Us Lecce (Staff) e Giornalisti Salentini, in campo per amichevole natalizia di calcio mercoledì 27 dicembre
Lecce da zona Champions: il cuore giallorosso batte forte
LECCE IN SERIE A: i meriti di una società solida e di un progetto tecnico vincente
"Parola al tifoso"
Capolavoro o miracolo: ciò che è certo è che questa promozione in serie A del Lecce non è frutto del caso. Un'attenta programmazione, abbinata a quella passione irrefrenabile per il calcio e questa terra meravigliosa hanno permesso di raggiungere un traguardo non di certo scontato alla vigilia. Parma, Monza, le società dei grandi investimenti, degli algoritmi, delle proprietà straniere, hanno irrimediabilmente dovuto arrendersi. Morale della favola: i soldi, da soli, non fanno la felicità. È la cultura del lavoro, la competenza, la dedizione, l'umiltà a permetterti di raggiungere determinati obiettivi. Tutte caratteristiche proprie del sodalizio di Sticchi Damiani.
Una società solida, come poche se ne vedono in Italia: unica al Sud, in un panorama calcistico allo sfascio, se non fosse per gli investimenti di De Laurentiis e Vigorito, imprenditori con fatturati importanti. Poche risorse, per quanto il tessuto imprenditoriale locale si sia stretto intorno al Lecce (a dimostrazione di quanto sia difficile fare calcio !), gestite con cuore e ragione: ed ecco che i miracoli si trasformano in realtà. Sticchi, il presidente più amato probabilmente della storia del Lecce, ha dimostrato di essere in grado di governare perfettamente sentimenti e ragione: l'amore per la propria città, la propria terra, la propria squadra, rappresentano un qualcosa di irrazionale. L'irrazionalità in un mondo come quello del calcio porta, al 100 %, a commettere scelte deleterie, scellerate (Cellino docet). Padrone delle emozioni, con grande razionalità è riuscito a tenere il club in ordine con i conti (cosa principale, soprattutto al Sud), affidandosi poi, nella realizzazione del progetto tecnico post-Meluso, ad uno dei dirigenti più competenti della Penisola: e fortuna vuole che quest'uomo sia leccese ed incarni appieno i valori di questa splendida realtà. L'uomo in questione è Pantaleo Corvino, il dirigente che fattivamente ha permesso la realizzazione di questo miracolo: dubbi non se ne avevano a riguardo, forse qualche scettico come il sottoscritto aveva sottovalutato le sue capacità. Soprattutto dopo la sconfitta col Venezia, la partenza choc di Cremona, e quello che fino ad allora era stato un mercato stentato, dopo gli addii dei veterani: però poi ha avuto ragione Pantaleo di Vernole. Le intuizioni su Blin, Gendrey, Strefezza, Calabresi, tanto per citarne alcuni, la cessione di Olivieri a gennaio, la capacità di riconoscere di saper sbagliare, nonostante le allegoriche conferenze stampa, lo hanno portato ad essere indiscutibilmente il fautore di questa promozione. Ha avuto fiuto come soltanto Ariedo Braida a Cremona: progetti diversi, ma vincenti. Quello giallorosso è però indubbiamente più ambizioso: a giugno, il Lecce avrà a disposizione un'intera rosa, fatto salvo per Barreca che tornerà al Monaco e Gabriel che va in scadenza, a differenza della Cremonese che vedrà partire tutti i suoi gioielli. Per non parlare del settore giovanile: l'aver riconquistato la Primavera 1 e ridato dignità ad una cantera scudettata due volte (guarda caso con Corvino), rende il tutto Ancor più speciale. Chissà se a breve qualcuno tra Vulturar, Berisha o Gonzales non arriverà a debuttare. Lunga vita a Pantaleo Corvino!
Capitolo allenatore: è giusto concedere un plauso a Marco Baroni. Miglior difesa del campionato, secondo miglior attacco, prima posizione (soltanto con De Canio). Numeri da capogiro, se si pensa alle difficoltà estive: un nuovo progetto tecnico, un nuovo modulo, il 4-3-3, che non sembrava per nulla congeniale alle caratteristiche della squadra. Ma ha avuto ragione: parlando poco e lavorando tanto, ha fatto crescere la squadra che ha trovato, dopo poco, un proprio equilibrio. Da quanto tempo il Lecce non aveva una difesa così solida ? Un gioco diverso da quello a cui siamo stati abituati, fatto di attacchi lungo le catene, chiusure ermetiche delle linee di passaggio: un tipo di calcio simile a quello di Juric, non bellissimo da vedere ma terribilmente efficace.
E poi la valorizzazione di Hjulmand e dei tre tenori lì davanti. Potremmo dilungarci all'infinito. Grazie Marco per la bellissima pagina di storia che hai realizzato: e se non dovessi essere il condottiero del Lecce in serie A, in bocca al lupo per tutto.
Per concludere, è giusto concedere qualche parola di elogio al capitano Fabio Lucioni: inutile dire ormai quanto Fabio incarni lo spirito di questa terra. Un leccese d'adozione. Dopo la cavalcata con Liverani e la salvezza sfiorata, sembrava aver perso smalto. Nonostante le parole cariche di livore e risentimento che ha dovuto sorbirsi (in virtù dei 150 gol circa subiti in due anni), ha continuato a lavorare. Nel calcio di Baroni, dove è stata esaltata la fase difensiva, capitan Lucioni è emerso come un geyser (a proposito di Islanda), dimostrando di essere innanzitutto un top player per questa categoria (un atleta pressoché perfetto, soltanto una gara saltata), di poter ancora dire la sua in serie A, di poter indossare la fascia al braccio con orgoglio e passione. E se il fato ha voluto che proprio il capitano gonfiasse la rete nella partita più importante dell'anno, un motivo ci sarà. Grazie Fabio, ci vediamo in serie A.
UP: Saverio Sticchi Damiani, Pantaleo Corvino, Marco Baroni, Fabio Lucioni
DOWN: nessuno
Emanuele Spagnolo
Lecce capolista di B: 4 gare per il sogno promozione in A
Colpo interno del Lecce di Baroni, ormai alla terza vittoria di fila, che batte di "corto muso" la SPAL di Venturato e si issa in vetta alla classifica di B a 4 giornte dal termine del campionato.
Dopo lo sfavillante successo di Terni, i giallorossi incontrano l'ex capitano Mancosu nel fortino del "Via del Mare": una gara non semplice a dispetto di quanto gli addetti ai lavori avevano pronosticato. Ed infatti Venturato, sino a sabato bestia nera dei giallorossi, imbriglia la squadra di Baroni nonostante le numerose assenze che deve contare tra le fila della sua squadra: il pressing spallino impedisce al Lecce di sviluppare giocate pulite in verticale. Blin, migliore in campo a Terni, soffre molto il dinamismo di Pinato e Mancosu. Gargiulo è un pesce fuor d'acqua (e non da sabato). Nonostante tutto le occasioni migliori che arrivano sono di marca giallorossa, di cui una clamorosa con Di Mariano: ottima la prova dell'esterno, macchiata però da due errori grossolani sotto porta che avrebbero potuto pesare.
Nel secondo tempo mister Baroni, intelligentemente, cambia gli interni di centrocampo: Helgason e Bjorkengren garantiscono da subito più gamba e qualità di inserimento. L'islandese infatti, su filtrante di uno straordinario Massimo Coda, segna il goal che consente al Lecce di vincere e volare in testa a quattro giornate dal termine. Si tratta tra l'altro del primo goal islandese della gloriosa storia ultracentenaria giallorossa. Un goal dal peso specifico enorme, che permetterà ai salentini di poter gestire il finale di stagione con più serenità, magari cercando anche un pari nelle prossime quattro gare, senza l'assillo di doverle vincere tutte. Certo è che il vantaggio sulle inseguitrici è risicatissimo. La lotta si è ristretta a quattro squadre: Monza e Benevento fanno paura. Ma il Lecce ha tutto quello che gli serve per centrare l'obiettivo. Uomini, condizione, forza di volontà: fallire ora sarebbe un colpo durissimo.
Un'ultima considerazione la merita Marco Mancosu: non ci siamo lasciati bene caro Marco, ma certi amori lasciano il segno. E l'abbraccio sotto la Curva Nord ne è la testimonianza. Ad maiora Marco!
UP: Coda, Helgason, Di Mariano
DOWN: Gargiulo, Blin
Emanuele Spagnolo
Vittoria a Pordenone: il Lecce accorcia sulla vetta
"Parola al tifoso"
Oggi a Pordenone non si chiedeva altro, se non i tre punti. E tre punti sono arrivati. Difficile parlare di campo, di ritmo e altro: i giallorossi non calpestavano l'erbetta in una gara ufficiale da più di un mese ed era inevitabile aspettarsi qualche difficoltà. Di contro, alla vigilia, questa partita poteva rappresentare una minaccia più seria di quanto ci si potesse aspettare: la classica buccia di banana contro una squadra che conta appena 8 punti in classifica.
Ed invece i giallorossi sono scesi in campo con determinazione e intelligenza di chi sa quanto nulla sia scontato in questo campionato di B: neanche una partita contro un modesto Pordenone, squadra obiettivamente proiettata verso la retrocessione. Un Lecce che poi mantiene calma e lucidità nonostante una direzione di gara a dir poco pessima: incredibili le ammonizioni di Dermaku e Hjulmand, quando dall'altra parte i ramarri-picchiatori avrebbero dovuto chiudere con qualche espulsione di più. Ottima la prova di Calabresi che scaccia, a questo punto, ogni dubbio sulla sua permanenza. Sublime Strefezza, concreto Gargiulo. Opaca la prestazione di squadra nella ripresa, che ha fatto intravedere i fantasmi di coriniana memoria: come dimenticare quel Pescara-Lecce. Sbagliare dei gol semplici a tu per tu col portiere (Di Mariano), non ammazzare la partita, dare fiato ad una squadra totalmente allo sbando come quella di Tedino è da (quasi) suicidio.
Ma in compenso comunque sono arrivati i 3 punti: e tornerà anche quella brillantezza che ci ha contraddistinto. Finisce il girone di andata con un Lecce che potenzialmente (attendiamo il recupero col Vicenza) potrebbe issarsi al secondo posto con 37 punti. Un ottimo viatico che ci proietta al meglio alla sfida con la Cremonese al "Via del Mare", unica squadra quella grigiorossa che ha davvero messo in difficoltà i giallorossi. Ma prima c'è la Coppa Italia: godiamoci il giovedì sera che verrà contro Mourinho e la Roma di Tammy Abraham. Anche qui, senza paura.
UP: Strefezza, Calabresi, Gargiulo
DOWN: Di Mariano
Emanuele Spagnolo
Il covid ferma la serie B. Si torna in campo il 1 maggio
L'Assemblea della Lega Serie B riunita in via d'urgenza oggi in videoconferenza, presenti tutte le società, ha deliberato lo stop al torneo e fissato le nuove date della 16/a, 17/a, 18/a e 19/a giornata di ritorno del campionato 2020/2021. Decise anche le eventuali gare di playoff e playout. In questo periodo si giocheranno i recuperi delle partite rinviate a causa del covid.
Niente turno infrasettimanale martedì per il Lecce che attendeva tra le mura amiche il Cittadella. Sfida rinviata al 1 maggio. Il big match Monza – Lecce slitta quindi al 4 maggio. Sullo stop deciso dalla Lega di B, attesa domani mattina per la conferenza stampa del presidente del sodalizio salentino Saverio Sticchi Damiani.
Nel dettaglio ecco le nuove date delle ultime quattro giornate: 16/a giornata di ritorno sabato 01.05.2021 anzichè martedi' 20.04.2021; 17/a giornata di ritorno martedi' 04.05.2021 anzichè sabato 24.04.2021; 18/a giornata di ritorno venerdi' 07.05.2021 anzichè sabato 01.05.2021; 19/a giornata di ritorno lunedi' 10.05.2021 anzichè venerdi' 07.05.2021. Le ultime due giornate di ritorno si giocheranno in contemporanea, salvo poter comunque essere disputate in più blocchi, nel caso non si rendesse necessaria, ai fini della classifica, la contestualità di tutte le gare.
IL LECCE INGRANA LA SESTA E VOLA
"BAR DELLO SPORT - parola al tifoso"
Pisa espugnato. Se anche quando non si gioca particolarmente bene si vince, allora vuol dire che non ce n'è davvero per nessuno. Gira tutto per il verso giusto al Lecce che ingrana la sesta, in questo pomeriggio toscano: dal rigore possibile non assegnato ai padroni di casa (il fallo di Maggio sull'ex Palombi sembra poter essere sanzionabile), a quello invece trasformato da bomber Coda (fallo che c'è su Henderson), che sigilla il 21esimo centro di questo campionato. Per poi concludere con il pareggio del Monza col Pescara che lancia i giallorossi verso quella serie lì (scaramanzia !) con ben sei punti di vantaggio e, quindi, con la possibilità di sfruttare due match point su sei gare da disputare.
La partita, come già più volte ribadito, nascondeva trappole ovunque: non credo di essere smentito se affermo che il Pisa è l'unica squadra che sia nel girone di andata che in quello di ritorno ha messo alle corde la squadra di Corini. Ed infatti, all'ombra della torre, i pisani partono forte e vanno vicini al goal due volte con l'ex Palombi. Prima è provvidenziale capitan Lucioni, tra i migliori, autentico leader di questa squadra ormai da tre anni, poi Marinelli decide di non concedere un calcio di rigore al Pisa che sembra poterci stare, per fallo di Maggio sullo stesso (certo accentua abbastanza). Ma a parte queste due fiammate, il Pisa non produce nulla, ma è un'autentica macchina da guerra nelle preventive e nei raddoppi. Un 3-5-2 davvero efficace: il Lecce si ingolfa, anche alla luce della stanchezza che alcuni elementi chiave denotano (Henderson e Gallo su tutti) e produce zero. Nel secondo tempo Corini inserisce al momento giusto Tachtsidis e il "Diablo" Rodriguez: il Pisa cala, il Lecce esce da grande squadra, i due spaccano la partita. Fallo da rigore su Henderson e Coda realizza un goal pesantissimo, che vale il +6 in classifica a 6 giornate dalla fine.
Questa squadra ormai ha preso consapevolezza dei propri mezzi: ha capito di essere una grande. E questo aspetto, abbinato ad una buonissima condizione atletica, ha fatto sì che si potesse sbaragliare la concorrenza. Corpo e cervello ormai viaggiano nella stessa direzione. Per gli addetti ai lavori non c'è più storia: io penso soltanto alla Spal, un'altra gara difficile. Avanti Lecce
Up Bjorkengren, Tachtsidis, Lucioni
Down Gallo, Pisacane
Emanuele Spagnolo
Quarta sinfonia Lecce: 0-3 a Frosinone e secondo posto in classifica
"BAR DELLO SPORT - parola al tifoso"
È un rullo compressore questo Lecce di Corini: l'incredibile evoluzione avuta da questa squadra nell'arco di un mese è certificato pienamente dalla rotonda vittoria in terra ciociara. A Frosinone i giallorossi confezionano il quarto successo consecutivo (0-3 il finale) e volano al secondo posto.
Una partita, quella dello Stirpe, che diciamoci la verità, nascondeva un milione di insidie. La classica buccia di banana capace di farti capitolare: noi, usciti stremati dall'impresa del “Penzo”, loro, disperati in cerca di punti fondamentali per la corsa playoff. Considerando poi il fatto che i ciociari non sono per nulla male e che il Lecce ha una cattiva tradizione in questa terra. Ed ecco che vien fuori un quadretto quasi drammatico. Sarò troppo pessimista, ma il primo tempo, effettivamente, non tradisce queste poco rosee aspettative: il Lecce è lento, paga un po' di stanchezza che, pregiudica la lucidità anche nel fraseggio. Tachtsidis, chiamato a sostituire lo straripante Hjulmand, ci mette un po' ad entrare in gara, ma poi è decisivo.
Nella ripresa la musica cambia totalmente: questo Lecce formato diesel diventa imprendibile. Coda con una doppietta raggiunge quota 20, (che dire, ogni aggettivo ormai sarebbe pleonastico), Rodriguez ci delizia con un pallonetto fantastico, Tachtsidis zittisce tutti i detrattori, Bjorkengren e Gallo collezionano la loro ennesima prestazione sontuosa. Un sogno: il finale è 0-3. Spezzata la tradizione negativa e volo pindarico in classifica.
È stata trovata una quadratura tattica? Decisamente. È la chiave del cambio di passo? Non totalmente. Attendiamo conferme.
È il gruppo ad essere uscito finalmente fuori: questo Lecce è diventato squadra. Tutto ciò è tangibile dalla cattiveria agonistica dei nostri, dalla fame che i "veterani" dimostrano di avere, dall'entusiasmo dei giovani, dagli abbracci ai gol, dalla vicinanza del presidente. C'è fame di vincere, è cambiato tutto. È servito certo un po' di tempo, siamo sicuramente stati fortunati a rimanere nelle vicinanze della zona Paradiso, ma ora ci siamo anche noi e definitivamente. 8 finali: andiamo a riprendercelA.
Up Coda, Rodriguez, Bjorkengren
Down nessuno
Emanuele Spagnolo
Il tabellino
FROSINONE – LECCE 0 a 3
Frosinone: Bardi, Salvi, Curado, Maiello (65’ Carraro), Tribuzzi, Brighenti (65’ Ciano), Szyminski, Vitale, Iemmello, Novakovich, Kastanos. A disposizione: Iacobucci, Capuano, Gori, Boloca, Ariaudo, D’Elia, Carraro, Vitale, Ciano, Parzyszek, Zampano, Brignola. Allenatore: A. Nesta
Lecce: Gabriel, Maggio, Lucioni, Meccariello, Gallo, Tachtsidis, Majer (81’Nikolov), Bjorkengren, Coda, Pettinari (77’ Rodriguez), Henderson (77’Mancosu). A disposizione: Bleve, Vigorito, Pisacane, Paganini, Mancosu, Yalçin, Stepinski, Nikolov, Dermaku, Zuta, Maselli, Rodriguez. Allenatore: E. Corini
Arbitro: Federico Dionisi sez. L'Aquila
Marcatori: 53’ e 69’ Coda, 85’ Rodriguez.
Note – ammoniti: Vitale, Majer, Kastanos. Al minuto 66’ Bardi para un rigore a Coda.
EMOZIONI LECCE: 4-2 AL CHIEVO
"BAR DELLO SPORT - parola al tifoso"
Si gioisce ma che sofferenza nel finale. Che il Lecce debba mettere sempre a dura prova le coronarie dei suoi tifosi, è cosa risaputa. Ma addirittura provocare forti batticuore dopo aver chiuso 4-1 il primo tempo, è davvero voler male alla salute dei propri tifosi.
Al Via del Mare va in scena lo sceneggiato calcistico del "Dr Jekyll e Mr Hide" della Shelley. Il Lecce Dr Jekyll scende in campo nel primo tempo: Henderson delizia, Hjulmand comanda il gioco, gli attaccanti per movimenti ed intesa ricordano la coppia che in serie A sta facendo girare la testa a tutti: la LuLa interista. Nel nostro caso la PeCo. Stefano Pettinari trova finalmente il goal a coronamento di un'altra grande prestazione, Massimo Coda rispolvera il killer instinct (16esimo goal). Le furie rosse (a proposito, molto bella la maglia celebrativa), nonostante il regalo ad Obi, giganteggiano letteralmente.
Una prestazione sulla falsa riga di quella di Reggio Emilia, che sembra poter sciogliere ogni personale dubbio sulla consistenza di questa squadra: è questo allora il vero Lecce ! Ma poi scende in campo la versione Mr Hide (a scapito della tanta decantata continuità), a smentirmi immediatamente e a farmi tornare brontolone ! Si rivede quel Lecce brutto, spento e disattento che troppe volte quest'anno abbiamo visto. Entrano Yalcin, impalpabile, ma soprattutto Nikolov e Zuta, due pesci fuor d'acqua. Arriva il gol del 4-2 ed anche un rigore (molto generoso, per usare un eufemismo). Ma fortunatamente Leverbe ci grazia e permette alla squadra e, soprattutto a noi tifosi, di vivere senza patema d'animo una partita che se non fosse per la buona volontà dei giallorossi, che ci provano in ogni modo a permettere all'avversario di tornare alla riscossa, è morta e sepolta. Sarà stato forse il triplo vantaggio alla fine del primo tempo a far si che si staccasse la spina ? Probabilmente. E questo non va bene. Potrò dare l'impressione di essere un disco rotto nel ripetere sempre le stesse cose: mister Eugenio Corini deve continuare ad insistere su questo aspetto. La continuità nei risultati, che oggi c'è, dati alla mano, si costruisce anche con la continuità di rendimento nell'arco dei 90 minuti. Perché, anche se nessuno lo vuole far notare, siamo a -1 dal paradiso. Quindi perché non giocarsela davvero fino alla fine a questo punto?
Up: Hjulmand, Coda, Pettinari, Henderson
Down: Nikolov, Yalcin, Zuta
Emanuele Spagnolo
Il Lecce non decolla. Corini sbaglia e il Pescara pareggia nel recupero
“BAR DELLO SPORT – parola al tifoso”
Tanto bravo a prepararla, molto meno a leggerla. Credo che non ci sia altra descrizione, più significativa di questa, per le scelte di mister Corini nel pareggio odierno del Lecce a Pescara.
Perché questa gara ce l'ha sulla coscienza il tecnico: fare beneficenza, ancora una volta, ad una squadra disperata come questa, grida vendetta (ancora una volta!). Brescia non ha insegnato nulla evidentemente. L'allenatore giallorosso sbaglia praticamente tutti i cambi e stravolge una macchina, fino al 60esimo, quasi perfetta: corta, organizzata, paziente, che mette spalle al muro un Pescara in difficoltà.
Hjulmand giganteggia, Rodriguez dà fastidio, Coda è molto più pulito. Il goal infatti arriva. Poi il mister bresciano decide di stravolgere i piani dei tifosi giallorossi, che già pregustano i tre punti in tasca, con scelte assurde: decide di togliere Majer e Bjorkengren, fondamentali fino a quel momento, per dare spazio a Maselli in ruolo non suo e Mancosu, davvero irritante oggi.
Capitolo Maselli: come già più volte ribadito è giusto dare spazio ai giovani, il progetto Lecce targato Corvino nasce per questo. E soprattutto è giusto lasciar sbagliare i giovani. E Maselli sembra aver colto tutto alla lettera: ha minuti a disposizione e sbaglia tutto ciò che c'è da sbagliare. Ma ha un attenuante: viene schierato in un ruolo diverso dal normale. E infatti il ragazzo ne combina di pezze e di corna. A frittata fatta entra anche Tachtsidis, più lento della mia tartaruga in cortile, a comporre un terzetto di centrocampisti, tutto formato da mediani. "Così de botto, senza senso", direbbe qualcuno. Il Lecce arretra e come se non bastasse arriva anche il solito cambio "di chi non sa vincere": fuori Rodriguez per Paganini. E bam, arriva il goal avversario. A tal proposito apriamo una parentesi: se i guardialinee servono soltanto a sbandierare i falli laterali, l'AIA farebbe bene ad avviare una politica di spending review e a licenziarli tutti, prevedendo un sistema tecnologico che possa intervenire in caso di fuorigioco sempre e autonomamente. Perché se c'è qualcosa di snervante oggi, oltre a Corini, è l'assistente di Robilotta che non segnala un fuorigioco (in occasione del goal di Busellato). E l'offside di oggi fa il paro con una serie di episodi sfavorevoli, davvero indecenti. E non è il Lecce ad essere penalizzato in maniera esclusiva. Ma tante squadre a turno: l'AIA prenda provvedimenti. Non è giusto pagare profumatamente questi dilettanti allo sbaraglio.
Chiusa parentesi, non è uno scandalo dire che il pareggio alla fine sia anche giusto. Anche se arriva su un grande errore della terna: e sia chiaro, girano parecchio, perché senza quell'errore sarebbero stati tre i punti. Ma il Lecce ha dato comunque l'impressione di poterla prendere lo stesso: dopo i cambi, non arriva mai alla porta, si schiaccia terribilmente. Machin, Bellanova sfondano e alla fine il goal arriva.
Maselli è sicuramente il peggiore dei nostri, ma deve poter sbagliare: quindi forza ragazzo. Oggi ad essere imperdonabile è Eugenio Corini. Tanto bravo a prepararla, perché per 60 minuti il Lecce ha avuto il controllo totale, tanto insufficiente nel leggerla. Il motto "nessun dramma, ma nessun dorma" deve valere per tutti. Testa all'Entella ora e basta guardare sta classifica. Non siamo da promozione diretta, ancora. Avanti Lecce!
Up: Hjulmand, Maggio
Down: Maselli, Mancosu
Emanuele Spagnolo