Nella stessa area, infatti, sarà allestito un vero e proprio “villaggio del gusto” con apposite casette pensate come vetrine privilegiate per le aziende locali che, in questo modo, potranno mettere in mostra le proprie eccellenze, enogastronomiche e non, tra show cooking, masterclass, degustazioni e workshop. Previste anche delle tavole rotonde sull’importanza della tradizione da preservare per valorizzare il territorio partendo proprio dalle sue unicità. Tutto questo, sotto la sapiente guida di Michele Bruno e dell’ Associazione Puglia Expo.
Cibo e musica sono da sempre un binomio perfetto. Per rendere unico questo appuntamento, dunque, anche lo spazio dedicato allo spettacolo sarà di qualità, grazie alla presenza di Locomotive Giovani e GirodiBanda.
Il primo è una costola dell’arcinoto Locomotive Jazz Festival diretto da Raffaele Casarano. Una fucina di talenti tra i quali Andrea Rossetti (classe ’88), e la Crazy Roll Band, che si esibiranno sabato sera.
Il secondo è il progetto artistico firmato da Cesare dell’Anna, nato per unire, sotto la stessa bacchetta, musica folk e sonorità balcaniche, pizzica e jazz, ritmi africani e atmosfere gispy, tra improvvisazioni  e arrangiamenti tipici degli organi bandistici. La sua esibizione chiuderà l’evento, domenica sera. In programma un interessante calendario di seminari e workshop con focus sul territorio: si parlerà di Xylella, di imprenditoria giovanile, del rapporto tra finanza e imprese, di dieta mediterranea e delle risorse del mare, come il pesce azzurro, “povero” per il costo, ma ricco di omega 3. E poi ampio spazio ai protagonisti indiscussi della realtà locale: olio e vino, eccellenze pugliesi, fra tradizione e innovazione. Tra gli altri partner dell’iniziativa, che gode del patrocinio della Provincia di Lecce: BCC Terra d’Otranto, GAL Terra d’Arneo, Pro Loco Carmiano Magliano, comunità ecclesiale, comitato festa e scuderia Crazy Horse.
“Il nostro obiettivo è sicuramente quello di valorizzare il territorio – spiega Camillo Villani Miglietta, assessore allo Sviluppo Economico e Attività Produttive del Comune di Carmiano – ma soprattutto dare uno slancio concreto al discorso della destagionalizzazione. All’evento parteciperanno oltre 30 aziende del comparto agroalimentare, ci saranno incontri con professionisti del settore, momenti musicali a tanto altro. L’enogastronomia è diventata una vera e propria motivazione di viaggio, quindi un elemento più che valido per diversificare l’offerta”.
Lo ha ribadito nel corso della conferenza stampa di presentazione dell’evento, che si è svolta a Palazzo Adorno, alla quale hanno preso parte gli altri protagonisti della manifestazione. Il sindaco di Carmiano, Giovanni Erroi, l’assessore al Turismo, Maria Lucia Pellegrino, Fernando Leone in rappresentanza del GAL Terra D’Arneo, Nevio D’Arpa, CEO & Founder di BTM Italia e il vicepresidente della Provincia, Antonio Leo. “Attraverso ‘Carmiano Mediterranea’ – ha aggiunto il primo cittadino – vogliamo offrire opportunità interessanti da cogliere per creare un processo virtuoso che possa creare attrattività anche nei periodi dell’anno meno gettonati”.
In programma, per il prossimo weekend, una serie di appuntamenti tesi non solo a creare intrattenimento, ma anche a diversificare l’offerta, facendo leva sulla peculiarità e unicità locali. Tutto questo anche con il supporto di BTM Italia.
“I dati diffusi nel corso del TTG di Rimini, a cui ho partecipato propri nei giorni scorsi, indicano un aumento di presenze in Puglia a settembre e a ottobre ma soprattutto evidenziano buone prospettive anche per il mese di novembre. - Così Nevio D’Arpa, CEO & Founder di BTM, partner dell’evento. “Questo ci fa capire quanto sia importante concentrare le iniziative oltre il periodo estivo, coinvolgendo anche quelle realtà territoriali che non rientrano nei circuiti turistici tradizionali”.
 
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