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Mercoledì, 01 Maggio 2024
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Notte movimentata nel nord Salento: 4 furti, due messi a segno e due falliti tra Carmiano, Monteroni e Veglie.

Nel primo comune i ladri hanno preso di mira il centro “Luisa Esposito hair e make up” in via don Alessandro Niccoli e un negozio di articoli da regalo a poca distanza da piazza Diaz. Per entrare nel salone di bellezza i furfanti hanno utilizzato una grossa pietra con cui hanno sfondato la porta d’ingresso. Porta scassinata anche nel secondo negozio distante in line d’area appena 500 metri dal primo. L’allarme, scattato in entrambi i casi, ha costretto i ladri a fuggire via con un magro bottino. Sui furti indagano i carabinieri della locale stazione.

Il secondo furto messo a segno invece a Veglie, in un circolo con sala slot, ma l’intervento della Ggs Velialpol, ha consentito di individuare il presunto autore. Effettuati gli accertamenti di rito, l’uomo è stato denunciato dai carabinieri. A Monteroni invece attorno alle 3 è stata presa di mira la stazione di carburanti S-Gas di Monteroni, situata sulla via Lecce-Porto Cesareo. L’allarme ha costretto i furfanti alla fuga a mani vuote.

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A Carmiano si aprono domani i festeggiamenti in onore di Sant’Antonio Abate. Tra fede e folklore, il rito avrà inizio alle 16 con la benedizione degli animali, seguito dalla solenne processione del Santo per le vie del paese. Dalle 19 spazio allo spettacolo con la “Gran Parata del Circo di Fuoco” e la musica dei “Fanfarroni”, per la direzione artistica di Circonauta e AltraMarea. Fissata per le 20 la pirotecnica accensione della Focara, realizzata in piazza Vadacca (area mercatale) con fascine ricavate dai tralci delle viti, realizzata dai volontari del comitato festa guidati dai costruttori Piero Martena e Salvatore Spagnolo e dal parroco don Riccardo Calabrese. Non mancherà la sagra della Bruschetta e del Tarallo e la musica live di Enzo Petrachi e, a seguire, AllaBua per ballare tutta la notte. 
Domenica, 21 gennaio, oltre ai festeggiamenti religiosi, già dal primo mattino ore 8.00 e alle 15.30 il 30esimo Festival dello Sparo e, dinanzi al piazzale della Chiesa di Sant’Antonio Abate, il Grande Circo sin dalle ore 17.00 con gli spettacoli del Grande Lebuski e IlAria, la musica dei TalitaKum e la sagra della Bruschetta e del Tarallo. In caso di maltempo, l’accensione e le iniziative slitteranno tutte a domenica.
L’evento è patrocinato dal Comune di Carmiano, Regione Puglia, Provincia di Lecce.
 
Il rito dell'accensione del falò sarà visibile sulle pagine social di ViviCitt@ e Db11webTv
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Carmiano finisce di essere solo un toponimo del territorio salentino (saltus carmianensis) per diventare una piccola comunità solo a metà del XV secolo, poco prima che il feudo fosse acquisito dai Celestini di Santa Croce di Lecce. Da allora viene segnalato nelle fonti coeve come un casale “non murato” cioè senza mura difensive e senza porte di accesso controllate, come nei paesi limitrofi di Copertino, Veglie e Leverano, la cui origine affonda nel cuore del Medioevo. Rispetto agli insediamenti dotati di castelli angioini (Copertino) e di torri federiciane (Leverano) ovvero di visibili reperti di difesa per documentare una storia più antica, Carmiano non può vantare nulla di tutto questo, essendo di nascita posteriore, tardo-medioevale, un agglomerato urbano cioè di più recente impianto, aperto e senza linee di protezione, la cui sopravvivenza è interamente legata alla politica insediativa messa in opera dai Celestini di Lecce a partire dall’inizio del XVI secolo per rendere il loro feudo produttivo e conveniente sul piano economico attraverso l’esazione sempre più larga dei vari diritti signorili.
A Carmiano per la sua ristretta dimensione abitativa dovuta al lento e contrastato sviluppo demografico viene sempre attribuito nella documentazione ufficiale il titolo di casale, quasi mai quello di “universitas civium” attribuito solo alle comunità urbane di una certa importanza istituzionale (Lecce, Gallipoli, Nardò, Copertino, ecc.). Ciononostante in modo particolare nel XVIII secolo gli amministratori del paese scelgono di utilizzare il termine “università” nelle carte trasmesse a Napoli per non sentirsi declassati rispetto ai centri più vicini, che godono di questo privilegio da tempi più remoti. Un’attestazione, quella di universitas, che si consolida in maniera crescente, suffragata dal ruolo esercitato in difesa dei diritti dei propri cittadini in seguito alla lunga controversia accesa contro la feudalità nel primo Settecento. Solo allora il governo cittadino si scopre come un potere influente, rispetto soprattutto agli altri due predominanti, quello feudale ed ecclesiastico, ormai declinanti, posizionati sulla difensiva dopo che la Camera della Sommaria, il maggiore tribunale del Regno, accoglie le rivendicazioni della popolazione sostenute dagli amministratori dell’epoca, ridimensionando le esose pretese fiscali e le illegittime invadenze giurisdizionali dei Celestini di Lecce in particolari ambiti della vita comunitaria.        
Da quella data Carmiano come “universitas civium” applica in maniera continuativa lo stesso ordinamento normativo dei grandi centri per la formazione del governo cittadino. In buona sostanza si sceglie il sistema cetuale a rotazione, affidando ai tre ceti esistenti la scelta degli amministratori locali. Sia il ceto dei nobili, quanto quello dei mediocri (borghesia e professioni liberali) e degli infimi (contadini nullatenenti e piccoli proprietari, artigiani di basso livello, manovalanza lavorativa diversamente tipologizzata) hanno il diritto di esprimere a turnazione il sindaco e due decurioni (equivalenti agli assessori attuali), espressi liberamente e senza interferenze dal gruppo cetuale di appartenenza. Il sindaco resta in carica solo per un anno, la cui amministrazione inizia il 1° settembre e termina il 31 agosto dell’anno successivo (calendario bizantino). Il periodo amministrativo si chiude con l’invio del bilancio comunale a Napoli per l’approvazione regia, che avviene sempre con largo ritardo, confluendo nel calderone documentario degli “Stati Discussi” ovvero degli Atti Amministrativi vidimati dal potere centrale. Non tutti i sindaci risultano alfabetizzati se diversi atti giungono a destinazione con la firma del segno della croce, casi riscontrabili con maggiore frequenza quando alla guida dell’amministrazione si trova un sindaco del terzo ceto. Le competenze di pertinenza dei comuni coprono pochi e circoscritti settori operativi. Le risorse finanziarie residuali, detratte quelle riconducibili alla fiscalità generale, a malapena assicurano lo stipendio annuale del medico (dottore fisico), dell’ostetrica (la mammana), del mastrodatti (scrivano comunale), a cui aggiungere le spese per le periodiche manutenzioni della chiesa matrice, la predicazione quaresimale, la celebrazione della festa patronale, e, in via eccezionale, l’alfabetizzazione primaria, di solito affidata ad uno o più sacerdoti della parrocchia. A queste si sommano le spese giudiziarie (quasi sempre registrate fuori bilancio) per la provvista degli avvocati presso il tribunale del Sacro Regio Consiglio di Lecce e della Regia Camera della Sommaria di Napoli. Agli amministratori locali viene inizialmente affidata anche la riscossione delle imposte regie, ma subito inibiti per palese incapacità e appaltata privatamente ad arrendatori quasi sempre forestieri (come i Quitato, i Guainari e i Ravaschiero Pinelli, tutti di origine genovese), che con le tasse ci fanno la “cresta” e guadagni non trascurabili. Il fabbisogno finanziario dell’università di Carmiano si attesta nel Settecento intorno a 1200-1300 ducati annui.
Di questi larga parte (quasi il 40%) sono destinati alla Regia Corte, un’altra parte, quasi il 30% ai creditori fiscalari e un 13-15% all’appaltatore per lo jus esationis (delegato a riscuotere tasse comunali come il testatico sul capofamiglia e l’industria sul lavoro). In buona sostanza oltre l’80% delle risorse disponibili sono assorbite dagli obblighi tributari e il resto (meno del 20%) dalle spese comunitarie, destinate queste ultime ad assicurare i servizi essenziali (medico e ostetrica) e gli impegni statutari, in massima parte di natura religiosa. Le crescenti difficoltà finanziarie dovute al mancato conseguimento del pareggio di bilancio per l’impossibilità di realizzare la riforma catastale con l’imposizione sulle proprietà realmente possedute riporta indietro la lancetta fiscale con il ritorno al sistema gabellare ossia alla tassazione diretta dei beni di prima necessità (tra cui il sale, la farina e altri generi alimentari). L’antico regime chiude i battenti come li aveva aperti, cioè ridando centralità fiscale alla gabella come strumento primario di tassazione.
Una significativa svolta si registra nel primo Ottocento, nel periodo della dominazione francese (1806-15), quando si assiste ad una radicale riforma nel governo delle municipalità. Abolita la feudalità e ridimensionato il ruolo della chiesa l’amministrazione comunale diventa centrale per la gestione del potere periferico. Ai Comuni vengono attribuite nuove e più vaste competenze, a partire dai registri anagrafici, prima gestiti dalle parrocchie, e per finire all’assistenza pubblica, passando dalla sistemazione urbanistica e dalla cura della viabilità stradale. La carica di sindaco non è, come prima, disponibile per tutti i cittadini, ma solo per i proprietari alfabetizzati, i cosiddetti “galantuomini”, quelli cioè che sanno leggere e scrivere, capaci di allestire un bilancio comunale e iscritti nel registro dei contribuenti fiscali. La terra diventa ora il bene primario da tassare, ma non in maniera indiscriminata, ma a secondo del suo intrinseco valore, di prima, seconda o terza classe. Da qui la nascita di una nuova schiera di amministratori, in larga parte provenienti da Lecce e dal circondario che si stabiliscono a Carmiano in seguito alla svendita del patrimonio immobiliare feudale e degli Ordini religiosi, il cui profilo sociale non muterà nel periodo post-unitario, quando il comune diventa la prima azienda pubblica del paese con un suo apparato burocratico in continua crescita.             
 
Mario Spedicato
 
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Commozione e cordoglio oggi a Carmiano per i funerali di Toni Varratta. Tanti gli amici e i volontari delle associazioni, in particolare della “Protezione civile” locale di cui il 54enne era un componente, si sono stretti attorno al dolore dei familiari ed hanno preso parte al rito funebre celebrato nella chiesetta della Madonna Immacolata. L’uomo era deceduto in ospedale a Lecce lo scorso 21 dicembre, dopo il secondo ricovero a seguito di un intervento programmato per la rimozione di un calcolo al rene. Sul caso si sono accesi i riflettori della Procura, che attende il riscontro medico legale sull’autopsia eseguita ieri.

I fatti - Ricoverato al “Fazzi” di Lecce per rimuovere un calcolo al rene, dopo l’intervento viene dimesso ma continua a star male, torna in ospedale il 18 dicembre e dopo 3 giorni di febbre alta muore in reparto. Un decesso improvviso quello di Toni Varratta, 54enne di Carmiano, su cui la famiglia, affidandosi all’avvocato Mauro Cramis, ha sporto denuncia per far luce sulle cause che hanno portato al decesso dell’uomo.Il 54enne si era ricoverato nel reparto di urologia lo scorso 6 dicembre per essere sottoposto ad un intervento chirurgico programmato per la rimozione di un calcolo al rene. Il giorno 11 dicembre l’intervento viene eseguito dai sanitari e dopo due giorni, il 13 dicembre, il paziente viene dimesso. Secondo quanto ricostruito nella denuncia presentata dal fratello dell’uomo al posto di Polizia dell’ospedale leccese, l’intervento non sarebbe andato a buon fine, tant’è che i medici di urologia avrebbero programmato un nuovo ricovero, a distanza di circa un mese, per un secondo intervento.

Varratta però, tornato a casa dopo le dimissioni avrebbe continuato a star male, manifestando una febbre alta che andava sempre a peggiorare sino a raggiungere la temperatura di 41 gradi. Lunedì 18 dicembre quindi, considerato il peggioramento delle condizioni di salute, il 54enne fu costretto ad un nuovo ricovero in ospedale, con accesso in pronto soccorso e successivo trasferimento nel reparto di urologia, dove era già stato paziente. A distanza di 3 giorni, il 21 dicembre, l’improvviso decesso dell’uomo per un arresto cardiaco. Da qui i dubbi e la decisione della famiglia di denunciare l’episodio e affidarsi all’avvocato Cramis per chiedere alla Procura di Lecce l’apertura di un’inchiesta.

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 Sport e solidarietà per il Natale dello Juventus Club Carmiano. L’associazione di tifosi bianconeri per il secondo anno consecutivo ha rivolto un pensiero ai più piccoli, donando al reparto di pediatria dell'ospedale “Santa Caterina Novella” di Galatina 2 televisori, 3 scalda biberon, e diversi album da colorare, colori e lavagnette magiche per la gioia dei piccoli pazienti.
 
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Vuoi gustare il sushi in un ambiente elegante e raffinato? Vieni al Burlesq sushi, a Carmiano (Le), il ristorante che ti offre oltre 100 piatti diversi, preparati con ingredienti freschi e di qualità. Nel Burlesq sushi troverai eccellenti antipasti, hosomaki, temaki, nigiri, sashimi, tartare, gunkan, insalate-poke, uramaki e molto altro. Potrai accompagnare i tuoi piatti con una selezione di vini e bollicine. E per concludere in dolcezza, non perderti i deliziosi dessert della casa. Il Burlesq sushi è il luogo ideale per una cena romantica, un incontro di lavoro o una serata con gli amici. Prenota ora il tuo tavolo o scopri il nostro menu anche sui social.
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Incidente stradale con feriti ieri pomeriggio intorno alle 16 a Carmiano. Due i mezzi coinvolti: Lancia Musa condotta da una 39enne di Carmiano, con all’interno due bambini di 2 e 11 anni, e un pulmino Opel con alla guida un uomo di Nardò di 47 anni. L’impatto tra i mezzi è avvenuto all’altezza dell’intersezione tra via De’ Messapi e via Sagrato. Ad avere la peggio nello scontro gli occupanti dell’auto, per cui è stato necessario l’intervento dei sanitari del 118. I due minori, visitati dai sanitari, sono stati trasportati in codice giallo in ospedale a Lecce per ulteriori accertamenti, ma le loro condizioni non destano preoccupazione. Per i rilievi planimetrici necessari a stabilire l’esatta dinamica del sinistro stradale sono intervenuti gli agenti di Polizia locale.
 
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Le associazioni Laboratorio Sociale n°38 e Ritmo Binario ospitano oggi alle 19, Adriano Nuzzo e la sua esperienza di solidarietà nella cornice culturale del Casello della Cupa.

L’incontro con il fondatore del progetto “We Africa to Red Earth” - www.weafrica.org - ha lo scopo di far conoscere la missione umanitaria, che dal 2015 supporta il popolo burkinabé, e sostenerla con un piccolo contributo.

Adriano è un idraulico salentino che, guidato dai passi del missionario Umberto Trapi, porta in Africa aiuto concreto mediante la realizzazione di pozzi d’acqua, di cui il continente ancora oggi scarseggia. “Non piove come dovrebbe. – dicono le parole di Adriano in un’intervista - Il livello dell’acqua nella terra scende di anno in anno e arriverà il momento in cui non riusciremo a fare più manualmente i pozzi. È una terra secca, molto arida: finché possiamo continueremo così, poi ci inventeremo qualcosa. Porteremo pannelli solari o le pompe elettriche. Un pozzo deve essere mantenuto, riparato, può durare quattro, cinque anni senza riparazione ma altre volte dopo un anno e mezzo siamo dovuti intervenire.”

Il suo progetto, tra sacrificio e amore per il prossimo, si pone l’obiettivo di dare la possibilità a tanti bambini e ragazzi di sognare e migliorare le proprie condizioni di vita. Oltre alla costruzione di pozzi, infatti, “We Africa to Red Earth” si impegna nella distribuzione di cibo, nel finanziare asilo e scuola pubblica, a sostenere vedove e orfani mediante adozioni a distanza.

Quella di Adriano e della sua famiglia è una piccola realtà che muove i suoi passi alla luce del sole, di cui potremo ascoltare la testimonianza e sostenere il cammino alle ore 19 presso il Casello della Cupa a Carmiano.

Contributo aperitivo: 10 euro

Per info e prenotazioni: 3292242131 – Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

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Un albero di Natale dedicato ai bambini che non ci sono più. L’iniziativa realizzata nel cimitero di Seveso in Brianza e Ivrea in Piemonte, è della ditta pugliese, Berlor, attualmente responsabile dell’appalto per la manutenzione cimiteriale nei comuni interessati.
L’azienda (con sede a Carmiano) guidata dall’imprenditore Antonio Bergamo, ha voluto così rivolgere un pensiero ai “piccoli angeli” e alle loro famiglie. “Un’iniziativa spontanea – spiegano da Berlor - per rendere omaggio agli angeli seppelliti. Non rientra tra le attività del capitolato d’appalto, ma grazie anche al supporto e alle amministrazioni locali abbiamo voluto realizzare questo piccolo dono, semplice ma speciale per l’anima di ognuno. Da Fiorano Modenese a Seveso, da Segrate a Nizza Monferrato e Genova, nei cimiteri dove c’è la Berlor c’è un albero di Natale”. Un gesto, carico di sensibilità e devozione, che anche i cittadini sembrano aver apprezzato.
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Venerdì, 08 Dicembre 2023 20:02

Carmiano: giallo sul ferimento di un uomo

Giallo a Carmiano sul ferimento di un uomo di 63 anni, ritrovato in casa sanguinante all'addome da alcuni familiari. Forse un tentativo di suicidio.

L'allarme è scattato questa mattina intorno alle 8.30, a cui ha fatto seguito la chiamata dei parenti dell'uomo alla centrale operativa del 118. Il 63enne sanguinante e stordito, in un primo momento non ha saputo spiegare le cause della ferita. Poi dopo le cure dei sanitari ha raccontato di essersi autoinflitto il taglio all'addome con un coltello da cucina. Il ferito è stato quindi condotto in ospedale a Lecce per ulteriori accertamenti. Non è in pericolo di vita. Sul posto anche i carabinieri della locale stazione per i rilievi e verificare la versione dei fatti raccontata dal 63enne.

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