"BAR DELLO SPORT - parola al tifoso"
Si gioisce ma che sofferenza nel finale. Che il Lecce debba mettere sempre a dura prova le coronarie dei suoi tifosi, è cosa risaputa. Ma addirittura provocare forti batticuore dopo aver chiuso 4-1 il primo tempo, è davvero voler male alla salute dei propri tifosi.
Al Via del Mare va in scena lo sceneggiato calcistico del "Dr Jekyll e Mr Hide" della Shelley. Il Lecce Dr Jekyll scende in campo nel primo tempo: Henderson delizia, Hjulmand comanda il gioco, gli attaccanti per movimenti ed intesa ricordano la coppia che in serie A sta facendo girare la testa a tutti: la LuLa interista. Nel nostro caso la PeCo. Stefano Pettinari trova finalmente il goal a coronamento di un'altra grande prestazione, Massimo Coda rispolvera il killer instinct (16esimo goal). Le furie rosse (a proposito, molto bella la maglia celebrativa), nonostante il regalo ad Obi, giganteggiano letteralmente.
Una prestazione sulla falsa riga di quella di Reggio Emilia, che sembra poter sciogliere ogni personale dubbio sulla consistenza di questa squadra: è questo allora il vero Lecce ! Ma poi scende in campo la versione Mr Hide (a scapito della tanta decantata continuità), a smentirmi immediatamente e a farmi tornare brontolone ! Si rivede quel Lecce brutto, spento e disattento che troppe volte quest'anno abbiamo visto. Entrano Yalcin, impalpabile, ma soprattutto Nikolov e Zuta, due pesci fuor d'acqua. Arriva il gol del 4-2 ed anche un rigore (molto generoso, per usare un eufemismo). Ma fortunatamente Leverbe ci grazia e permette alla squadra e, soprattutto a noi tifosi, di vivere senza patema d'animo una partita che se non fosse per la buona volontà dei giallorossi, che ci provano in ogni modo a permettere all'avversario di tornare alla riscossa, è morta e sepolta. Sarà stato forse il triplo vantaggio alla fine del primo tempo a far si che si staccasse la spina ? Probabilmente. E questo non va bene. Potrò dare l'impressione di essere un disco rotto nel ripetere sempre le stesse cose: mister Eugenio Corini deve continuare ad insistere su questo aspetto. La continuità nei risultati, che oggi c'è, dati alla mano, si costruisce anche con la continuità di rendimento nell'arco dei 90 minuti. Perché, anche se nessuno lo vuole far notare, siamo a -1 dal paradiso. Quindi perché non giocarsela davvero fino alla fine a questo punto?
Up: Hjulmand, Coda, Pettinari, Henderson
Down: Nikolov, Yalcin, Zuta
Emanuele Spagnolo